De Luca: divide et impera e … gli otto uomini d’oro

Aldo Bianchini

SALERNO – In più di venti anni Vincenzo De Luca ha governato utilizzando con successo la strategia del divide et impera. In questo modo è riuscito a dilaniare, nell’ultimo consiglio comunale, un’opposizione già di per sé esigua, cooptando nelle proprie file ANNA FERRAZZANO e SANDRO FERRARA. Quest’ultimo, Presidente dell’attuale consiglio comunale, nel corso della precedente consiliatura non ha mai votato in modo contrario al bilancio, pur essendo stato eletto tra i partiti dell’opposizione, ed esattamente nell’UDC di Salvatore Gagliano; sempre che vogliamo considerare l’ UdC un partito di opposizione essendo io più propenso a definirlo un “partito gondoliere” per via delle sue ondivaghe e contrapposte scelte (leggasi l’ultima posizione sul referendum !!). Oggi, alla luce del suo successo elettorale e del prestigioso incarico conferitogli, comprendo appieno quella sua strana condotta politica, pur dovendo riconoscergli il coraggio delle scelte anche difficili, scelte che mantiene fino in fondo, al di là del partito. E ritorniamo all’argomento che più mi interessa e che riguarda la famosa “strategia deluchiana”.  Per la prima volta la strategia di Vincenzo De Luca, seppur involontariamente, ha unito anziché dividere. Solo in questa ottica riesco a leggere e ad interpretare l’iniziativa assunta da ben otto ex consiglieri comunali deluchiani, e sottolineo otto, perchè il numero è importante! Proprio quelli che, nel corso delle sedute comunali di un recente passato, con la loro capacità di eloquio, hanno tolto le castagne dal fuoco all’ex Sindaco ma che gli hanno anche aperto gli occhi sulla loro non incondizionata sudditanza anche mentale. Chi non ricorda il periodo dell’incompatibilità! Vincenzo De Luca era finito sulle prime pagine di tutti i giornali. Il Suo consiglio comunale, ad arte, a seconda dell’opportunità, deliberava in un senso o nell’altro; ci fu anche un consigliere (uno dei più codardi) che per uscire alla chetichella dal salone dei marmi fuggì carponi andando a sbattere con il viso -ferendosi- contro il piedistallo della statua posta nel corridoio. Solo dei consiglieri, Deluchiani convinti, ma soprattutto colti ed intelligenti e senza mai portare il cervello all’ammasso, potevano riuscire, anche con argomentazioni logico-giuridiche, a sostenere la posizione indifendibile di De Luca. Oggi, per la prima volta, a Salerno si costituisce un’associazione di professionisti, ex deluchiani, che, stando agli ultimi risultati elettorali e seppure non eletti, vantano un portafoglio di “voti” che si attesta su diverse migliaia in termini numerici. A questo punto un interrogativo sorge spontaneo: il Governatore ha sottovalutato questo gruppo, o invece non è riuscito a dividerlo? La risposta la lascio a voi lettori. Certo è che, se questi otto signori avessero deciso, durante la precedente consiliatura, di costituirsi in gruppo, De Luca per la prima volta avrebbe visto i sorci verdi. Davvero peccato che non lo abbiano fatto; il problema è sempre quello che spesso denuncio: “si fidano ciecamente di De Luca e non riescono a capire o ricordare che il kaimano sceglie, utilizza e butta via chiunque”, sempre e comunque, nel nome di quel sistema di potere assoluto che da oltre venti anni domina la scena salernitana e nazionale. Ma torniamo all’attualità: gli otto ex, tra cui tre medici (Augusto De Pascale, Salvatore Telese, Pasquale Criscito), un avvocato (Luciano Provenza), un ingegnere (Raffaele Della Valle), un architetto (Marco Petillo), un sindacalista (Nino Criscuolo) e un agente di commercio (Camillo Amodio), hanno costituito l’Associazione “Salerno…ma non solo” e sembra che facciano veramente sul serio, tant’è che hanno aperto una sede in corso G. Garibaldi n. 8 e sono molto seguiti su Facebook. Sul social, infatti, in pochissimi giorni sono stati registrati migliaia e migliaia  di iscritti. Leggendo i nomi ed i profili professionali dei nuovi consiglieri comunali, a parte qualcuno !!, resto basito facendo un confronto tra questi e gli ex sopra citati. Mi chiedo: “ma come è possibile che siano rimasti fuori questi professionisti molto stimati e siano entrati … ?”, e mi fermo qui per evitare querele. Infine, consentitemi un pensiero sull’attuale Sindaco del quale e sul quale ho già scritto tanto, forse troppo, sicuramente in più di quanto meriti. Conosco Enzo Napoli sin da quando era socialista, ovvero dagli anni ’80, e ne ho sempre apprezzato le capacità organizzative, non sempre quelle politiche. Oggi, poveretto, è prigioniero e ristretto nei piombi del del sistema di potere deluchiano. E’ sufficiente pensare al fatto che ancora non ha preso possesso della stanza del sindaco, pur esercitando la carica da circa due anni, per capire le peculiarità caratteriali dell’uomo Napoli prima ancora che del politico. Per gli amanti del calcio, l’attuale Sindaco può essere paragonato ad un allenatore che, pur di allenare una squadra, si spersonalizza e si rimette totalmente e in modo servile nelle mani di un Direttore Sportivo che decide il modulo e la formazione, cioè i calciatori che devono giocare. Solo se leggo i fatti e la cronaca in questo modo riesco a capire la scelta, a dir poco scellerata, di tenere fuori dall’esecutivo ANTONIO D’ALESSIO, che, per capacità, cultura e consenso, è notoriamente superiore ad alcuni componenti della giunta attuale. Povero Enzo, sarà forse ricordato come il Sindaco burattino, se sarà ricordato.

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