Resilienza delle reti criminali e strategie di contrasto basate sulla Social Network Analysis e sulla teoria economica del capitale umano

 

 

 Filippo Ispirato

L’utilizzo combinato delle tecniche di analisi delle reti complesse, in particolare della Social Network Analysis, e dell’economia del capitale umano potrebbe condurre alla progettazione di nuove e più efficaci politiche pubbliche di contrasto al crimine organizzato. Il loro utilizzo potrebbe tornare utile persino ai fini di un’eventuale delimitazione normativa delle aree di contiguità mafiosa.

È quanto emerge dallo studio di Mauro Castiello, Michele Mosca e Salvatore Villani dal titolo “New Public Policies Based on the Economic Theory of Human Capital to Defeat the Transversal and Transnational Organised Crime”, presentato giovedì scorso, 16 marzo 2017, al St. Hugh’s College, presso l’Università di Oxford. Al dibattito che ne è seguito, svoltosi nell’ambito del quarto Oxford Symposium on Population, Migration, and the Environment, hanno partecipato numerosi esperti e studiosi di università britanniche, arabe, indiane, europee e statunitensi. Fra questi, Robert Rowthorn (Professore emerito di Economia presso l’università di Cambridge e Research Fellow presso l’università di Oxford), Trevor Davies (Emeritus Fellow presso l’Università di Reading, e già Direttore dell’International Centre for Studies in Education and Training at the Institute of Education dell’ Università di Reading, UK), Jay Squalli (Professore di Economia presso l’American University of Sharjah, Emirati Arabi Uniti) e Clark Wolf (Professore di Filosofia presso l’Università dell’Iowa, USA).

Il lavoro è stato realizzato nell’ambito del Progetto STAR-Linea 1 “The Use of Violence and Organized Crime. A Socio-Economic Analysis of the Case of Camorra clans in Campania”, coordinato e diretto da Monica Massari, Professoressa associata di Sociologia generale presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. La presentazione della ricerca è stata affidata al Prof. Salvatore Villani, docente di Scienza delle finanze presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.

Obiettivi della ricerca. Scopo del lavoro era quello di sondare le potenzialità, i vantaggi operativi ed i limiti di un’estensione del campo di applicazione della SNA e dell’analisi delle reti complesse allo studio e alla progettazione di politiche pubbliche volte a contrastare e reprimere il fenomeno mafioso. In particolare, si è cercato di verificare se ed in che misura le strategie di contrasto basate sul capitale umano potrebbero essere adoperate in abbinamento con quelle fondate sul capitale sociale per ridurre o neutralizzare le capacità di resistenza e di adattamento delle organizzazioni criminali.

 Metodologia e tecniche della ricerca. La metodologia e le tecniche adottate sono quelle tipiche dell’economia sociale e della Social Network Analysis, che nel corso degli ultimi anni hanno riscosso un crescente interesse e si sono rapidamente diffuse anche nell’ambito dello studio delle politiche pubbliche orientate alla riduzione della criminalità e al miglioramento dei sistemi di welfare.

 I risultati. Lo studio ha evidenziato la notevole capacità di resistenza e di adattamento che caratterizzano solitamente le reti criminali. In particolare, è stata analizzata la conformazione topologica di due pericolose organizzazioni malavitose impegnate, rispettivamente, nel traffico internazionale di stupefacenti (operazione Freccia Sarda, coordinata dalla DDA di Cagliari e condotta dalla Polizia di Stato di Oristano) e nel controllo degli appalti nel settore dei servizi socio-assistenziali alla persona (operazione Il principe e la scheda ballerina, coordinata dalla DDA di Napoli e condotta dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Caserta).

I risultati dell’analisi hanno mostrato, altresì, come i fattori capaci di influire sul grado di resilienza di un determinato network criminale siano molteplici. Lo studio di questi fattori è stato fondamentale per giungere all’elaborazione di un appropriato set di indicatori di robustezza topologica e di resilienza delle reti criminali (Criminal Network Resilience), ma soprattutto per proporre nuove e diversificate politiche di contrasto e di repressione del crimine organizzato basate sull’analisi del capitale umano.

 

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