Bcc Monte Pruno: un centro d’ascolto per l’umanizzazione di una banca

 

 

Aldo Bianchini

 

POTENZA – Con i tempi che corrono imbattersi in una banca dal volto umano è certamente cosa assai rara; trovarsi poi al cospetto di una banca di credito cooperativo, con un raggio d’azione piuttosto limitato, resa umana dall’azione continua e qualificata del suo gruppo dirigente è cosa ancora più importante e significativa. Quando una Bcc riesce ad umanizzarsi è il preciso segnale che ha colto alla perfezione l’essenza della “sua mission”, quella voluta dai fondatori delle banche di credito cooperativo per dare l’ultima spinta alla realizzazione della seconda rivoluzione industriale verso la fine del 19° secolo dopo Cristo; una rivoluzione che avviò l’era della distribuzione delle ricchezze anche in favore dei ceti sociali meno abbienti. Con i tempi che corrono, dicevo in apertura, è cosa assai rara incontrare una banca dal volto umano; di questi tempi, difatti è più facile imbattersi in una banca usuraia (meglio sarebbe dire di funzionari bancari accusati di usura) che in una banca dal volto umano. Ma la di là di queste considerazioni iniziali utili a far meglio capire il problema, va subito detto che a queste riflessioni mi ha portato una notizia diffusa dalla stessa Bcc Monte Pruno in merito all’inaugurazione del centro di ascolto a supporto e vicinanza per chi deve convivere con la “distrofia di Duchenne e Becker”, un centro aperto sabato 25 marzo scorso a Potenza dove ha sede una delle filiali più importanti della Monte Pruno. Mi ha colpito in maniera particolare l’emozionante ed emozionata dichiarazione dello stesso Michele Albanese, direttore generale della Bcc Monte Pruno, diffusa con un messaggio whatsapp: “Quando il tuo lavoro ti consente di fare qualcosa di speciale per persone speciali, tutto diventa bellissimo. Da ieri sera, a Potenza, è realtà il Centro d’Ascolto per famiglie con ragazzi colpiti dalla distrofia di Duchenne e Becker all’interno della sede della nostra Banca. Ieri, noi uomini e donne della Banca Monte Pruno, presenti all’evento, siamo stati gli uomini più felici del mondo. La forza e il sorriso di queste persone resterà sempre nei nostri cuori”. E’ questa, appunto, la dichiarazione che nella percezione generale si appalesa come venuta fuori dalla pratica quotidiana della strategia di vicinanza alla clientela ma anche alla gente comune, ancor meglio se bisognosa, ed anche direttamente dal cuore. Dico questo al di là delle considerazioni mie personali e di chi mi legge; non sto qui a celebrare l’apoteosi di un personaggio come Albanese, piuttosto a mettere in chiara evidenza alcuni dei tratti più significativi del suo carattere e della sua azione. Difatti l’apertura di un “CAD” (Centro di Ascolto Duchenne) non è un fatto che si verifica ogni giorno e per questa ragione bisogna dare atto al suo promotore che, una volta tanto, le ragioni del cuore e dell’assistenza verso il prossimo hanno battuto le ragioni e le esigenze delle casse delle banche che, per loro stessa natura, sono sempre aperte alla raccolta di capitali e dei risparmi e poco inclini alla distribuzione per motivi di solidarietà. La chiave del successo della “politica” di Michele Albanese e del suo eccellente staff è tutta concentrata nel fatto di aver capito per tempo e prima di tutti che la migliore politica di raccolta sta proprio nell’azione di “distribuzione” mirata in favore delle esigenze primarie della società che ci circonda e circonda la stessa Monte Pruno; una sorta di “giustizia distributiva”, che dovrebbe essere praticata dalla politica in senso lato e che spesso viene elusa, capace alla fine di restituire in termini di profitti bancario ancora di più rispett0o alla semplice distribuzione economico-sociale (dare meno per avere di più) che tutto il resto del sistema bancario locale e nazionale pratica da decenni con scarsa sensibilità verso il sociale. Con questo mio modo, anomalo, di commentare le notizie credo di aver deluso tutti coloro i quali amano leggere il proprio nome e cognome negli articoli di stampa (e nella fattispecie ce ne sono tanti: il Sindaco di Tito Graziano Scavone, la Responsabile del Centro di Coordinamento malattie rare – Regione Basilicata Giulia Motola, Cristina Picciolo ed Ezio Magnano del Centro Coordinamento Nazionale Parent Project ONLUS, Rosanna Benedetto Responsabile del CAD Basilicata) dopo essere intervenuti o semplicemente presenziato agli avvenimenti pubblici di qualsiasi genere e colore, ma l’apertura di un CAD ad opera di una banca è un’azione che va ben oltre i nomi ed i cognomi e affonda le sue radici nelle convinzioni di un uomo che prima di essere direttore generale di una banca è soltanto un uomo, con tutti gli errori e le limitazioni che un uomo è capace di portare con se nella vita lavorativa e pubblica. Ebbene Michele Albanese ha pensato e ritenuto di fare una cosa speciale e l’ha fatta, al di là di ogni altra considerazione che l’altra faccia del suo personaggio (quella di banchiere) gli consigliava, forse, di fare. Ecco perché a conclusione del convegno pomeridiano (dopo l’inaugurazione del CAD) sulle azioni da porre in essere per sconfiggere il male oscuro della Duchenne-Becker il d.g. Albanese ha dichiarato: “È stato e sarà un pomeriggio da ricordare, davvero un giorno speciale per delle persone speciali. Insieme agli amici Gerardo e Raffaele, abbiamo, con grande determinazione, voluto aprire, presso la sede di Potenza della nostra Banca, il Centro d’Ascolto Duchenne. È sicuramente solo un punto di partenza, un passo stupendo per dimostrare vicinanza verso delle persone straordinarie. Grazie a tutti per le emozioni che ci avete regalato. Noi della Monte Pruno saremo sempre al vostro fianco”. Insomma un 25 marzo sicuramente da ricordare negli annali della Bcc Monte Pruno.

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