Farmacie comunali: dal Consorzio alle … Luci d’Artista

Aldo Bianchini
SALERNO – Nel nome del “sacro fuoco” delle Luci d’Artista tutto può, e deve, essere sacrificato, finanche il Consorzio Farmaceutico Intercomunale all’interno del quale il Comune di Salerno è l’azionista di maggioranza. Le esigenze di natura economica che attananagliano gli amministratori e bloccano le casse comunali stanno, molto verosimilmente, provocando lo scioglimento del CFI tanto faticosamente costruito negli anni scorsi.
La cosa più strana è che gli appelli da parte dei Comuni di Scafati, Eboli, Cava de’ Tirreni, Capaccio e Baronissi non vengono raccolti; da Salerno nessuno risponde e tutti gli altri comuni sembrano accomunati in un unico misero destino per un destino che non è dato di conoscere a causa delle bizze del comune capofila; c’è chi pensa di staccarsi da Salerno, chi di costituire un altro consorzio e chi, infine, di sfasciare tutto. Probabilmente si arriverà ad una proroga nell’attesa di conoscere le reali determinazioni dell’amministrazione comunale salernitana che sembra distratta da altri problemi e lontana sia dalle reali esigenze del consorzio farmaceutico che dalle aspettative della numerosa utenza che nelle farmacie comunali ha visto un vantaggio economico diretto e la risoluzione di tantissimi problemi collettivi.
Questa più o meno in sintesi la notizia che da qualche settimana tiene banco nell’assoluta incertezza del futuro; la realtà è ben altra. Il Comune di Salerno è debitore nei confronti del Consorzio Farmaceutico Intercomunale di molte quote associative per un totale di circa 3milioni di euro; ovviamente una cifra del genere spaventa chiunque e mette il Comune di Salerno nella condizione di non poter rispondere alle richieste pressanti di sanatoria del debito che arrivano dal Consorzio; sganciare 3milioni di euro sull’unghia non è cosa di tutti i giorni, soprattutto per le magrissime casse del comune della città capoluogo di provincia e capofila del consorzio.
E allora qual è la soluzione ? Non è facile descriverla, è sicuro però che la soluzione esiste, e come. Secondo i bene informati la soluzione sarebbe tutta interna al Consorzio Farmaceutico Intercomunale (CFI) e consisterebbe in una sottile operazione di “strategia societaria”. Il Comune di Salerno si accingerebbe a mettere in vendita, almeno sulla carta, tutte le sue quote azionarie (che valgono ben oltre i 3milioni di euro) con pagamento da parte del CFI dilazionato nel lungo tempo, almeno dieci anni, in modo da consentire al Comune capofila di iscrivere nel suo bilancio quanto meno una cifra superiore ai 3milioni di euro tra le poste virtuali da riscuotere nei prossimi anni. Così facendo il Comune di Salerno si troverebbe subito nella pratica possibilità di contrarre nuovi mutui e di ottenere una liquidità che al momento non c’è. Difatti dalle segrete stanze finanziarie del Comune si sussurra che senza questa operazione strategica rischierebbero di saltare le Luci d’Artista 2017-2018, cosa questa impensabile per le truppe cammellate del kaimano che aspettano in silenzio gli ordini del capo sul da farsi.
Questo al momento lo stato dell’opera; mancherebbe l’ordine perentorio di Vincenzo De Luca per far partire la “grande operazione” di vendita delle quote con conseguente futura uscita del Comune dal Consorzio nell’ottica imprescindibile di salvare le famose “Luci d’Artista” senza le quali il mito della dinastia deluchiana subirebbe un colpo molto duro per le quotazioni di immagine che sono utilissime ad illudere la massa popolare che vede nelle luci la sua rivincita sulle tante frustrazioni.
Tanto chi se ne frega, se il Consorzio si sfascia chi se ne accorge, e poi la colpa può sempre essere addebitata agli altri !! se invece le luci si spengono le cose si metterebbero davvero male per la credibilità che ancora riscuote il kaimano in città

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