Consorzio Farmacie e Luci d’Artista: i lati oscuri di una intricata vicenda e il mutismo dei commissari prefettizi di Scafati

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Qualche settimana fa, esattamente il 4 ottobre scorso, il presidente del CFI (Consorzio Farmaceutico Intercomunale) e sindaco di Capaccio, Franco Palumbo, ha lanciato un grido d’allarme per la situazione di estrema difficoltà in cui versa il Consorzio, e non soltanto per quanto riguarda l’orario continuato della farmacia comunale di Scafati (apertura H/24) ma soprattutto per i rapporti, difficili e quasi inesistenti, con i tre commissari prefettizi che governano la città di Scafati da quando il sindaco Pasquale Aliberti è stato costretto a dimettersi a causa delle note vicende giudiziarie.

            Ma qual è il grido di Palumbo ? eccolo: “Ho inviato una nota al Prefetto di Salerno, Salvatore Malfi, per esporre la delicata situazione del Consorzio Farmaceutico Intercomunale, al fine di trovare un punto di dialogo con i commissari prefettizi, fino a questo momento impossibile, nonostante i molteplici tentativi, anche attraverso autorevole viceprefetto di Salerno.  Anche negli ultimi giorni, mentre qualcuno andava sui giornali ad accusarci di inerzia, ho provato in ogni modo a cercare un filo diretto con i commissari prefettizi per capire una volta per tutte la loro posizione e trovare insieme una strategia per le farmacie comunali di Scafati.  Dicano con chiarezza a noi e alla gente, visto che parliamo di un servizio che ha una valenza sociale e occupazionale notevole sul territorio, se vogliono restare nel Consorzio o andare via, perché non possiamo attendere il 28 febbraio (scadenza della Convenzione). Personalmente, continuerò ad adoperarmi per il bene del Consorzio, che ci sia o meno Scafati”.

            Il problema, amici lettori, è molto serio; l’amministrazione comunale di Scafati (a torto o a ragione, lo vedremo fra qualche tempo) è stata sciolta per infiltrazioni mafiose e i Commissari stanno agendo soltanto con un pregiudizio liberatorio e tutto quello che toccano appare ai loro occhi frutto del connubio malavita-politica e si mantengono a debita distanza. Così facendo, a mio modesto avviso, non fanno il loro mestiere fino in fondo e non operano per la collettività che con lo scioglimento non c’entra assolutamente nulla. Il ruolo del commissario prefettizio è certamente quello del “censore super partes” (e questo i Commissari di Scafati lo svolgono benissimo) ma è anche quello di “amministratori” in sostituzione di quelli decaduti in virtù dello scioglimento. Per essere più chiaro mi sembra che i commissari prefettizi quando vengono nominati si muovono esattamente come i CTU (consulenti tecnici dell’ufficio del PM) che vanno disperatamente alla ricerca soltanto di possibili prove a carico dell’indagato. Ma a Scafati, come in altri comuni, c’è di mezzo la cittadinanza che sta soffrendo le pene dell’inferno da quando un probabile incauto provvedimento del governo ha sciolto il consiglio comunale.

            Ma torniamo allo sfogo del presidente del Consorzio Farmacie Intercomunali per chiarire subito che lo sfogo non discende soltanto dalla discussione sull’orario notturno della farmacia di Scafati, un problema che è assolutamente riduttivo e quasi ridicolo rispetto al problema molto più grosso che attanaglia la vita presente e futura del Consorzio che nei sei comuni in cui esercita riesce a dare lavoro a tanti farmacisti ed operatori del settore creando anche un indotto non trascurabile.

            Difatti fino a poco tempo fa il bilancio del Consorzio era addirittura in attivo grazie all’ottima amministrazione del Consiglio Direttivo e del Direttore Generale (dr. Francesco Sorrentino); impossibile che nel giro di pochi mesi tutto si sia rimesso in discussione fino ai limiti dello scioglimento del Consorzio stesso. Le difficoltà centrali sono due: 1) il Comune di Salerno, socio di maggioranza, non paga le sue quote ed è in arretrato per una somma che supera i 3mln di euro; 2) la palese chiusura a riccio dei commissari che di fatto paralizza l’attività della farmacia di Scafati (una delle più grosse) impedendo ogni trattativa risolutiva, a cominciare dall’orario di lavoro continuato.

            Insomma, quasi come se i commissari prefettizi vedessero ombre e malaffare dovunque; e così sicuramente non si rende un buon servizio alla collettività.

            Ma la cosa più complicata e inquietante è la posizione del Comune di Salerno che, stando alle voci di corridoio, starebbe preparando l’uscita dal Consorzio, la vendita delle sue quote azionarie per una somma che dovrebbe aggirarsi intorno agli 8mln di euro da incassare, al netto del debito, nei prossimi dieci anni. In questo modo il Comune di Salerno avrebbe salvato le “Luci d’Artista” per i prossimi anni, difatti inserendo nei bilanci la posta in credito di oltre 8mln di euro potrebbe tranquillamente attivare nuovi mutui per avere la liquidità necessaria.

            Ma tutto questo si può fare ?

 

 

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