SATIRA: il potere della politica e la politica del potere … due assessori comunali di Salerno dettano le linee guida per batterla … Trump ne faccia tesoro !!

 

 

 

 

 

 

 

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Fin dai tempi di Orazio la satira ha rappresentato la spina nel fianco dei personaggi del tempo, di ogni tempo; ed anche la critica più o meno mordace (dal sarcasmo alla caricatura) verso aspetti tipici della vita contemporanea ha stigmatizzato intere generazioni.

            C’è satira e satira ovviamente; quella intelligente, penetrante e sana mi piace di più, quella spocchiosa e volgarmente unidirezionale mi piace molto di meno.

            Per vent’anni e passa la satira ha inseguito, anche brutalmente Berlusconi che pur palesemente infastidito ha messo nel suo mirino la sopportazione credendo, a ragione, che tutto facesse brodo in suo favore. Hanno tentato di inseguire Renzi e qualcuno (anche nella tv di stato) ci è rimasto male prendendole di santa ragione; come dire che la sinistra in generale spinge e soffia sulla satira quando riguarda gli altri, mentre cerca di spegnere i fuochi quando inavvertitamente la satira vira decisamente verso uno dei loro rappresentanti.

            Da oltre un anno viviamo, anzi assistiamo, sui maggiori net work del mondo all’attacco, non so se meritato ma comunque brutale, cui è sottoposto quasi quotidianamente il presidente degli USA Donald Trump che reagisce, sgomita, minaccia ed alla fine diserta gli appuntamenti più importanti per non cadere nelle trappole mediatiche.

            All’ultima cena annuale per l’incontro Stampa- Casa Bianca che in America si organizza fin dal 1921 il presidente Trump, come aveva già fatto l’anno scorso, non è andato ma ha mandato il capo del suo ufficio stampa, Sarah Sanders, e la sua figlia prediletta Ivanka. La stampa, che lì ha un potere che esercita sul serio, ha pensato bene di invitare alla stessa cena la comica Michelle Wolff che da sempre spara la sua satira più feroce sul presidente con battute al vetriolo. Ovviamente si è esibita in uno dei suoi micidiali monologhi; non ha parlato di Ivanka, ha massacrato Donald ed ha ferocemente bastonato il capo dell’ufficio stampa arrivando finanche a dire: ““A me Sarah piace un sacco, davvero. È piena di risorse. Brucia i fatti e usa la cenere per farsi quel bellissimo effetto ‘smokey eyes’. Forse ci è nata””, e ancora: “Trump vuole dare le armi agli insegnanti. E io lo sostengo perché così possono rivederle per comprarsi cose tipo i quaderni”, e ancora: “È pazzesco che la campagna Trump fosse in contatto con la Russia, mentre la campagna Hillary non era neanche in contatto con il Michigan”.

            In verità ci sono state molte critiche sulla comica, ma anche palesi apprezzamenti; in America funziona così, il potere della stampa e della satira è immenso e, forse, inarrestabile nonostante il potere di Trump: il potere della politica e la politica del potere, questo in sintesi ciò che accade al di là dell’oceano.

            Da noi è tutto diverso in quanto la satira sopravvive un po’ meglio a livello nazionale sugli schermi dei grandi network e sulle pagine dei giornali più venduti; a livello locale il discorso cambia notevolmente e si abbrutisce mano a mano che lo spazio in cui si muove si riduce per ristrettezza del territorio e notorietà del “personaggio” perché è più efficace e radicale la ramificazione del suo potere. Vale a dire che tutte le espressioni tipiche della satira che passano a livello nazionale vengono subito mortificate se non soffocate a livello locale. Non ne parliamo, poi, ciò che succede se nel mirino della satira locale entra un personaggio come Vincenzo De Luca che sui grandi network viene beffeggiato quasi quotidianamente.

            E’ accaduto a Salerno in un noto circolo ricreativo-sportivo-culturale dove si festeggiava un giovane atleta molto noto. A corollario della serata, condita anche da varie premiazioni, c’era un gruppo folkloristico-satirico che (come ha fatto da sempre e spesso) ha centrato l’obiettivo sul personaggio del governatore. Lo stavano facendo in maniera molto corretta e pulita quando gli attori avvertono uno stato di agitazione del presentatore (un giornalista !! sciocco servitore ?) che ha fatto chiaramente capire che dovevano smettere le loro battute su De Luca perché in sala erano presenti due assessori (M.G. e A.C.) che avevano consigliato di cambiare registro. Detto fatto, per non rovinare la serata il gruppo si è arreso all’arroganza, per non dire protervia, di due esseri che dall’alto della loro miserevole carica di assessori hanno bloccato lo spettacolo ergendosi a paladini, sicuramente non richiesti, del governatore assente. Vincenzo De Luca che, ne sono certo, sa benissimo quanta pubblicità gli deriva dalla satira corretta (vedi Crozza) non avrebbe sicuramente gradito la sciocca e non richiesta difesa dei due sudditi senza cervello ma soltanto servi sciocchi.

            Il potere della politica e la politica del potere, ognuno la metta come vuole; negli USA il primo emendamento della costituzione sancisce l’assoluta libertà di stampa e neppure la figlia del Presidente la sera del 29 aprile si è permessa di interferire sullo show di Michelle Wolff; da noi sono stati sufficienti due anonimi assessori per bloccare la satira e la libertà di pensiero.

            Ma c’è una buona notizia dell’ultim’ora; i due, M.G. e A.C., saranno forse chiamati a far parte dello staff di Trump per insegnare a tutti come si fa a soffocare la critica satirica.

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