il Quotidiano di Salerno

direttore: Aldo Bianchini

GIORNALISMO: la crisi di identità e le violenze di Di Maio !!

Aldo Bianchini

SALERNO – La famosa “libertà di stampa” è uno dei cardini fondamentali della democrazia in senso lato e non può essere comprata e/o svenduta a seconda delle necessità politiche e sociali del momento. La libertà di stampa, quindi, va pagata per essere sempre più libera e mai per poterla asservire, questo da un lato. Dall’altro se è vero come è vero che la “libertà”, sia essa di stampa che in senso lato, si conquista ogni giorno a prezzo di duri sacrifici è altrettanto vero che la stampa non ha fatto niente, almeno nel nostro Paese, per non svendersi al migliore offerente attraverso editori che non hanno la minima conoscenza del mitico “quarto potere” della stampa o forse ne hanno troppa e se la vendono a destra e a manca.

Quando su questo panorama che non lascia intravedere niente di buono arrivano anche le bordate del  neo Ministro dello Sviluppo Economico del lavoro e delle Politiche Sociali , nonchè Vicepresidente  del Consiglio dei Ministri Luigi Di Maio , (non nuovo a questo tipo di esternazioni) la frittata è fatta; se poi sulla frittata si mette anche il peperoncino amaro della magistratura (che camaleonticamente  -leggasi sentenza della Raggi a Roma- si sta predisponendo ad accogliere meglio i nuovi padroni che l’hanno sempre difesa da qualsiasi attacco) la frittata non solo è fatta ma è addirittura passata anche di cottura.

Nella sostanza, però, va detto che le velenose accuse pentastellate sono, a dir poco, ingenerose, violente e minacciose; cose che la stragrande maggioranza della stampa italiana non merita assolutamente. Ma al di là di qualche sterile ed insignificante comunicato di parte non ho registrato un sommovimento generalizzato e diffuso in tutto il Paese ed in ogni testata giornalistica sia nazionale che locale. Questo è un brutto sintomo che non fa bene alla categoria e neppure alla controparte politico-imprenditoriale-giudiziaria.

C’è purtroppo un’opinione diffusa nell’immaginario collettivo; un’opinione poco edificante per la stampa (carta stampata, online e radiotelevisiva) che appare non dico asservita ma, almeno, sempre più “asseverata” ai desiderata del potente di turno. E questa opinione diventa ancora più palpabile in sede locale dove le varie testate giornalistiche sono disposte anche a guerreggiare tra loro pur di arrivare alla conquista della benevolenza del padrone che provvederà, soltanto dopo, alla concessione benevola di sussidi, contributi e convenzioni.

Se gli esempi negativi in sede nazionale sono sotto gli occhi di tutti, quelli in sede locale sono addirittura fonte di continua ironia nei confronti di giornalisti, anche generosi e preparati, costretti per necessità di vita a sottoporsi ad umilianti silenzi; la gente comune si sa che vuole divertirsi e, dunque, trova facile terreno di raccolta nelle titubanze e nelle palesi contraddizioni della stampa locale nei confronti di personaggi che si fronteggiano per accaparrarsi il controllo di questa o quella testata giornalistica.

Ma ritorniamo a Di Maio ed alle sue pesanti esternazioni; non so quanto siano ingiuste e ingenerose, lui fa il suo lavoro per cercare di esercitare un controllo dell’informazione che non dovrebbe avere e non potendo o non volendo comprare il suo asservimento cerca di minacciare tutti con la storiella della soppressione dei “contributi statali” per l’editoria sui quali, purtroppo, editori non degni hanno costruito immense fortune. Una minaccia infida e brutale perché diretta, badate bene, non ai giornalisti ma agli editori i quali pur di tenersi buono il padrone cercheranno di asservire, questa volta si, le capacità professionali di tanti giovani e meno giovani professionisti. Tanto è vero che la linea ufficiale del Mov. 5 Stelle non attacca, come dicevo, i giornalisti ma gli editori che non garantirebbero la famigerata “libertà di stampa” e che per questo vanno puniti con l’azzeramento dei contributi. Una linea ben studiata anche se palesemente subdola.

Purtroppo, e questo va ben evidenziato, in pochi anni siamo passati dalla strumentalizzazione politica della stampa per raggiungere illimitati traguardi (ce la misero tutta la magistratura, la politica e l’imprenditoria) al tentativo di azzerarla definitivamente sotto i colpi micidiali infertigli da tutti, politici, magistrati, imprenditori e, questa volta, anche opinione pubblica.

Un momento molto brutto, non c’è che dire; anche se a Salerno siamo abituati a ben altro che, peggio ancora, come un velo ossessivo ha coperto da 25 anni tutte le grandi capacità della stampa locale sotto una cappa di silenzio forzato e di violenza occulta che, comunque, si respira a pieni polmoni. E’ brutto, ma è così; e il guaio è che tutto è avvenuto con la vile connivenza di alcuni editori che sono lontani mille miglia dalla splendida fierezza che ha visto, in passato, la comunione di intenti tra gli stessi editori e i giornalisti nell’ottica della conquista della libertà di stampa.

Cosa si potrebbe o dovrebbe fare ? bisognerebbe trovare in fretta un minimo comune denominatore capace di mettere insieme tutti almeno sui grandi temi della libertà di stampa; e mai come oggi si avverte questa necessità.

1 Commento

  1. Carissimo Direttore Aldo Bianchini ,
    con i tuoi editoriali sei un fulgido esempio di rispetto del grande valore della libertà di stampa.
    Condivido il pensiero del nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella:
    “Al mattino come prima cosa leggo i giornali: le notizie e i commenti, quelli che condivido e quelli che non condivido, e forse questi secondi per me sono ancora più importanti. Perché è importante conoscere il parere degli altri, le loro valutazioni. Quelli che condivido sono interessanti, naturalmente, e mi stanno a cuore; ma quelli che non condivido sono per me uno strumento su cui riflettere”.
    Dice bene il Capo dello Stato è importante conoscere e rispettare soprattutto le opinioni che non condividiamo, per poter riflettere ,meditare ,confrontare ,magari rivedere saggiamente le nostre opinioni .
    La diversità di opinioni in un paese civile e democratico dovrebbe aiutare a crescere culturalmente e a non offendere nessuno .Occorre quindi rispetto per la libertà di stampa e per l’autonomia e l’ indipendenza dei giornalisti ,come per tutti i cittadini e per tutte le categorie professionali ,soprattutto da parte di coloro che ricoprono cariche nelle istituzioni.
    Con la stima di sempre, porgo vivissime cordialità.
    PIETRO CUSATI
    Giornalista

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