Liceo De Sanctis: il teatro come scuola di vita e di potere ?

 

Aldo Bianchini

Studenti-attori del Liceo Classico De Sanctis di Salerno

SALERNO – Vuoi o non vuoi il tema è sempre quello: dove c’è vita c’è potere; e il potere si offre sempre come disparità di condizione del genere umano.

L’uomo, con cervello ed anima, non si è mai adattato e non si adatta alla differenza di “disvalori” esistente tra chi gestisce il potere e chi, invece, lo deve subire.

L’uomo nel corso dei millenni le ha tentate di tutte; ha inventato la monarchia, la dittatura, la rivoluzione del popolo, la repubblica ed anche la “falsa democrazia”; ma non c’è stato niente da fare, la disparità è sempre lì presente, insidiosa, penetrante, devastante, a volte asfissiante ed alla fine chi ha il potere sopravanza chi non c’è l’ha.

Per dirla tutta, neppure la fin troppo miticizzata rivoluzione francese riuscì a sovvertire la naturale realtà delle cose, ed anche in quel caso dopo pochissimi anni ritornò al potere la vecchia nomenclatura.

E non ne parliamo quando chi gestisce e totalizza il potere è anche capace di non farsi logorare dall’esercizio dello stesso (leggasi Giulio Andreotti) che, comunque, è difficile, complicato ed a volte delegittimante.

Il mondo degli animali (gli esseri senza un cervello pensante e senza un’anima – messo che l’anima esista davvero !!) si è organizzato per tempo e da sempre; non è mai caduto nella trappola della ipotetica condizione di parità; in quell’ambito chi è più forte vince, chi è più debole perde; e l’equilibrio naturale delle cose è garantito.

Probabilmente anche il grande Tito Maccio Plauto avrà pensato, almeno per un attimo, a queste considerazioni (tipiche dell’uomo che ragiona ma che è senza potere) per scrivere la sua “Mostellaria”, una commedia che esalta la gozzoviglia, l’inganno, la pigrizia e la beffa (messe tutte insieme in una sorta di miscellanea) per meglio far risaltare la differenza tra chi tutto tiene e tutto ottiene e chi deve arrangiarsi alla ricerca di equilibri sempre molto difficili da concretizzare.

E’ in quest’ottica, a mio opinabile avviso, che bisogna leggere e studiare il messaggio che promana dalla commedia “Fantasmi si nasce” (adattamento della celebre Mostellaria); uno spettacolo leggero e malinconico insieme, dove la leggerezza sta alla consapevolezza dei propri limiti e il malinconico alla ragione che prevale sulle aspirazioni per la conquista di un potere che non sarà mai raggiunto.

Fantasmi si nasce” nel libero adattamento dei ragazzi e dei docenti dell’Officina del Dramma Antico incardinata nei cicli di studio del Liceo Classico “Francesco de Sanctis” di Salerno (uno dei licei di spicco nel panorama nazionale) è probabilmente tutto questo messo assieme e che, anche in questo caso, se non riesce a sovvertire lo squilibrio tra i rapporti di potere mette in  luce uno degli aspetti più inquietanti dell’intera vicenda plautina, cioè che spesso tutti (uomini di potere e non) sono costretti a ricorrere all’inganno ed alla beffa per accorciare le distanze abissali esistenti nell’intera umanità, facendo ricorso addirittura ai fantasmi.

Ma cosa è e chi ha scritto “Fantasmi si nasce” ?

La riscrittura  del testo, il cui titolo paradossale allude esplicitamente ai presunti fantasmi  che infesterebbero la casa del vecchio (‘infestata’ invece in sua assenza dall’allegra brigata degli amici del figlio) è stata  curata dalla prof. ssa Anna Rotunno e dagli allievi Raffaele Longobardi e Maria Laura Jacuzzo con l’obiettivo di riprodurre  i ritmi indiavolati e i meccanismi della comicità plautina, ma tenendo presenti le diverse condizioni di fruizione della commedia da parte del pubblico dei nostri giorni; in essa inoltre compaiono nuovi  personaggi, che rispondono all’ esigenza di coinvolgere tutta la compagnia del laboratorio teatrale del Liceo De Sanctis, quest’ anno particolarmente numerosa,  sia nell’interpretazione sia nella composizione del testo.  Lo spettacolo, con la regia delle prof.sse Amelia Imparato  e Anna Rotunno, è  stato rappresentato con successo prima al Festival del Teatro Antico dei Giovani a Siracusa e poi, a chiusura dell’anno scolastico, nell’Auditorium del Liceo De Sanctis.

L’Officina del Dramma Antico, la sezione del famoso liceo che si occupa di teatro ha schierato per la messa in scena del libero adattamento teatrale della incancellabile opera del poeta latino tantissimi giovani talenti: MICHELE ADINOLFI,  GIULIA CIPULLO,  ELENA D’AURIA, ANTONIO LIVIO FIORE,  SARA GIORDANO,  CLAUDIA GRECO,  LISA GRECO, SANDRA GRECO,  UGO GRECO, GAIA GUERRIGNO,  ANNAMARIA LAMBERTI,  LONGOBARDI RAFFELE,  EMANUELE MIGLIACCIO,  MARIO Tancredi PANACCIONE, GIAMMARIO PAOLELLA, FRANCESCA SAPERE, ALESSANDRA VERACE, MATTEO  ZECCHINI.. Ha partecipato anche l’ex allievo DAVIDE CARAVANO nel ruolo di PLAUTO, che da autore è  passato a essere  personaggio della commedia; la scenografia è stata curata da un’altra ex allieva, BENEDETTA MARESCA.

Prof.ssa Anna Rotunno - docente liceo classico De Sanctis di Salerno

 

La presenza di ex allievi – scrive in una breve nota di cronaca la prof.ssa Rotunno (vera anima pulsante delle tantissime esperienze teatrali attivata dal laboratorio) – conferma che l’esperienza del teatro negli anni della scuola non solo lascia un segno profondo, ma può avere sviluppi importanti anche dopo il liceo.

Ed è proprio ciò che ho sostenuto io con questo articolo; il teatro non è soltanto la sterile, anche se piacevole, riproposizione in chiave recitativa, ma è anche (se non soprattutto) l’indicazione della strada da percorrere per la risoluzione dei problemi che assillano l’umanità fin dalle sue origini. E il teatro, per gli studenti, è anche una specie di palestra di vita in cui allenarsi e prepararsi ad affrontarla seriamente e decisamente.

Per questo l’esperienza teatrale, a qualsiasi livello, è assolutamente necessaria agli studenti la cui vita reale comincia proprio dopo il liceo.

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