Commissari ad Acta o Ispettori del Re: da Salerno a Sassano … la storia è sempre la stessa

 

Aldo Bianchini

SALERNO / SASSANO – Quasi nelle stesse ore due commissari ad acta bussano alle porte dei Comuni di Salerno e di Sassano; caso ha voluto che in entrambi i casi (scusate il bisticcio di parole) siano arrivati “commissari ad acta in gonnella”; ma il mondo cambia, anzi è cambiato, si sa.

Nel caso di Salerno è la dott.ssa Sonia Caputo, in quello di Sassano è la dott.ssa Marialuigia Vitagliano; a Salerno la povera Sonia è stata fermata al varco per due volte da un impenitente funzionario, a Sassano invece l’ingresso di Marialuigia è stato sicuramente ed eticamente più civile, per non dire quasi trionfale (ma questo lo vedremo dopo), e forse la pratica è già chiusa.

Avv. Giuseppe Fortunato - Difensore Civico regionale

La motivazione delle rispettive nomine da parte del Difensore Civico Regionale (DCR) “Avv. Giuseppe Fortunato” è la stessa in entrambi i casi: “predisposizione ed attuazione del regolamento per il funzionamento degli istituti e degli organismi di partecipazione popolare” (tutto e niente !!)  con oneri a carico del comune commissariato.  E sugli oneri casca l’asino, perché i Comuni che dovrebbero rimborsali non pagano e i malcapitati commissari perdono sempre più la loro credibilità. Anche se questo degli oneri è, forse, l’unico punto della legge istitutiva del DCR che è abbastanza chiaro in danno di tutti i Comuni che non hanno provveduto a dotarsi del cosiddetto “regolamento obbligatorio” per il funzionamento degli istituti e degli organismi di cui sopra.

E’ accaduto, però, che nella fattispecie entrambi i Comuni di Salerno e di Sassano hanno approvato o stanno per approvare sul filo di lana i rispettivi regolamenti, anche se hanno avuto molti mesi di tempo per poterlo fare in serena autonomia senza arrivare a questo confronto-scontro che non conviene a nessuno. Insomma questo è il paradosso, i Comuni si sono affrettati a convocare i Consigli Comunali quando hanno appreso dell’arrivo dei Commissari e questi ultimi non si sono preoccupati di chiedere e/o di capire cosa nei Comuni stesse succedendo, ma si sono imbarcati in una “mission whithout return” (missione senza ritorno) con alta probabilità di insuccesso.

La domanda adesso è: “Chi paga le spese che, comunque, le due giovani commissarie hanno affrontato per andare da Napoli a Salerno e da Napoli a Sassano ?”; ho detto da Napoli non a caso, perché quale che sia la sede di residenza delle due commercialiste l’etica imporrebbe che prima di partire per Salerno e per Sassano passassero per i loro uffici napoletani e da lì conteggiassero le relative e rispettive indennità economiche. Questa è la buona prassi che, spesso, non viene seguita.

ott.ssa Son ia Caputo - Commissario ad acta per Salerno

Nell’immaginario collettivo, comunque, il tutto è una bella gatta da pelare, e su questo la stampa ci marcia sibillinamente confondendo la validità del provvedimento e il tipo di commissariamento adottato che è, e rimane, lontano mille miglia dal “commissariamento prefettizio” che è ben altra cosa. Difatti i Comuni di Salerno e di Sassano non sono stati commissariati ma in essi sono stati inviati semplicemente due “commissari ad acta” da parte del DCR che anche in questo caso è ben altra cosa rispetto ai commissari ad acta nominati direttamente dalla Prefettura, dalla Regione e dalla Provincia.

E poi c’è, comunque, lo spaccato non meno interessante per l’individuazione delle eventuali responsabilità a carico di chi, scientemente o negligentemente, ha sottovalutato la diffida notificata dal DCR in data 18 ottobre 2018 ad entrambi i Comuni ed ha lasciato che trascorressero ben 10 mesi senza predisporre il regolamento o sollecitare a tanto l’Amministrazione di riferimento. E qui viene il bello; le Amministrazioni Pubbliche si muovono essenzialmente su presupposti accordi politici che spesso impediscono la ricerca e la punizione delle responsabilità; difatti toccherebbe alla stessa Amministrazione Comunale individuare e semmai colpire le eventuali responsabilità dei funzionari o dirigenti nel non aver adempiuto, nonostante le precedenti diffide, alla compilazione di detto regolamento, la cui pratica estensione può anche essere facilmente copiata da internet o da qualche altro Comune più virtuoso. Ovviamente accertare le responsabilità qualora esistano, a Salerno è molto più difficile che a Sassano in considerazione delle dimensioni strutturali dal punto di vista degli organici in servizio; comunque la responsabilità finale ricade sempre sul Segretario Comunale, almeno per la mancata ed opportuna vigilanza sull’attività dell’organismo comunale.

Se però andiamo all’essenza del problema ci accorgiamo che sulle due vicende, Salerno e Sassano, calano pesanti dubbi ed incertezze; innanzitutto sulla figura stessa del DCR la cui azione dovrebbe essere sempre diretta alla risoluzione conciliata e conciliante del problema, anche perché la legislazione che regola l’istituto del D.C. non è ancora del tutto chiara e definitiva; da qui la tesi di molti che vorrebbero il DC non come ispettore ma semplicemente come una sorta di super visore che accompagna  le  Amministrazioni Locali verso la soluzione dei problemi che si appalesano di mano in mano. Insomma un istituto da perfezionare e, comunque, da rivedere; tanto è vero che la sua legge istitutiva faceva leva su tutti i Comuni d’Italia affinchè nominassero ognuno il proprio difensore civico e visto che sul piano pratico non c’era stata una risposta adeguata il legislatore ritenne opportuno pensare almeno ad un unico difensore civico regionale (che, piaccia o no, è sempre di nomina politica !!). E se tanto mi dà tanto è facile pensare che i Commissari ad Acta nominati dal DCR sono anch’essi i balia delle onde e dell’incertezza della politica.

dott.ssa Marialuigia Vitagliano - Commissaria ad acta di Sassano

A Salerno, dicevo, è finita male per la povera Sonia che è stata messa alla porta, per ben due volte, da un impenitente funzionario con la scusa che nessuno ne sapeva niente del suo arrivo; ma è l’intervento in Consiglio Comunale dell’avv. Antonio Cammarota (presidente della Commissione Trasparenza) che deve far riflettere tutti sul ruolo dei Commissari e dello stesso Difensore Civico: “La nomina del Commissario in se non è illegittima. (Ha detto Cammarota, che di queste cose se ne intende) Non si chiede di ignorarla ma si chiede, in via di autotutela, la sospensione del provvedimento perché noi siamo pronti”, come a dire che la nomina se non è illegittima poco ci manca.

Quindi il problema c’è, è grosso e non è di facile risoluzione; per prima cosa bisognerebbe richiamare ai loro compiti tutti i “segretari comunali” e strigliarli per bene quando sottovalutano le diffide ufficiali e si prostrano, però, dinanzi al primo arrivato (sia esso denunciante e/o commissario); insomma se i segretari comunali sono “dirigenti” e percepiscono emolumenti equipollenti alla carica è anche giusto che si diano da fare nel far rispettare le regole del gioco; ma anche qui casca l’asino, difatti i segretari comunali (che piaccia o no anche in questo caso) sono di nomina politica; e tutto ritorna al mittente ovvero al “don Chisciotte” di turno che si avventura in battaglie perse fin dall’inizio.

Ma se a Salerno la povera Sonia è stata messa due volte alla porta (e già qualcuno parla di ostruzionismo da parte di una pubblica amministrazione), a Sassano il caso si sarebbe già ridimensionato da se anche se ha lasciato dietro inevitabili strascichi di polemiche.

Perché ?, perché il commissario Marialuigia Vitagliano sarebbe arrivata in Comune addirittura scortata (come raccontano le cronache) da uno dei denuncianti doc (dovrebbero essere tre) nella storia recente del paese (Nicola Trotta, sic !!) e addirittura in compagnia di una signora presentata come collega della commissaria, quando invece forse era la mamma, venendo meno, così, al proprio naturale ruolo di super partes e rasentando la farsa; un ruolo istituzionale che molti vorrebbero importante non si può ridurre alla stregua di una gita di famiglia per un picnic; perché a Sassano, come in altre realtà, nessuno più porta l’anello al naso. Fortunatamente ad attenderla c’era il vice sindaco ing. Antonio D’Amato che con grande educazione e self control ha precisato i termini entro i quali si doveva svolgere la visita, di cortesia !!, annunciando anche che l’Amministrazione Comunale rappresentata declinava ogni onere a carico per le trasferte e quant’altro; ed al fine di evitare ulteriori turbamenti, da gentiluomo qual è, non ha messo alla porta la signora che accompagnava la Commissaria (cosa inaudita e mai vista !!) e neppure chi la scortava (assurdo che un ispettore si faccia accompagnare dal presunto denunciante !!). Chiedo scusa per l’irriverenza, ma questo è l’ A-B-C dell’etica comportamentale di un soggetto che almeno sulla carta non  ha “funzioni ispettive”.

Se poi parliamo della presenza di Nicola trotta, essa potrebbe essere giustificata soltanto se il DCR lo avesse avvertito della presenza della Commissaria e lo avesse invitato a presenziare ai lavori (con tutti i dubbi sull’effettivo potere del DCR di disporre una simile evenienza); ma il fatto che possa essere arrivato insieme alla Commissaria mi sembra davvero fuori dalla grazia di Dio. E qui un altro dubbio; possibile che il DCR abbia avvertito soltanto il denunciante e non la parte che si presume fosse inadempiente ?

In questi frangenti c’era e c’è assoluto bisogno della presenza del segretario generale, a Salerno come a Sassano, per verbalizzare l’accaduto in forma giuridico-amministrativa accettabile; il segretario, ripeto, anche se di nomina politica rimane pur sempre il garante dell’istituzione pubblica che è chiamato a rappresentare.

Ovviamente la vicenda di Sassano, di per se scabrosa e inquietante, è ancora tutta da verificare; ma se così fosse si aprirebbe una nuova e più lunga discussione sul ruolo e sulle prerogative dei Commissari ad Acta che mai devono credere di essere “ispettori del Re” perché nella fattispecie anche il Re non è ancora ben seduto sul suo trono.

E per rimanere in politica e chiudere, mi auguro che il Mov5stelle se ne faccia una ragione; la politica non si fa con i meet-up che, forse, potevano andare bene ai tempi di Grillo prima maniera e che sicuramente oggi andrebbero cancellati e rigenerati. Nei meet-up, lo ripeto ancora una volta, sono confluiti quasi tutti quei soggetti scartati dai partiti politici, e con gli scartati non si va da nessuna parte. Figurarsi nell’insistere a voler mandare per forza i Commissari ad acta nei Comuni.

One thought on “Commissari ad Acta o Ispettori del Re: da Salerno a Sassano … la storia è sempre la stessa

  1. Carissimo Direttore ,
    il difensore civico ,detto anche ombudsman,(”uomo che funge da tramite”) dovrebbe svolgere un ruolo soprattutto
    conciliativo nel rispetto delle regole. Bastava una PEC o una semplice telefonata al Comune di Sassano per sapere che il Consiglio Comunale aveva già approvato il regolamento.Un Commissario ad acta prima di presentarsi in un Comune è tenuto a concordare,anche con una semplice telefonata e fissare per iscritto un appuntamento per il giorno e l’ora con il funzionario addetto ,motivando il motivo della visita.Deve quindi accertarsi se il regolamento è stato già approvato dal Consiglio Comunale.Nella fattispecie era già stato approvato! Non si comprende questa visita a sorpresa senza avvisare prima il Comune di Sassano ?Le regole vanno rispettate anche e soprattutto dal Difensore Civico e dal Commissario ad acta!

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