CHIESA: quella che vorrei … la moralizzazione potrebbe partire da Villammare a disdoro delle lettere anonime e delle indagini dei Carabinieri

 

Aldo Bianchini

SALERNO – “Ripartiamo dalla parola per annunciare la carità”, questo il filo conduttore scelto da “padre Antonio Maria De Luca” (Vescovo di Teggiano-Policastro) per gli “esercizi spirituali per le famiglie” del 2019 che saranno celebrati nei giorni 6 – 7 e 8 settembre in una location assolutamente diversa da tutte le precedenti: “Hotel La Perla di Villammare”.

Un annuncio molto importante quello della diocesi di Teggiano-Policastro e del suo titolare, oltrettutto con un tema non secondario che parla di “parola” e di “carità”, cose queste che nella Chiesa cattolica dovrebbero essere alla base quotidiana di ogni azione e che spesso, invece, non lo sono. Perché ?

Perché la Chiesa di oggi ha la necessità di non continuare a nascondersi, con straordinarie capacità camaleontiche, e di riproporsi apertamente con tutta la sua potenza rigeneratrice per annunciare finalmente una giusta e doverosa moralizzazione di se stessa. Per questo mi sarei aspettato una diversa intitolazione della tre giorni di esercizi spirituali per le famiglie, nel segno che (ovviamente la Chiesa non la governo io !!) avrei preferito, ad esempio, un bel “Ripartiamo dalla parola per annunciare la moralizzazione”.

Ma  tenendo conto che la distanza tra la prima intitolazione (quella della Diocesi) e la seconda (quella che mi sarei aspettata io) sostanzialmente è abbastanza ridotta (difatti la parola attraverso la carità porta sempre e comunque alla moralizzazione) nulla vieterebbe al capo della Chiesa, ricadente sotto il controllo della Diocesi di Teggiano-Policastro, di cambiare tono e registro del suo attesissimo intervento che pur rimanendo centralizzato sul tema “parola e carità” potrebbe coraggiosamente toccare anche l’aspetto assolutamente non secondario della “moralizzazione” .

padre Antonio Maria De Luca - Vescovo di Teggiano/Policastro

Anche perché sulla Chiesa di Teggiano-Policastro, in questi ultimi tempi, se ne dicono di cotte e di crude e si sussurrano fatti e misfatti di una certa gravità, fino al punto che la stessa Diocesi si era rizelata, nel maggio scorso, chiamando addirittura in causa i Carabinieri della tenenza di Sala Consilina per la prevedibile delicatezza ed importanza delle indagini che la stessa Diocesi (come riferito all’epoca dalla testata giornalistica Italia2.it); indagini che aveva creduto doverosamente opportuno sollecitare dopo l’ultima lettera anonima che aveva fatto il giro di tutto il Vallo di Diano e non solo.

La lettera è quella datata 21 maggio 2019 indirizzata al nunzio apostolico d’Italia “Mons. Emil Paul Tscherrig”, al cardinale presidente  della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) “Mons. Gualtiero Bassetti”, al cardinale presidente della CEC (Conferenza Episcopale Campana) “Mons. Crescenzio Sepe”, a tutti i vescovi della CEC ed a tutti i presbiteri della Chiesa di Teggiano-Policastro; con la quale lettera si mettevano in evidenza (in forma spocchiosamente anonima) alcuni aspetti poco edificanti per la chiesa in genere: omosessualità, pedofilia, e festini.

Nel precedente articolo del 28 agosto 2019 dedicato a questa scabrosa vicenda con il titolo “Chiesa: scoperto l’autore delle lettere anonime del Vallo di Diano ?” avevo, come vedete, passato il titolo sotto forma di domanda con un bel punto interrogativo finale. Oggi sono in grado di togliere decisamente quel punto interrogativo perché l’autore di quelle lettere, o almeno della lettera del 21 maggio scorso, sarebbe stato individuato dai Carabinieri di Sala Consilina che nella giornata del 1° agosto 2019 avrebbero addirittura effettuato un blitz con regolare perquisizione nell’abitazione del presunto colpevole residente in Teggiano (questo solo posso svelare per il momento) e, di conseguenza, avrebbero già rapportato i fatti alla competente Procura della Repubblica di Lagonegro. Magro, molto magro, il bottino degli inquirenti: poche copie di quella lettera. Copie che non dimostrano niente perchè in tanti le possiedono e le possediamo. Nulla da eccepire, invece, sia dai dati estratti dal telefonino e dal computer dell’indagato.

Il tutto, vi ricordo, in seguito alla non meglio precisata richiesta dei vertici della Diocesi di indagini giudiziarie all’indomani della diffusione di quella lettera del 21 maggio 2019 che, di fatto, aveva molto colpito la fantasia e l’immaginazione di fedeli e non, ma anche degli stessi presbiteri di tutta la Chiesa di Teggiano-Policastro.

Naturalmente la vicenda non finisce qui; difatti l’indagato (la cui responsabilità è ancora tutta da dimostrare) che da qualche settimana è stato accolto e tutelato direttamente in Vaticano (addirittura circola una foto che lo ritrae, con un corposo fascicolo sottobraccio, in solitario colloquio con il Papa; una foto che tanto ha impressionato i presbiteri valdianesi) ha veementemente reagito a quella che lui ritiene una vera e propria intimidazione ed ha provocato due effetti speciali: nuove perquisizioni e la scomparsa improvvisa e misteriosa di alcuni telefonini. Di chi erano i telefonini e perché sono scomparsi ?

Sono queste le domande alle quali gli investigatori devono rispondere; ma di questo, e di altro, scriverò nel prossimo imminente articolo per svelare nuovi ed inquietanti particolari e per consentire anche ad altre testate giornalistiche di entrare in scena.

Di tutto questo, a mio avviso, dovrebbe parlare il Vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro quando domani (venerdì 6 settembre)  terrà il suo intervento introduttivo della tre giorni di “esercizi spirituali per le famiglie” presso l’Hotel La Perla di Villammare; se non altro per spazzare via le ombre che rischiano di compromettere l’ottimo lavoro che tutta la Diocesi porta avanti da alcuni anni sotto la guida del suo capo.

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