il Quotidiano di Salerno

direttore: Aldo Bianchini

DI LORENZO: Alberto … perchè non parli ?

 

Aldo Bianchini

Ing. Alberto Di Lorenzo - ex top manager del Comune di Salerno

SALERNO – Il dado ormai è tratto e Alberto Di Lorenzo, l’uomo ovunque di Vincenzo De Luca, è saltato al di là del Tevere ed è entrato in pompa magna nel Campidoglio, dove neppure a Giulio Cesare fu consentito subito entrare dopo aver superato con un balzo il Rubicone.

Dopo mesi e mesi di chiacchiere, dopo continue mortificazioni personali, dopo essere rimasto praticamente nei corridoi di Palazzo Guerra (Comune di Salerno) senza avere neanche una stanza, arriva la notizia (Le Cronache, ndr !!) che il Comune di Roma ha raggiunto l’accordo e firmato il passaggio del valente supertecnico salernitano dal Comune di Salerno a quello capitolino. Era nell’aria da tempo, anche lo stesso Di Lorenzo andava spesso predicando di questo suo desiderio avallato da un colloquio romano superato brillantemente. Ma anche in questo caso il bravo Alberto è stato mortificato fino all’inverosimile dopo mesi di incredibile solitudine per i corridoi comunali diventati, come d’incanto, il Transatlantico di Montecitorio.

Alberto Di Lorenzo è stato per qualche decennio nel famoso “cerchio magico” che gravita intorno all’ex sindaco di Salerno e attuale governatore della Campania; e Di Lorenzo non è mai stato uno qualsiasi e non soltanto perché è stato più di tutti al fianco del kaimano condividendo con lui gioie e dolori, fino a quella famosa balconata di fine anno 2017 quando con amici e parenti utilizzò un balcone del Comune per assistere al concerto di Capadanno in assenza del suo capo. Quel momento, secondo me, segnò lo spartiacque nei rapporti tra lui e il kaimano; un piccolo errore che gli è costato moltissimo. Di Lorenzo è stato l’uomo che ha avuto la possibilità di gestire, per un lunghissimo tratto di storia, la chiave del “forziere di tutti i segreti” del cosiddetto “sistema politico e di potere deluchiano” (ammesso che esista davvero !!).

Ed è proprio dal cerchio magico deluchiano che, dopo la cacciata di Alberto, viene la conferma della regola: “chiunque riesce ad entrare nel famoso “cerchio magico” del potere deluchiano più si immola sull’altare sacrificale del kaimano e più rischia di essere brutalmente sfrattato senza possibilità di appello; tranne rarissime eccezioni che non fanno altro che confermare la regola”.

La famosa balconata di Di Lorenzo per il veglione di fine anno 2017

Ma dato che De Luca non è un mostro senza cuore è necessario che gli sfrattati diano prova concreta di non  affidabilità nell’esecuzione pedissequa degli ordini ricevuti, per essere cacciati. Sull’altare sacrificale sono caduti nomi veramente eccellenti nel corso di questi ultimi ventisei anni: Pino Cantillo (il filosofo rosso), Gigi Gravagnuolo (l’uomo della comunicazione), Paolo Donatantonio (il compianto uomo dei segreti personali) e Mario De Biase (elevato al rango di sindaco) per finire a Fausto Martino (l’uomo in grado di gestire i rapporti tra Comune, Soprintendenza e Magistratura), Giovanni Moscatiello (il grande cervello finanziario) e Nello Mastursi (il manipolatore dei rapporti più personali nell’interesse del kaimano).

Ora a tutti questi si è aggiunto il migliore e più fedele di tutti “Alberto Di Lorenzo, l’uomo ovunque del kaimano”.

E tutti sono stati, per certi versi, allacciati tra loro (anche senza conoscersi !!) da un “unico comune denominatore” che si chiama semplicemente “silenzio”, quello più assoluto ed impenetrabile.

Insomma tutti, proprio tutti, sono rimasti immobili come statue di marmo di fronte ai diversi magistrati inquirenti che, alla Michelangelo, con un martello in mano li hanno finanche picchiati gridando ad ognuno: “Perché non parli ?”.

E’ questo il mistero impenetrabile del “sistema politico e di potere deluchiano” che sopravvive ormai da ventisei anni; un mistero fondato sulla piena e totale affidabilità di chi, pur avendo acquisito i segreti, alla fine non parla nemmeno sotto tortura (e qualche magistrato ha anche sottoposto a pressioni inaudite alcuni uomini del cerchio magico).

C’è qualcuno che vorrebbe accreditare, invece, la tesi che il sistema deluchiano non ha e non nasconde segreti; un concetto sicuramente poco credibile ed antistorico che tende a ribaltare la certezza del fatto che chi entra nei cerchi magici qualche segreto lo immagazzina e lo conserva a futura memoria.

Ma allora perché non parlano, perché Cantillo – Gravagnuolo – Donatantonio – De Biase – Martino – Moscatiello e Mastursi non parlano, perché Alberto Di Lorenzo non parla; non so dare una risposta, io non faccio politica ma so per certo che ogni sistema di potere nasconde nel suo DNA tanti segreti.

Del resto ho avuto modo di constatare amaramente che anche il troppo mitizzato Vincenzo Giordano (già sindaco di Salerno dall’87 al 93), più volte strapazzato da De Luca, quando ebbe l’occasione giudiziaria per parlare preferì il silenzio ammantato da un rumoroso “non ricordo”.

3 Commenti

  1. Carissimo Aldo, come ho avuto modo di dirti in privato, io non sono “mai” stato complice di De Luca.
    Proprio mai.
    Non avevo, dunque – forse a differenza di altri – alcun motivo per tacere. E, infatti, le cose che avevo da dire le dissi tutte, alla stampa e, senza reticenze, al p.m. Gabriella Nuzzi che, all’epoca delle mie dimissioni, mi sentì lungamente.

    Come ricorderai, la dott.ssa Nuzzi è il p.m. che chiese per tre volte l’arresto di De Luca (richieste bocciate dal g.i.p Sgroia) e l’utilizzo di 260 intercettazioni telefoniche indirette (richiesta respinta dalla Giunta per la autorizzazioni a procedere): https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/01/21/salerno-260-intercettazioni-ecco-le-accuse-de.html

    Ma la dott.ssa Nuzzi inciampò nella vicenda Why Not e, del tutto ingiustamente fu sottoposta a procedimento penale (prosciolta) e disciplinare (trasferita): http://temi.repubblica.it/micromega-online/la-giudice-gabriella-nuzzi-c-e-un-sistema-istituzionalizzato-per-annientare-i-magistrati-scomodi/.

    I processi da lei avviati – nei quali io ero teste d’accusa – furono ereditati dal p.m. Montemurro, che, per quello riguardante la M.C.M., non volle sentirmi né prima, né durante il dibattimento. Si fece infatti sostituire da un p.m. “onorario” e poi – ma lo saprai certamente – chiese l’assoluzione per tutti gli imputati.
    Questi i fatti. Converrai che qualche differenza comportamentale tra me e gli altri – complici, taciturni o smemorati che siano – c’è.
    Un caro saluto.
    Fausto Martino

  2. Un vergognoso silenzio che, però, vede coinvolti tutti gli “spontanei elettori” facenti parte delle tante coperative che ormai hanno impunemente in mano la città. Che malinconia…

  3. A questi nomi sono da aggiungere Ferdinando Argentino e Alfonso Buonaiuto, scomparsi improvvisamente dai radar per qualche fatto che noi non sappiamo e che loro non racconteranno mai

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