CORONAVIRUS: qualcuno fermi Paola De Micheli … “la Cassandra del coronavirus”

Aldo Bianchini

On. Paola De Micheli, ministro

SALERNO – Matteo Salvini sarà pure uno sciacallo (anche se è tutto da vedere e da discutere !!), sicuramente la ministra Paola De Micheli potrebbe passare alla storia come “la Cassandra del coronavirus”.

Mi spiego, ovviamente, meglio. Negli ultimi giorni con l’insorgere dell’emergenza coronavirus la battaglia politica si è subito incattivita fino ad assumere toni sicuramente inaccettabili sia dall’una che dall’altra parte. All’interno di questa battaglia la posizione dei partiti di governo ha avuto un solo obiettivo con una precisa parola d’ordine: “distruggere Matteo Salvini” fino al punto che l’incauto Matteo si è visto quasi costretto (almeno così si dice !!) a fare una telefonata di conciliazione ed a scrivere al suo nemico pubblico numero uno “Giuseppi Conte”.

Sulla preda, in maniera ossessiva ed anche scomposta si è lanciata (meglio sarebbe dire “scivolata”) a ruota libera la ministra delle infrastrutture e dei trasporti Paola De Micheli con un frasario che se fosse stato usato da un uomo nei confronti di una donna avrebbe scatenato una micidiale reazione a catena senza precedenti.

Ma la De Micheli è donna e, secondo i bene informati, se lo può permettere; insomma una donna alla Giovanna d’Arco che ha tuonato così: ““Salvini? Si sta veramente comportando da sciacallo … In momenti come questi la politica dovrebbe essere unita. Chi come Salvini aspira ad avere un ruolo istituzionale di alto livello, dimostra proprio di non essere all’altezza, non solo per ragioni politiche”” (fonte Il Messaggero del 22 febbraio 2020). Mamma mia che rabbia e che pesantezza e scurrilità nella terminologia con cui arrivare fino al punto di dare (se interpreto bene l’italiano !!) dell’ignorante al capo della Lega andando oltre ogni più logica ragionevolezza e buona educazione.

Ma non si è fermata qui la De Micheli, evidentemente e subdolamente stuzzicata, ha perso ogni freno inibitorio arrivando a sfidare apertamente anche i governatori della Lombardia (Attilio Fontana), del Veneto (Luca Zaia) e del Friuli Venezia Giulia (Massimiliano Fedriga) nel corso della trasmissione “Agorà – speciale”, condotta da Serena Bortone, la sera del 24 febbraio 2020; durante la trasmissione che aveva assunto toni abbastanza pesanti, anche per via della dichiarazione di Giuseppe Conte sull’autonomia delle regioni, scambiando forse fischi per fiaschi la baldanzosa De Micheli (unendo pollice e indice per formare un cerchio uguale allo zero) l’ha sparata tutta lasciando di stucco sia l’intervistatrice che gli ospiti in studio: “Noi in Emilia-Romagna zero casi” alludendo segnatamente all’esplosione dei casi di coronavirus nelle tre regioni del nord; per tre volte ha pronunciato la frase digrignando anche i denti (come spesso fa il governatore Vincenzo De Luca), manifestando un livore senza scupoli e minacciando tutto e tutti con una gesticolazione delle braccia più consona ad un uomo che ad una donna qual è segnatamente lei.

Non l’avesse mai detto; passano poche ore e in Emilia-Romagna esplode il primo caso, ancora qualche ora ed esplode anche il secondo; e precipita la situazione pure in Toscana (con i casi di Pescia e Firenze) che lei a spada tratta aveva difeso prendendo le parti, verosimilmente non richiesta, del governatore Enrico Rossi che, invece, si sta muovendo e sta parlando con toni bassi ed eleganti ma precisi e produttivi dal punto di vista organizzativo della sua regione che rimane davvero come una punta di diamante in un mare di approssimazione e di fanfaronate.

Nelle ore successive e fino alla serata di ieri (mercoledì 26 febbraio) i casi in Emilia sono saliti addirittura a 30 (20 nella patria della De Micheli, 4 a Parma, 5 a Modena e 1 a Rimini), senza contare la vittima settantenne in un ospedale di Piacenza). In Toscana, invece, i casi fin qui registrati sono soltanto quattro a comprova dell’eccellenza di quella regione.

On. Paola De Micheli, ministro

E c’è già più di qualcuno che ha coniato per la ministra Paola De Micheli la definizione che la farà passare alla storia come “la Cassandra del coronavirus”. Come dire che a volte un po’ di riflessione prima di scagliarsi contro tutto e tutti è consigliabile per tutti, anche per una donna assurta al rango speciale di “ministro della repubblica”.

Morale della favola. Qualche anno fa, al tempo di Matteo Renzi uomo solo al comando, ebbi modo di scrivere che “qualcuno avrebbe dovuto zittire le tre donne rapaci della corrente renziana”; quelle donne erano Maria Elena Boschi, Debora Serracchiani e Paola De Micheli.

Le prime due hanno abbassato i toni e sembrano momentaneamente un pò schierate in seconda fila; purtroppo per il governo è ancora in prima fila Paola De Micheli, che continua a fare danni su danni, perché sparate rabbiose come quella dello “zero casi in Emilia” sul piano politico-elettorale costano davvero tanto; per buona pace anche dello stesso Salvini.

 

 

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