L’abiura del pensiero critico e la sopravvivenza galileiana

Dr. Giuseppe Lamberti

SALERNO – <<In questioni di scienza, l’autorità di un migliaio di persone non vale tanto quanto l’umile ragionamento di un singolo individuo>>. Una frase, questa, che il mondo conserva da ben quattro secoli e che oggi risulta di straordinaria attualità, così come quando venne scritta da Galileo Galilei, per esternare come, nel suo tempo, il pensiero critico, trovava contrapposizione nelle Istituzioni che dovevano “conservare la fede” delle masse. Una frase semplice e concisa, che racchiude in essa, la ribellione scientifica di un uomo che alla fine fu costretto all’abiura, ovvero a rinnegare le sue tesi, per salvare la propria vita. Seppur, in quattro secoli, il mondo abbia conosciuto scoperte e progressi scientifici in ogni campo, la terra è ancora piatta e non ruota intorno al Sole. Appare, quindi, evidente che il vero progresso umano è rappresentato dalla conservazione del pensiero critico individuale, ovvero dalla capacità dell’individuo di “pensare” e di raggiungere un giudizio attraverso un’analisi immune da sé stessi e dai gruppi sociali a cui egli appartiene. Ma la storia ci ha insegnato come, dapprima i partiti politici, i movimenti, le religioni e successivamente nuovi strumenti di comunicazione, abbiano progressivamente appiattito tale capacità umana, infatti, è sempre più frequente per gruppi sociali omogenei “adattare” il proprio pensiero a quello di soggetti ritenuti forti all’interno del gruppo stesso, per intenderci i cosiddetti leader. Da questa semplice riflessione, ne consegue che nella praticità, l’individuo rinuncia al proprio pensiero critico per adattarsi al leader o ai leader del proprio gruppo sociale. Un ruolo di primordine, all’interno di tale logica, viene assunto dalle nuove tecniche di comunicazione, quelle dei social media in particolare, che finiscono per semplificare la “commercializzazione di informazioni” da dare in pasto agli utenti e che spesso uniti a sentimenti come la paura e l’angoscia finiscono per produrre alterazioni dei sensi e della realtà percepita, la stessa paura alla base dei corsi di marketing per spingere i consumatori ad acquistare. In questo momento storico come quello attuale, caratterizzato da una drammatica situazione sanitaria ed economica, ma anche psicologica, l’informazione è divenuta il fulcro della quotidianità dei tanti che osservano le regole dettate dalla pandemia ed è proprio sotto tale profilo che, le notizie condivise in particolare sui social media, appaiono spesse confusionarie e prive di collegamento. Non ci è dato sapere quale sia o quali siano le verità che spesso ci celano dietro una manciata di parole messe in fila – apparentemente in ordine logico – ma sicuramente abbiamo la facoltà di sottoporle al giudizio del nostro pensiero critico, o almeno di ciò che ne resta. Ma d’altronde anche Galileo Galilei fu costretto, per tenersi cara la vita, a rinunciare alle proprie tesi ed accettare quelle delle masse.

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