Coronavirus: Albanese, il banchiere di prossimità scrive al governatore De Luca

Aldo Bianchini

Michele Albanese, direttore generale Banca Monte Pruno

SALERNO – Il banchiere Michele Albanese, in nome e per conto della Banca Monte Pruno (di Roscigno-Laurino, Sant’Arsenio, Potenza e Salerno), ha scritto una lunga e intensa lettera al presidente della Regione Campania on. Vincenzo De Luca; niente di che, saremmo più o meno nella media se non fosse che la lettera è firmata, appunto, dal noto ed anche mitico direttore generale della banca che, almeno pubblicamente, non ha nessun tratto caratteriale di uomo forte ed autoritario; Albanese, invece, è autorevole e solo al comando di una barchetta con due remi che è diventata una sorta di transatlantico nel mare tempestoso e pericolosissimo del credito, della finanza e dell’economia in genere.

 

A prescindere dalla mia personale amicizia con lui e dalla stima sicuramente meritata che ripongo in lui, come primo atto di questa mia riflessione devo ricordare a tutti che ha preso in mano quella barchetta a due remi che navigava a vista con pochi soci (e non tutti conformemente uniti sulla rotta da seguire) e l’ha trasformata in una nave transatlantica in grado di affrontare anche le tempeste più insidiose.

Ed è così che, lentamente ma sempre con passo sicuro ed affidabile, Michele Albanese è riuscito a trasformare la MPR da piccolo credito cooperativo a una delle migliori realtà bancarie campane e non solo.

Ed è nato, all’interno di una struttura bancaria che oggi spazia i suoi interessi tra la Campania e la Basilicata, il mito dell’uomo solo al comando; un mito quasi simile a quello del governatore De Luca se non fosse per la modalità di approccio ai problemi da risolvere completamente diversa.

Il governatore è rude, autoritario, non ammette contraddittorio e spesso nella proposizione del suo pensiero altera addirittura i tratti somatici del suo viso e tuona con la forza vibrante del suo timbro vocale che, di per se, incute nella controparte un senso di timore decisamente reverenziale.

Il banchiere è mite, autorevole, predisposto al dialogo ed all’accoglienza, umile al punto giusto e aperto con tutti, soprattutto con  quelli che mostrano di avere più bisogno; si rivolge al prossimo sempre in maniera convincente, non è temuto ma assolutamente rispettato. A cominciare dai suoi ragazzi che ha scelto con un senso del fiuto difficilmente riscontrabile in altri manager.

 

Ebbene il mite banchiere ha scritto al rude governatore, con rispetto ma senza alcun timore reverenziale o di convenienza politica; insomma dalla sua posizione che non è quella del vassallo (come molti politici del territorio) piuttosto come competitor alla pari; lo ha fatto per evidenziare i punti nodali del sistema bancario che rischia di incartarsi invece di aprirsi alla pratica del credito tanto utile e tanto attesa da tutti.

Non è un politico, Michele Albanese, nel senso più classico del termine, ma fa politica in maniera costruttiva per il territorio di sua competenza professionale; non chiede e non si aspetta niente dalla politica politicante, semmai offre un progetto partendo dall’assunto che quello proposto è sicuramente un progetto su cui lavorare  anche al fine di perfezionarlo e comunque per renderlo sempre più facilmente sovrapponibile alla realtà della condizione in cui vive la collettività che lui conosce benissimo per il semplice fatto di aver toccato con mano le esigenze e le aspettative delle piccole e medie imprese e delle famiglie di buona parte del territorio delle province di Salerno e Potenza.

 

Ecco, è proprio in quest’ottica che va letta la lettera del direttore generale Michele Albanese che in calce al presente articolo viene di nuovo pubblicata.

Credo che il suo pensiero sia assolutamente condivisibile, e ha colto nel segno: il grande problema dell’accesso al credito delle piccole e medie imprese (che costituiscono gran parte del tessuto economico del Paese) è esploso ancor di più dopo che (in una situazione già disperata per l’ulteriore irrigidimento delle norme UE) è stata introdotta la riforma dei crediti cooperativi (voluta da  Matteo Renzi), che ha finito per abbattere gli ultimi baluardi rimasti in campo a sostegno dell’economia reale…

Quella di Albanese è una voce fuori dal coro dei grandi “tecnocrati” della finanza: “aiutiamo le imprese o sarà recessione totale … per aiutarle dobbiamo CAMBIARE (sul serio … e non come blaterano i politici – aggiungo io) le norme di accesso al credito …“;  è quasi un grido di allarme ma anche di aiuto … da parte di chi vorrebbe dare una mano concreta (come ha sempre fatto in passato) ma gli viene impedito dalla solita miope burocrazia.

Foto di gruppo - Banca Monte Pruno

 

La lettera aperta di Michele Albanese

 

 

Preg.mo

GOVERNATORE PRESIDENTE VINCENZO DE LUCA

 

Leggiamo con grande apprezzamento e partecipazione la sua richiesta di supporto/condivisione circa l’emergenza che stiamo vivendo.

Con la presente, pertanto, cercheremo di fornire il nostro più puntuale contributo, visto anche il ruolo che rivestiamo e che ci troviamo ad avere in questa fase ma che, indipendentemente da ogni misura attiva, deve prevedere, per forza di cose, un intervento diverso ed incisivo su come le nostre aziende dovranno porsi verso l’erogazione di credito.

La normativa bancaria di caratura europea, unita all’avvento delle Capogruppo, che hanno fatto rientrare le nostre BCC nel novero delle banche “significant”, come gli altri gruppi bancari italiani, giusto per capire l’impatto regolamentare, ha limitato l’azione delle banche del territorio, che oggi si trovano ad osservare una serie di regole non coerenti con la natura delle stesse e nemmeno proporzionali alla struttura ed ai relativi numeri di bilancio.

Questo ha già comportato, nel recente passato, un irrigidimento delle BCC ad erogare credito alle famiglie ed alle PMI.

Ora questo irrigidimento potrà creare un vero e proprio collasso finanziario se non si riesce a creare un percorso ad hoc per queste banche, le quali sono strutture di primissimo contatto finanziario e non sui territori e di forte connotazione locale.

Esse, se ben sfruttate, potranno diventare la vera variabile forte di un progetto di rilancio economico.

Nell’ambito regionale, come a Lei sicuramente noto, le BCC hanno una forte presenza anche dal punto di vista numerico ed avranno un ruolo imprescindibile nell’anno zero post COVID-19.

 

Noi non vogliamo tirarci indietro, anzi, ma abbiamo la necessità, fin da subito, di essere messi nelle condizioni migliori, senza dimenticare gli equilibri di bilancio, per poter operare e guardare subito oltre a quella normativa comunitaria, buona forse per Berlino e Bruxelles, ma non certo per Salerno, Napoli, ecc…

In questa fase così delicata, l’attivazione delle moratorie dei mutui (attenzione a considerare come la moratoria sia garantita solo ai crediti “in bonis”), che congelano il debito e lo rinviano, faranno sorgere successivamente il tema della sostenibilità di questo debito a partire dal 1°ottobre 2020, in quanto, dovremmo auspicare in una regolare ripresa del mercato almeno simile al periodo ante COVID-19.

Questo è un primo serio problema, in quanto, vista l’eccezionalità di quanto accaduto, si dovrebbero immediatamente sterilizzare gli effetti relativi al principio contabile IFRS9 sui crediti che hanno enormi possibilità di diventare, nel breve periodo, crediti deteriorati, con tutte le conseguenze del caso per la finanziabilità di queste imprese e per le quote di accantonamento delle Banche.

Le Banche oggi trovano più convenienza nel non fare credito, rispetto ad erogarlo a tassi pari allo zero, in quanto, le quote di accantonamento sulle probabili perdite future non vengono nemmeno compensate dalla redditività del finanziamento.

Come preannunciavamo, questo concetto ha già stretto le maglie del credito ante COVID-19, figuriamoci post, dove troveremo un mercato completamente falcidiato da questo maledetto periodo.

Preg.mo GOVERNATORE,

oggi bisogna mettere, in primis, le Banche nella condizione di erogare e supportare l’economia, soprattutto, in una Regione come la nostra dove il capitale di rischio è quasi esclusivamente il capitale di finanziamento, e cioè quello che erogano le Banche.

Proseguire verso questo stato di irrigidimento del mercato bancario, soprattutto locale, metterebbe in crisi tutta l’economia territoriale, anche quelle imprese che fino a poche settimane fa erano sane e con importanti margini di crescita.

A questo dobbiamo aggiungere quelle imprese che già presentavano qualche difficoltà bancaria, che non vanno certo dimenticate.

Gli interventi di supporto, al momento, non considerano i crediti già classificati come deteriorati quali gli Utp (clientela in temporanea difficoltà finanziaria), i Past due (esposizioni scadute e/o sconfinanti che eccedono i limiti di affidamento da oltre 90 giorni).

Tuttavia, anche queste posizioni potrebbero avere necessità di un tempestivo supporto finanziario per evitare il default ed il conseguente passaggio a sofferenza.

In altri termini, le Autorità di vigilanza europee, pur essendo tempestivamente intervenute sui crediti assistiti da garanzie statali (moratorie), nonché su sgravi di capitale, ispezioni, stress test e segnalazioni di vigilanza, sembrerebbero dare per scontato un incremento sopportabile per le Banche del credito deteriorato conseguente all’emergenza sanitaria in corso.

Fattore anche questo che andrebbe ad accrescere quell’irrigidimento che accennavamo prima.

Anche il Financial Times del 17 marzo scorso affronta, anche attraverso interviste ai principali esperti del settore, il tema della ciclicità indotta dall’IFRS9 e, specificamente, della grave minaccia prodotta dal citato principio contabile a seguito dell’emergenza sanitaria del Covid-19 che rischia di paralizzare il settore bancario per effetto degli accantonamenti preventivi sui crediti.

Sono numerosi, quindi, i nodi che vanno sciolti al fine di avviare concretamente una ricostruzione vera a propria, che passa per forza di cose per il mondo bancario e se si osserva la Regione Campania, anche per le Banche di Credito Cooperativo.

Oggi è fondamentale una pressione sulla normativa bancaria europea che vada a tutelare, di conseguenza, attraverso le Banche, tutte le aziende e tutte le famiglie che chiedono liquidità per affrontare questa emergenza.

La sterilizzazione completa del principio IFRS9 è da ritenersi fondamentale in questo frangente così particolare.

Riteniamo non vincente la modalità del “fondo perduto” che ha creato diversi danni nel nostro Sud, ma la necessità è puntare a sciogliere i nodi che bloccano le nostre Banche del territorio di fronte alla pesante normativa bancaria europea.

Oggi tutti hanno bisogno di supporto, anche chi ha avuto problemi pregressi oppure pagamenti scaduti/in ritardo, l’emergenza è per tutti, altrimenti si rischia di far crollare un contesto economico già ricco di problematiche.

Quello che era adeguato solamente 45 giorni fa, risulta totalmente inadeguato oggi e lo sarà sempre di più con il passare del tempo.

Purtroppo, è già chiaro come le Istituzioni Europee siano sorde di fronte al grido di allarme italiano, ma di diverso avviso potrebbe essere anche la Vigilanza Nazionale che potrebbe avere un ruolo di pressione molto più incisivo.

Lo strumento del Microcredito Centrale, ad esempio, con le sue garanzie rappresenta un campo favorevole per le Banche e verrà certamente utilizzato, ma l’acquisizione di una garanzia statale poggia su cardini che oggi, post COVID-19, sono ampiamenti crollati.

Questo fa paura. Molta paura. Necessaria una semplificazione del processo, oltre che un ampliamento delle categorie che possono accedervi.

Con favore si possono guardare ulteriori fondi di garanzia che vadano a calibrare la loro offerta verso quel mercato più rischioso per le Banche.

Lo sforzo, oggi, deve essere totale, da parte di tutti.

Noi siamo pronti a finanziare le PMI, ad anticipare eventuali risorse che dovranno successivamente essere erogate, già a partire dalle quote degli autonomi o dalla cassa integrazione.

Siamo a sua/vostra completa disposizione.

La prima mossa, indispensabile, è dare maggiore libertà alle Banche nel supporto all’economia, liberandole, nel vero senso della parola, da una normativa europea che già ha tolto troppo.

Per il resto, oggi, la Regione Campania, così come sta facendo, deve guardare oltre le misure Nazionali e già pensare a quello che accadrà alle aziende virtuose quando finirà la moratoria di sei mesi dei mutui.

In quel frangente così come oggi, saranno le Banche a dover rispondere presente e lo potranno fare se i vincoli presenti vengono allentati.

La stessa Regione dovrà dare supporto a quelle categorie che le Banche, in questa fase, guardano con circospezione, perché molto rischiosi o con pregressi problemi.

Ci rendiamo disponibili, fin d’ora, per ogni esigenza che dovrebbe sorgere, certi che mai come in questo momento è indispensabile il contributo di tutti.

Referenti saluti.

Roscigno, 31 marzo 2020

 

 

 

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