Coronavirus: De Luca e l’informazione

Aldo Bianchini

Nella foto, da sinistra: Ottavio Lucarelli (presidente Ordine Giornalisti Campania) e Vincenzo De Luca (governatore Regione Campania) - foto tratta da Ondanews.it

SALERNO – Ci sono, sono giunto al capolinea; prima o poi dovrò decidere di farmi ribattezzare, perché a volte non ci capisco più niente e mi ritrovo sempre più in difficoltà ad avere a che fare con l’imbecillità (sante parole deluchiane).

Arrivare a capire perché ci voleva il coronavirus per far (diciamo così !!) ribellare la stampa campana ed anche il suo presidente Lucarelli per gli atteggiamento scorbutici, insofferenti, arroganti e spesso anche maleducati del governatore Vincenzo De Luca nei confronti dei giornalisti, mi sembra davvero allucinante.

De Luca si è mosso sempre così con i giornalisti (ovviamente parlo per quella che è la mia esperienza salernitana) arrivando addirittura a massificarli e spesso a mortificarli anche per argomenti e casi senza senso; da solo, ripeto da solo, ho sempre combattuto una battaglia ferrea contro gli atteggiamenti del kaimano e molte volte mi sono reso conto che la controparte (cioè i giornalisti, ma anche tutto il resto dei politici) nella maggior parte dei casi mi hanno ignorato e qualche volta mi hanno anche denigrato. Probabilmente rompevo le uova nel paniere a qualcuno molto vicino al cosiddetto “cerchio magico deluchiano”.

Negli anni passati ho addirittura scritto più volte all’ordine dei giornalisti ed al suo presidente; ma mai nessuno si è degnato di rispondere.

Ebbene adesso qualcuno si sveglia dopo un lungo letargo e pensa a qualche protesta ufficiale (che non ci sarà !!) contro l’atteggiamento di superiorità del governatore verso una pletora di giornalisti molto ben disposta alla sudditanza finanche psicologica nei confronti del capo supremo.

Dico questo con la consapevolezza che tanto, non essendo io nessuno, il mio pensiero non infastidirà nessuno; guai a rispondermi, rischierebbero di avallare la mia esistenza.

Per queste ragioni mi schiero, senza se e senza ma, con il nostro governatore che qualche giornalista vorrebbe importunare proprio nel momento più sbagliato in assoluto; con l’emergenza in atto figurarsi se De Luca può perdere tempo con qualche impertinente che arriva in conferenza stampa teso/a e nervosamente caricato/a con qualche domanda a sorpresa che poi risulta essere sempre di un piattume incredibile.

Nel pensiero di De Luca, questo il presidente Lucarelli dovrebbe saperlo molto bene, i giornali (ovvero la stampa) sono utili per incartare il pesce e i giornalisti disposti a vendersi per una pizza e una birra ovvero che l’80% dei giornalisti campani sono dei farabutti (parole storiche deluchiane); queste cose le ha dette decine e decine di volte, pubblicamente; e tranne qualche timidissimo tentativo di rispedire al mittente le accuse la generazione giornalistica salernitana e/o campana (che non è geneticamente modificata come dice De Luca), pur essendo sostanzialmente sana e corretta, non ha mai saputo condurre la battaglia fino in fondo.

 

Sul web gira un videomessaggio di Vincenzo De Luca in cui non solo parla di “ministri perennemente in videoconferenza” ma anche di “politici geneticamente modificati”, fino al punto di affermare che le “conferenze stampa” sono di una inutilità asfissiante (e come dargli torto !!) e rappresentano, alla pari delle videoconferenze, un passaggio deleteriamente mortale sulla strada dell’azione ferma e decisa del decisionismo che lo stesso De Luca è disposto ad insegnare a tanti.

 

Qualcuno, svegliatosi dal coma profondo, l’altro giorno è arrivato finanche a riportare a galla la vecchia e trita storiella che De Luca ha paura del confronto; ma come si fa a dire ancora queste cazzate, De Luca non ha paura di niente e di nessuno soprattutto in questo momento di tragedia sociale che gli consente non solo di maltrattare la platea dei giornalisti e dell’informazione in genere ma anche di svilirla della loro azione e funzione sociale importantissima; tanto De Luca viaggia sul velluto, la gente è dalla sua parte e senza la gente i giornali non vendono e i giornalisti sono destinati a rimanere a casa.

La cosa intelligente da fare, partendo proprio da questa emergenza, è quella di ricostruire il metodo della comunicazione e del rapporto con il governatore (che si avvia agevolmente a rimanere a Palazzo Santa Lucia per molti anni ancora); a questo dovranno pensarci da subito l’ordine e il Sindacato dei giornalisti della Campania; in mancanza saranno tempi duri per tutti.

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