Gli assistenti civici volontari, i “guardiani” della movida e degli assembramenti : Non saranno incaricati di pubblico servizio. Con i suoi 6,6 milioni di volontari l’Italia è uno dei paesi europei con il più alto tasso di volontariato.

E’ imminente il bando della Protezione Civile per 60 mila  assistenti civici  che avranno il compito di aiutare le autorità a far rispettare le regole della Fase 2 e le limitazioni delle libertà individuali imposte a colpi di DPCM,ordinanze e  decreti legge . Non saranno incaricati di pubblico servizio e la loro attività non avrà nulla a che vedere con le attività a cui sono tradizionalmente preposte le forze di polizia. La proposta del Ministro degli Affari Regionali  Boccia portata avanti con l’ Anci ,i Sindaci di  avvalersi degli assistenti civici,  per tutta la durata dell’emergenza sanitaria, di soggetti chiamati ad espletare, gratuitamente, prestazioni di volontariato di 16 ore settimanali che ciascuno può regalare al proprio comune per aiutare gli anziani, portare spesa e medicine, aiutare nell’organizzazione del distanziamento sociale, come ad esempio fuori dalle chiese o fuori dai parchi per contingentare gli ingressi. Nessuna vigilanza, ronda o sentinelle anti spritz. In caso di assembramenti non potranno chiedere i documenti, ma solo segnalare a vigili e forze dell’ordine.Inoltre per il  ministero dell’Interno,  l’istituzione della figura degli ‘assistenti civici, in relazione alle misure di contrasto e di contenimento della pandemia Covid-19, non dovranno comportare compiti aggiuntivi per le prefetture e per le forze di polizia già quotidianamente impegnate nei controlli sul territorio.    Se mancano i vigili urbani i tutti i Comuni d’Italia  per effettuare i controlli anti covid, perché non  si procede velocemente ad assumerli con procedure semplificate e con finanziamenti statali da dare agli enti locali per questo potenziamento degli organici?Ci vorrebbero medici, infermieri, assistenti sociali, insegnanti, persone preparate per fare test e tracciare i positivi e i loro contatti. I volontari civici in funzione di vigilantes della disciplina dei cittadini. Si mettono queste persone a repentaglio. Non hanno nessun potere, hanno una casacca addosso, vanno in mezzo alla movida di ragazzi e, se gli va bene, si pigliano qualche cattiva parola.Il bando della protezione civile per selezionare 60.000  assistenti civici, secondo il Presidente dell’Anci e Sindaco di Bari, Antonio Decaro, riguarda a quei volontari che ci hanno aiutato a consegnare la spesa o i medicinali a chi non poteva uscire di casa nella fase di emergenza, e che in questa nuova fase stanno facilitando gli accessi contingentati ai parchi e ai mercati, contando il numero di persone che entrano ed escono o alla riapertura delle spiagge potranno spiegare le regole per l’accesso. Insomma svolgeranno le attività che i volontari hanno svolto in questi mesi tenendo in piedi le nostre comunità. Il bando serve a trovarne di nuovi, visto che , con il progressivo ritorno al lavoro , molti di coloro che si sono prestati nel primo periodo di emergenza, non hanno più la stessa disponibilità di tempo”.

I soggetti saranno individuati su base volontaria, coordinati come sempre nell’emergenza dalla Protezione civile che indica alle Regioni le disponibilità su tutto il territorio nazionale e impiegati dai Sindaci per attività sociali, per collaborare al rispetto del distanziamento sociale e per dare un sostegno alla parte più debole dellapopolazione.Infine sono stati sbloccati i trecento milioni di euro del Fondo infrastrutture sociali per i Comuni del Sud. Con la presa d’atto della Conferenza Stato-Città, dopo un confronto essenziale con l’Anci, è arrivato il via libera al decreto che ripartisce 75 milioni annui, dal 2020 al 2023, direttamente alle amministrazioni locali del Mezzogiorno, privilegiando le città medie e piccole, per nuovi interventi, manutenzioni straordinarie, su scuole, strutture e residenze sanitarie, edilizia sociale, beni culturali, impianti sportivi, arredo urbano, verde pubblico, e altri ambiti della vita sociale.

“Grazie a questi trecento milioni le amministrazioni locali potranno investire subito per garantire servizi sociali e spazi pubblici, anche con piccoli interventi che contribuiscono a rilanciare, soprattutto dopo la pandemia, l’economia locale e la qualità della vita” ha dichiarato il Ministro Provenzano, a margine dei lavori della Conferenza. “Il decreto mette al centro i Comuni, e finalmente riconosce risorse adeguate anche ai piccoli e piccolissimi per prendersi cura delle persone e delle comunità, in ragione delle fragilità troppo spesso ignorate da un’azione pubblica che non deve più fare parti eguali tra diseguali”.Il criterio di ripartizione è infatti inversamente proporzionale alla popolazione di riferimento, in modo da garantire anche a un comune di 500 abitanti un contributo totale di 32.000 euro (mentre un comune con popolazione maggiore di 250000 abitanti riceverà un contributo totale pari a 655.000 euro), relativamente maggiore in pro capite. Si abbandona il criterio storico di attribuzione delle risorse e si pone attenzione alle zone deboli del paese per offrire a tutti i cittadini le medesime opportunità.

“Grazie a una collaborazione tra il sistema dei Comuni e il governo , questo fondo potrà incidere su territori che hanno maggiori bisogni, come i centri piccoli e medi del Sud, e soprattutto in un settore che, mai come ora, ha esigenza di cure, quello del sociale: scuole, verde pubblico,  impianti sportivi, arredo urbano, edilizia sociale potranno godere di interventi piccoli e grandi spesso indispensabili e urgenti. I Comuni sono ottomila centri di spesa diffusi su tutto il territorio. Ogni risorsa che ci viene affidata per realizzare o anche solo apportare migliorie al patrimonio di luoghi in cui si erogano i servizi sociali coglie due obiettivi, entrambi essenziali: migliorare l’aspetto e la fruibilità delle nostre città e paesi e attivare un’immediata circolazione economica a livello locale”.

Dr. Pietro Cusati

(Giurista – giornalista)

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