REFERENDUM: io voto no … il pensiero di Ottavio Romanelli

 

La redazione

 

VALLO di DIANO – Siamo ormai vicinissimi alle giornate in cui si voterà per il referendum sul taglio dei parlamentari che qualcuno vorrebbe far passare per “referendum costituzionale” una consultazione elettorale che, secondo molti costituzionalisti, non ha niente di costituzionale.

Insomma si vota per il cosiddetto referendum taglio parlamentari, ovvero la consultazione referendaria nella quale gli aventi diritto al voto in Italia saranno chiamati ad approvare o respingere la legge di revisione costituzionale votata dai deputati e dai senatori che prevede il taglio del 36,5% dei componenti di entrambi i rami del Parlamento: da 630 a 400 seggi alla Camera, da 315 a 200 seggi elettivi al Senato.

Le posizioni in campo sono diverse e contrapposte; è battaglia all’ultimo voto tra il “SI” e il “NO”.

Ha scritto a questa redazione il giovane ingegnere sassanese Ottavio Romanelli, responsabile politico a livello locale, per rappresentare il suo pensiero, mettendoci la faccia, che con vivo piacere pubblichiamo:

 

ing. Ottavio Romanelli

“”Considero il taglio dei parlamentari, oggetto di referendum il prossimo 20 settembre, un provvedimento sbagliato e demagogico.

Ridurre la rappresentanza senza riformarla, senza far funzionare i luoghi della rappresentanza, senza migliorarla e allargarla con altre modalità è un atto autolesionista e sostanzialmente antidemocratico. È una riforma che prosciugherà ancora di più la democrazia a favore della tecnocrazia dell’esecutivo. I cittadini avranno non più, ma meno voce. Le cronache degli ultimi anni suggeriscono come la debolezza strategica del Parlamento non è tanto nel numero quanto nella qualità di chi lo compone. Ovvero, il vulnus è nella selezione di deputati e senatori. Sul fronte del miglioramento della qualità degli eletti e delle attività del Parlamento il referendum del 20-21 settembre non garantisce nulla a fronte di risparmi netti che, secondo l’Osservatorio dei conti pubblici italiani di Carlo Cottarelli, ammontano a 57 milioni l’anno pari ad appena lo 0,007 per cento della spesa pubblica italiana.

In pratica, ogni cittadino risparmierà circa 0,90 euro l’anno. Il costo di un caffè.

Insomma, con la riduzione numerica il Parlamento perderebbe efficienza e sarebbe sempre più subalterno e ricattabile da parte del Governo; avremmo un’ulteriore crescita dei decreti, dei voti di fiducia e, soprattutto, aumenterebbe incommensurabilmente il potere dei capi-partito, che diventerebbero ancor più i veri decisori in merito a chi deve sedere nelle assemblee legislative.

Chiudo con questa frase pronunciata in seno all’Assemblea Costituente da Umberto Terracini: “Quando si vuole diminuire l’importanza di un organo rappresentativo s’incomincia sempre col limitarne il numero dei componenti, oltre che le funzioni”.

#IOVOTONO #lademocrazianonsitaglia””.

 

 

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