POLLA: se il macchinario covid non era funzionante … adesso chi paga ?

Aldo Bianchini

Point Of Care Test (POCT), prelievi

POLLA – La strana e contorta vicenda del macchinario covid (detto scientificamente POCT) potrebbe cessare di essere “una sceneggiata meroliana” per passare presto a “inchiesta giudiziaria mod. 21”, cioè nel registro degli indagati, sempre che la Procura di Lagonegro (o altra di competenza) decida di vederci chiaro sulla funzionalità o meno del macchinario il cui arrivo presso l’ospedale di Polla era stato strombazzato dai due consiglieri regionali valdianesi “Matera e Pellegrino”.

Potremmo, quindi, trovarci preso di fronte ad un caso giudiziario bello e buono; il dubbio, a dire il vero, mi era venuto leggendo un articolo su Il Mattino del 28 novembre scorso, firmato dall’attento Pasquale Sorrentino, e in particolar modo nel passaggio che scrive: “ … L’apparecchio arrivato qualche settimana fa è risultato fallace con alcuni pazienti con il primo esito negativo poi risultati positivi …”.L’affermazione riportata dal giornalista potrebbe voler dire almeno due cose:  che il macchinario è arrivato difettoso; che chi deve farlo funzionare non lo sa fare perché non formato a tale compito.

Entrambe le ipotesi, è evidente, sarebbero gravissime; ma per onestà intellettuale bisogna sposare la prima delle ipotesi come quella più credibile; e se dovesse risultare così, si innestano subito alcune considerazioni.

  • L’ASL di Salerno ha assegnato il POCT a Polla dopo averlo acquistato dalla SORESA (Società Regionale per la Sanità) con “deliberazione Asl n. 865 del 27.08.20” per Roccadaspide, tranne poi dirottarlo immotivatamente verso Polla;
  • L’ASL di Salerno ha espletato una gara ad evidenza pubblica (almeno si spera !!) per una fornitura inefficiente o addirittura pericolosa se attesta la negatività di pazienti che al controllo di un’altra macchina risultano, invece, positivi;
  • L’ASL di Salerno ha controllato la trasparenza della gara e la funzionalità dell’apparecchio; o chi doveva controllare non l’ha fatto;
  • L’ASL di Salerno prima di autorizzare il funzionamento del POCT a Polla ha accertato l’esistenza delle giuste professionalità mediche e infermieristiche;
  • L’ASL di Salerno ha prodotto una caduta d’immagine per due consiglieri regionali che si sono accapigliati su un apparecchio che sarebbe poi risultato mal funzionante se non addirittura pericoloso;
  • L’ASL di Salerno potrebbe aver sperperato denaro pubblico nell’aver acquistato il POCT senza seguire tutte le precauzioni e procedure del caso;
  • L’ASL di Salerno ha ricevuto da Polla segnalazioni di cattivo funzionamento del POCT o i vertici sanitari di Polla non hanno riferito niente;
Apparecchiatura POCT (Point Of Care Test)

Ecco la spiegazione del perché sulla scena c’è stata l’irruzione diretta del governatore Vincenzo De Luca (una irruzione che mi aveva insospettito e che io avevo addebitato al litigio tra i due consiglieri) che resosi conto della gravità della situazione ha subito disposto l’azzeramento di tutto con la promessa di inviare quanto prima (sempre che arrivi !!) un apparecchio più idoneo alla bisogna e di creare intorno ad esso un vero “laboratorio di biologia molecolare” con personale adeguato  all’eccellenza della nuova struttura.

Mi chiedo se l’ASL di Salerno riterrà di chiarire la situazione nelle more del fatto che il governatore, intelligentemente, ha anche indicato la provenienza del macchinario difettoso (Il macchinario assegnato deriva dall’aggiudicazione del secondo lotto della gara espletata da Soresa e i reagenti utilizzati saranno messi a disposizione dalla struttura Commissariale per l’emergenza Covid-19 , per il tramite di Invitalia) e quindi siamo già in presenza di tutti i dati necessari alla partenza autonoma di un’inchiesta da parte dell’Autorità Giudiziaria, sempre che la Regione in autotutela non abbia già segnalato l’incresciosa vicenda alla Procura di competenza.

E la storia, forse, non finisce qui.

 

 

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