L’ex Ministro delle Aree Urbane Avv. Carmelo Conte: Vaccinarsi è un dovere verso la società:”La libertà vale la vita”, la buona politica vale la vita.

 

 

Dr. Pietro Cusati

(Giurista – Giornalista)

 

On. Avv. Carmelo Conte - già ministro per le aree urbane

Eboli, 20 dicembre 2020 .”La libertà vale la vita”, è l’ultima frase scritta da Bettino Craxi su un foglio volante lasciato sulla scrivania, il giorno prima della sua morte.

Esprime un principio di valore assoluto che eleva il diritto alla morte allo stesso livello del diritto alla vita, che non può, però, essere invocato per giustificare il no al vaccino, perché la vaccinazione non difende solo il singolo cittadino, ma anche la cittadinanza dal possibile contagio che egli diffonderebbe, ove non si immunizzasse.’’Lo ha scritto in un  post l’ex Ministro delle aree Urbane ,l’Avv. Carmelo Conte,ricordando le ultime parole di Bettino Craxi :’’La libertà vale la vita’’, la buona politica vale la vita.Condivido sia le parole di Craxi che il pensiero lucido dell’Avv.  Carmelo Conte, vaccinarsi è un dovere verso la società, verso la collettività,cioè verso tutti noi. L’art. 32 della Costituzione ,infatti, configura il diritto alla salute “come diritto dell’individuo e interesse per la collettività”.‘’I rappresentanti delle istituzioni, nazionali, regionali e locali,continua Carmelo Conte, devono, pertanto, imporre l’obbligo della vaccinazione, salvo motivi di forza maggiore, e non profondersi in raccomandazioni di buon senso per compiacere l’opinione degli obiettori di coscienza che, in questo caso, non è giustificata perché lede il diritto alla salute degli altri cittadini’’. Vi è di più la Pandemia impone il ritorno alla politica. “Dio è morto, Marx è morto, e neanche io mi sento tanto bene”.Questa  battuta, di incerta attribuzione, riferita alla Campania significa che sono morti i partiti, è morta la politica, e a non sentirsi bene sono le istituzioni e il popolo, sovrastati dal populismo e dalla teoria dell’uomo solo al comando.Il “Signor Covid”,il dittatore come lo chiama Bruno Vespa è,secondo Carmelo Conte,  come il diavolo, “non è venuto per affari” , vuole l’anima, l’essenza stessa dell’umanità e della civiltà.Per difenderla e conservarla dobbiamo rifarci a un insegnamento di Platone: ritornare alla politica che è “una forma superiore della tecnica.”Per fare politica, come egli scrive, si deve avere una rotta, conoscere la struttura della nave, l’equipaggio, le correnti, i venti e le stelle.Servono idee, non necessariamente nuove o di uomini nuovi: Churchill e Roosevelt erano vecchi ma avevano idee giovani, Mussolini e Hitler erano giovani, ma avevano idee vecchie.Certo, personalità di quella fatta, dopo “i padri della Costituente”, non se ne sono viste molte in Italia, ma non possiamo essere immobilizzati da un fenomeno perverso: oscillare tra ribellismo e rassegnazione che sono accumunati da un tratta comune, il vuoto di idee politiche.La crisi in atto è senza precedenti, bisogna agire e questo è il momento giusto, via i falsi profeti populisti. Le istituzioni locali (Regioni e Comuni) non facciano il contro canto al Governo o a chi si oppone, alzino paratie unitarie di difesa e bandiere di attacco, promuovano dibattiti e ricerche, comincino dai propri territori, selezionino idee, obiettivi, progetti e uomini giusti’’. Una riflessione che l’ex Ministro delle Aree Urbane Carmelo Conte aveva intravisto ,già nello scorso  mese di maggio,citando Bouman, il filosofo e sociologo polacco, le persone sono ricche di legami con il mondo, ma fanno fatica a connettersi con la “prossimità”. Vivono nella moltitudine ma sono sole. Per intercettare governare questa contraddizione c’è un solo possibile rimedio: liberare la politica dal dominio del globale, ove è stata ridotta a serva, e restituirla al mondo nella sua complessità: il locale plurale inteso come espressione dell’anima, della mente e del corpo. Potrebbe essere questa la nuova missione del regionalismo fallito, a meno che non si istituisca , lo propone una corrente della sociologia Britannica, un “Ministero della Solitudine” che consenta di “vincere la propria vita perdendola”, o “perdere la propria vita per guadagnarla.”La buona politica vale la vita. La discussione sul Galateo delle regole nasconde un vuoto politico. L’emergenza coronavirus sta accelerando il processo di personalizzazione della politica. Riguarda il Presidente del Consiglio che si fa interprete di una sorta di democrazia delle competenze e i Presidenti di Regione che si fanno chiamare Governatori. Per ultimo è esploso tra questi due livelli istituzionali il poco entusiasmante conflitto sul galateo delle regole: il chi deve comandare non il cosa fare. Una classe dirigente per essere tale deve avere e perseguire un disegno operativo sul quale misurarsi e essere giudicata, come è avvenuto tra ombre e luci per il passato. In questo difficile momento, invece, si ha la sensazione che si imiti Van Gogh che diceva: “Sogno di dipingere e poi dipingo il sogno.” Ma egli creava. Mentre nei dibattiti politici si raccontano sogni inventati, destinati a restare tali. Che nuocciono in particolare al Sud, il figlio derelitto , dimenticando un ammonimento di guido Dorso: “La rivoluzione (la ripartenza) italiana o sarà meridionale o non sarà.”

 

 

 

 

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