La Ministra della Giustizia Prof.ssa Marta Cartabia: affrontare subito la prescrizione dentro le riforme del processo penale per superare le tensioni.

Dr. Pietro Cusati (giurista-giornalista)

Prof.ssa Marta Cartabia - ministra della giustizia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Roma ,19 Febbraio 2021   – La nuova Ministra della giustizia, Marta Cartabia, l’ex Presidente della Corte Costituzionale, alla quale il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha affidato l’incarico di dirigere il Ministero di via Arenula, chiarisce subito quale sarà la linea del suo ministero: riforma della giustizia penale, la ragionevole durata e la necessità di un processo giusto ,prescrizione e attenzione ai diritti dei detenuti. Il primo impegno  politico pubblico  che la neo ministra della giustizia ha assunto al termine di una riunione che si è tenuta ieri  con i capigruppo dei partiti di maggioranza in commissione Giustizia della Camera  e del Senato e con il ministro dei rapporti con il Parlamento Federico D’Incà. Incontro che ha segnato un cambio di passo nel segno del dialogo, facendo calare la tensione sul nodo prescrizione. Subito dopo la Ministra  Cartabia si è resa protagonista di una visita a sorpresa al Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà. Affrontare il nodo della prescrizione all’interno delle riforme del processo penale, nell’ambito di un disegno più organico che consenta il bilanciamento dei principi costituzionali in ballo, delega al governo, che consente una gradualità di interventi .Contemperare ,quindi,l’efficacia della giustizia con i diritti degli imputati, la ragionevole durata del processo con la necessità di un processo giusto per superare le tensioni sul nodo della prescrizione. Sono arrivati da subito gli auguri di buon lavoro , con i sensi della più profonda stima, e con la più viva cordialità,alla Ministra Cartabia ,dai penalisti Italiani in una lettera a firma del Presidente dell’Unione della Camere Penali l’ Avv. Gian Domenico Caiazza ,per il prestigioso incarico .’’La politica è fatta di scelte, nei contenuti, nelle forme e perfino nei simboli; appare dunque a noi dell’Unione delle Camere penali ben chiaro che l’aver destinato al Governo della giustizia italiana, dopo tre anni di rivendicato ed incalzante presidio populista e giustizialista, la Presidente emerita della Corte Costituzionale, nonché la giurista cresciuta nel culto delle garanzie e dei diritti della persona, offra il segno inequivoco di una svolta. Il nostro quotidiano impegno contro il populismo giustizialista ha visto schierarsi al nostro fianco, come mai era accaduto prima d’ora, pressoché l’intera Accademia italiana, insieme ai cui prestigiosi esponenti -costituzionalisti, penalisti, processualisti di tutte le Università italiane- abbiamo concepito e licenziato il Manifesto del diritto penale liberale e del giusto processo  che Ella di certo già conosce.Voglia davvero,e noi siamo tra quelli, affrontare e risolvere con efficacia ed in modo condiviso la piaga della irragionevole durata dei processi in Italia, senza sacrificare o eludere i principi costituzionali del giusto processo.E tuttavia, resta una ferita aperta nella nostra civiltà giuridica aver scelto, per mere finalità propagandistiche ed ideologiche, di abolire, con un improvvisato e malfermo tratto di penna, un istituto di antica civiltà giuridica quale la prescrizione dei reati, prima ed invece che risolvere le cause della durata irragionevole dei processi che la rendono indispensabile. Rendere l’imputato prigioniero del suo processo per tutto il tempo che uno Stato inefficiente ritenga di spendere per pronunciare la sua definitiva sentenza, è e resta una inconcepibile barbarie. I penalisti italiani sono pronti al confronto, ed alla individuazione di soluzioni concrete, praticabili e condivise. Infine, conosciamo bene la Sua peculiare attenzione e la Sua articolata riflessione in tema di pena e di carcere, saldamente e lucidamente ispirate ai principi declinati dall’art. 27 della Costituzione. Confidiamo vivamente che, con Lei Ministro, possa tornare a vedere la luce il grande lavoro degli Stati Generali dell’Ordinamento penitenziario, irresponsabilmente sacrificati sull’altare di parole d’ordine ideologiche e calcoli elettorali di piccolo cabotaggio’’.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *