Diamo uno sguardo attento al turismo nel Cilento.

 

Prof. Nicola Femminella

(docente – scrittore)

Prof. Nicola Femminella

Gli analisti e gli osservatori che prendono in esame l’andamento economico dei Paesi, sostengono che il settore turistico sarà il primo a riprendere quota, dopo che lo spettro del Covid ha imperversato su di esso con la minaccia offuscante del contagio e il dolore per l’ecatombe delle vittime. Ci sarà di sicuro una ripresa nei fatturati e saranno risanate le cifre avverse, relative al numero di occupati che il settore, con le sue vigorose potenzialità, è in grado di assicurare in tutte le regioni. I popoli dell’Europa e anche quelli oltre oceano, quelli che hanno nelle loro tradizioni o acquisite negli ultimi decenni la predisposizione a spostarsi per le vacanze e visitare mete e località desiderate, riprenderanno a viaggiare con maggiore voglia di farlo, essendo stata questa loro volontà fortemente limitata per molti mesi da divieti e paure. Alcune agenzie turistiche hanno denunciato, dallo scoppio della pandemia, movimenti vicini allo zero e sperano che lo spettro si allontani con la vaccinazione planetaria e torni la luce a illuminare i proventi.

Il Cilento si candida ad accoglierli con i suoi estesi giacimenti artistici, le meraviglie degli ambienti e del paesaggio, il mare che con il suo ristoro rincuora e rasserena, lambendo le nostre coste suggestive e pronte a esaudire ogni aspettativa. Dopo la mobilità impedita dalla pandemia, per un certo target di turisti che cerca località simili alle nostre ove dirigersi, ritengo le attrattive appena citate più consistenti rispetto alla pizza e al mandolino che pure aggiungono al flusso turistico percentuali da non trascurare.

Perciò via, veloci, con progetti, iniziative, campagne pubblicitarie il più possibile abbaglianti e convincenti! Si usino al massimo grado mezzi e forme di una comunicazione che ponga sui banchi del mercato globale, nella giusta luce che meritano, le nostre “pregiate mercanzie turistiche”, ponendoci subito la domanda:

è preparato, oggi e nel futuro prossimo, l’intero territorio a diffondere le sue lusinghe sulle masse pronte e desiderose di dimenticare, mettere da parte le angosce vissute e concedersi al piacere della gaiezza e della spensieratezza?

Ritengo che il Cilento abbia le carte giuste. Tanta gente, con cui ho contatti, vorrebbe trascorrevi le vacanze tutti gli anni. Lo conosco bene nella sua interezza e aggiungo che è un territorio complesso, dal quale si ricevono messaggi molteplici e seducenti; come il fondo del mare, riserva mille sorprese, moltissime nascoste, che vanno portate in superficie e rese note, perché possano inviare impulsi di empatia a un numero di vacanzieri ben maggiore rispetto a quello finora registrato dai dati statistici delle agenzie.

Il territorio è vasto, con un trascorso storico secolare che racchiude contenuti a più facce e tutti in grado di comunicare sensazioni convincenti e persuasive per farsi preferire rispetto ad altre località. Basta azionare i giusti vettori con un minimo di competenza nel gestire i fondamentali della comunicazione, sfrondati di banalità e luoghi comuni, e rivelare per intera la nostra vera identità, che ha tantissime frecce al proprio arco e mille narrazioni da sussurrare al visitatore. Perciò bisogna che si faccia conoscere. Nelle sue acque costiere si coglie il mito di Ulisse e di coloro che le solcarono alla ricerca di lidi felici; i suoi fiumi accolsero l’arrivo dei monaci italo greci che ne risalirono il corso alla ricerca di terreni da mettere a coltura e di grotte dove vivere la solitudine della preghiera; le sue strade, che si snodano tra boschi sempre verdi e scalano colline poco impervie, ricordano le ansie dei pellegrini e dei mercanti che le tracciarono per aprirsi al conforto dei luoghi sacri e agli scambi commerciali; i numerosi paesi situati a quote altimetriche ideali, con il clima adatto e favorevole all’insediamento sicuro e protetto, spesso scelti nei secoli passati per le sorgenti salutari e per sfuggire alle epidemie, costituiscono note armoniose con le quali alimentare il canto delle sirene  da rivolgere ai viaggiatori. Centinaia di luoghi, dietro due attrattori giganti, i Templi di Paestum e la Certosa di San Lorenzo a Padula, stelle lucenti nel firmamento dell’universo turismo, entrambi scrigno di straordinari impulsi emotivi.  Bisogna comunicare quelle emozioni, farle “sentire” come una boccata di ossigeno, perché sono respiri antichi che oggi si ripropongono con forza a causa di un paesaggio che in tante regioni è mutilato dall’inquinamento e dalla massificazione diffusa, a volte invivibile, che rende tutto omogeneo e ricorrente, spesso racchiuso in un involucro fatto di plastica. Con la pandemia “lunga” abbiamo sofferto le solitudini imposte, interrotte solo quando abbiamo infranto il divieto del look down ed ora apprezzeremo di più, penso, la libertà di poterci muovere e conoscere luoghi nuovi e piacevoli. Il Cilento è luogo deputato a regalare e garantire ampi spazi di inusitata libertà. Esso possiede ogni bene per rendere appagante una vacanza e persistente nel tempo. Anche il caldo afoso e insopportabile è mitigato dai venti e dalle brezze marine e collinari. La giusta distanza dai centri con periferie dissuadenti e densità demografiche sulla soglia dell’esplosione, il clima vario e adatto al benessere della persona e alle coltivazioni, le tradizioni dei prodotti alimentari e degli allevamenti poco pervasivi e privi di inquinamenti, i tesori d’arte da esaltare, alcuni poco noti ma ammantati dal fascino della scoperta non prevista, il ritmo di vita condotto sulla sostenibilità e i tempi non troppo frenetici, la biodiversità che appaga l’occhio sorpreso di chi la scopre, evidenziano a tutto tondo la propria forza attrattiva, se posti all’attenzione di chi mostra competenza nel formulare gli indicatori positivi dei territori e la qualità della vita, che in essi è data di cogliere. Oggi tali requisiti sono ritenuti sempre più prevalenti tra i bisogni primari delle popolazioni, e sono inseriti nel Piano italiano di ripresa e resilienza per accedere ai fondi previsti dal Recovery Fund, dove tra le mission da perseguire troviamo la Rivoluzione verde e transizione ecologica, l’Equità sociale, di genere e territoriale e la Salute.

Una mitica spiaggia di Agnone Cilento (SA)

Il tutto però, va raccontato e fatto conoscere alle agenzie dei paesi europei, ai tour operator, ai giornalisti accreditati su questi argomenti, compresi quelli sovietici, cinesi e dell’estremo oriente. E propongo un modesto e concreto suggerimento ai presidenti e consiglieri del Parco, delle Comunità Montane, dei Gal, di seguire una modalità usata da molte agenzie di pubblicità in Germania e in altri Paesi, in forma ridotta nel nostro, per diffondere l’immagine di una zona che intende moltiplicare il numero dei turisti. Invitare 5, 6 giornalisti, di quelli che forniscono e “vendono” i loro reportage alle TV, alle maggiori riviste specializzate, ai social, che trattano la materia del turismo e la sua promozione, a trascorrere una settimana di visita guidata nei nostri paesi per far vivere loro, da vicino, immersi nella quotidianità vissuta, quello che si vuole comunicare. Accompagnandoli ad osservare  “dal di dentro” le nostre produzioni enogastronomiche sui luoghi di lavoro, mostrando la bontà delle materie prime e le tecniche antiche di produzione, metterli al cospetto della bellezza ineguagliabile dei territori, portarli sui sentieri immersi in una natura incomparabile, rivelare loro i tesori d’arte,  la nostra convivialità,  narrare la storia locale con le sue epoche che affondano nella preistoria, di cui i resti archeologici evidenziano i lumi, servono per conquistare la loro fiducia e per renderli nostri sponsor per una propaganda amplificata da una testimonianza “toccata con mano” e pienamente certificata. La dieta mediterranea da sola non basta e ormai le agenzie pubblicitarie e i singoli viaggiatori non comprano ad occhi chiusi le offerte turistiche. I tedeschi che scelgono le località sull’Adriatico sanno esattamente tutto quanto troveranno in loco. Apparecchiamo queste tavole sontuose per tutti coloro che guardano alle regioni meridionali, perché nella loro mente e nel loro cuore nasca una simpatia forte verso le nostre terre benedette da una natura dispensatrice di beni inestimabili, ancora priva di fenomeni malavitosi organizzati, che speriamo vengano tenuti lontani anche nel futuro.

Qualcosa del genere propone anche la Borsa del Mediterraneo del Turismo nella sezione “visite guidate ed Educational” per giornalisti e visitatori ma io non mi riferisco ad una visita estemporanea e frettolosa, condotta tramite un autobus. Occorrono tempi più lunghi per assimilare e scoprire le perle nascoste. Naturalmente merita ogni giudizio positivo la Borsa di Paestum, inaugurata la prima volta nel 1998, che quest’anno si terrà dal 30 settembre al 3 ottobre. È certamente la manifestazione più importante che la Regione Campania ha posto al centro del Mediterraneo per la diffusione del turismo nei nostri comprensori e che prevede una sezione ArcheoStartUp destinata a nuove imprese culturali e a progetti innovativi nel turismo culturale a cui i nostri giovani devono guardare con grande attenzione e interesse.

Analogo giudizio positivo è da rivolgere all’amico Franco Alfieri, sindaco di Capaccio-Paestum, il quale ha istituito, in collaborazione con i comuni di Agropoli, San Giovanni a Piro e Castelnuovo Cilento (l’unione produce risultati eccellenti…) il “Cilento Festival Letteratura per Ragazzi”, al quale auguro la fortuna delle Mostre del libro per ragazzi di Bologna e Torino che hanno portato nelle due città milioni di visitatori.

Una vasta eco ha ricevuto in Italia, la Scuola Empatica diffusasi finanche in paesi europei. È un nuovo Movimento per le Arti, fondato e ideato dal poeta Menotti Lerro che ha diffuso il Manifesto firmato da 100 grandi maestri, tra “poeti, artisti, intellettuali e docenti, provenienti dall’Italia e dall’estero. Il testo presenta “le ragioni primarie” che hanno dato vita al Manifesto, e documenta la genesi e l’evoluzione, partendo dall’innovativo “Triangolo del Cilento Antico (inserito in una piramide Culturale, tracciata e ideata dallo stesso autore) che vede in Omignano: “Paese degli aforismi”, in Salento: “Paese della poesia” e in Vallo della Lucania “Sede del Centro Contemporaneo della arti”, i suoi vertici, da dove il tutto ha preso inizio, propagandosi poi rapidamente…” – dal Corriere della Sera del 25-febbraio-2021.

La creazione del Manifesto e la diffusione del libro che ne spiega gli obiettivi, in poco tempo hanno veicolato il nome del Cilento, a Firenze, a Edimburgo, a Milano, Arezzo, Padova e in tante altre città dove il nostro territorio, seppure per tempi brevi, ha sventolato la sua bandiera per farsi conoscere e affermare la propria volontà di riscatto e di lotta alla odiosa passività e alla accettazione di un destino che da troppo tempo volge al peggio, dando vita ad una iniziativa culturale che è andata al di là delle Alpi. Ai nostri consiglieri regionali il compito di accreditarlo presso la Regione Campania.

Accanto alle manifestazioni appena citate, alle quali si deve guardare, secondo me, con riguardo, lungimiranza e occhi acuti, nasca dal basso un forte accento di indirizzo e di atti propositivi. Il Parco del Cilento Vallo di Diano Alburni, gli enti comprensoriali, i comuni, le proloco creino subito un tavolo di lavoro permanente e approfondiscano le linee di progetti e iniziative concrete a favore delle nostre terre, se ritengono opportune queste mie modeste righe e altre di osservatori autorevoli più di me. Qualche sollievo potrà derivare alle gravi e perduranti afflizioni dell’emigrazione e dello spopolamento dei nostri paesi.

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