SANITA’: le divisioni ortopediche di eccellenza … naturalmente al CTO di Napoli

Aldo Bianchini

Il CTO di Napoli

SALERNO – Quando parliamo di “sanità pubblica territoriale-ospedaliera” dovremmo sempre, ed in ogni caso, parlare e scrivere di una sanità omogenea su tutto il territorio nazionale senza distinzioni di carattere assistenziale, terapeutico e professionale da nord a sud e da est a ovest. Purtroppo non sempre è così.

Ma le eccellenze, fortunatamente, esistono e sono ben radicate anche nel Mezzogiorno e nel Sud dell’italico stivale.

La cosa che a volte non funziona ovunque è l’etica del rapporto medico-paziente che in alcuni casi non ha ancora superato quella strana e inspiegabile linea di demarcazione che segna la buona dalla cattiva sanità; perché per cattiva non può e non deve essere intesa solo quella sanità che alla fine non riesce a curare, piuttosto quella che non riesce a porsi come tentativo umano di superare certe difficoltà che spesso diventano insormontabile.

La cultura e la storia sono il bagaglio necessario per dare alla sanità pubblica quel giusto salto di qualità che consentirebbe una affermazione ancora più totalizzante e globalizzante rispetto alle altre sanità del mondo che da tempo abbiamo surclassato.

 

Un esempio di “buona sanità” in assoluto viene istruita e realizzata nel CTO di Napoli che per storia ormai consolidata ha sempre fatto buona sanità, soprattutto in campo ortopedico; storia e cultura hanno, poi, reso il tutto apparentemente più semplice e più facile e, quindi, più riversabile sulla enorme platea dei pazienti.

Per far capire meglio di cosa sto scrivendo è necessario porre una domanda: qual è il trauma ortopedico più ricorrente e quali sono i tempi necessari per la riabilitazione ?

Sappiamo tutti che il trauma ortopedico più ricorrente per gli anziani (un trauma che spesso porta alla morte per altre complicanze) è la frattura del collo del femore, una frattura che è un vero e proprio incubo per chi la subisce e per chi deve assisterlo a livello familiare.

Il dr. Cosimo Maiorino - direttore sanitario del CTO di Napoli

Ebbene il CTO di Napoli, ottimamente organizzato dal direttore sanitario dr. Cosimo Maiorino, ha attivato non uno ma ben due “reparti di ortopedia specializzati” guidati rispettivamente dal prof. Stelio Baccari e dal dr. Luigi Cioffi, entrambi studiosi della traumatologia in senso lato, che riescono ad applicare le loro conoscenze proprio sugli anziani come pazienti ad alto rischio.

La particolare eccellenza dei due reparti del CTO consiste nel fatto che l’organizzazione fa di tutto per operare nel giro massimo di ventiquattro ore tutti i pazienti che vengono ricoverati ed accolti; uno spazio-tempo nel quale vengono trattati quasi tutti i casi (oltre il 90%). Impressionante, poi, il numero degli interventi eseguiti dal !à aprile ad oggi, tanto da consentire al dr. Cioffi di dichiarare: “Nonostante l’inevitabile contraccolpo che l’emergenza covid ha portato abbiamo già svolto duecentoventuno interventi sulla frattura del collo del femore e, secondo le nostre proiezioni quest’anno dovremmo arrivare a circa seicento interventi”.

Nella domanda ho evidenziato anche la necessità di tempi abbastanza veloci per il recupero attraverso una accurata riabilitazione; anche in questo l’eccellenza del CTO è inavvicinabile. Ad esempio per le fratture laterali, ovvero le fratture esterne del femore, al CTO viene adottata da molto tempo una tecnica che è diventata ordinariamente abituale; viene impiantata una endoprotesi o una protesi a doppia mobilità, prevalentemente non cementata; una operazione che consente    una mobilitazione rapida del paziente con il suo sollevamento dal letto al fine di evitare i problemi delle piaghe da decubito e della rilassatezza dell’intero sistema psico-fisico. Siamo di fronte al cosiddetto fast-track, ovvero la massima velocizzazione possibile dell’azione di riabilitazione.

Ma poco prima e non a caso ho scritto “ricoverati ed accolti” per chiarire che i due termini sono soltanto apparentemente identici; invece è proprio nella distinzione tra ricoverati e accolti che sta il segreto della buona sanità sostenuta dal CTO (ottimamente diretto dal salernitano Maiorino); difatti accogliere è ben diverso dal ricoverare.

Ed è proprio nell’accoglienza che può e deve essere distinta la sanità pubblica dalla buona sanità pubblica; un principio che sembra parte integrante nel dna di tutti gli operatori del CTO di Napoli.

Tutto questo ha portato anche il TG/3 e 1/Mattina ad interessarsi, ieri mattina 14 maggio, al fenomeno CTO sul percorso femore attraverso apposite interviste ai medici Baccari, Cioffi e Maiorino.

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