TUNISIA: terra dei fuochi


 
Salvatore Memoli
(giornalista – avvocato)

Avv. Salvatore Memoli

La gravità e la minaccia della presenza di 212 containers salernitani nel porto di Sousse è un rompicapo per le autorità tunisine. L’estate sta per arrivare, se il Covid permetterà, la popolazione residente nella città turistica tunisina supererà il milione di presenze. La paura è d’obbligo per i tunisini, tanto quanto palpabile è la superficialità che accompagna le istituzioni tunisine e quelle campane. Da quello che ho visto ed ho sentito, i tunisini non hanno chiaro il sistema delle competenze legislative e funzionali nel settore rifiuti dell’Italia e della Campania. Invocano e sollecitano l’intervento ora del Governo italiano, ora della Commissione Europea. Credono che un’autorità superiore possa avocare a sè la competenza e surrogarsi a chi per legge deve rispondere cioè in primis la società esportatrice e poi la Regione Campania. Al momento non sono riusciti a mettere in piedi un sistema bilaterale di confronto e di procedure per risolvere il problema. In Tunisia il sistema delle competenze fa registrare un’organizzazione più stridente tra il Governo, qualche ministero e la Presidenza della Repubblica. Il Ministero degli Esteri per esempio risponde più al Capo dello Stato e meno al Capo del Governo ed allo stato tra Governo e Presidenza della Repubblica il dialogo è difficile! Per contro il Governo Tunisino, a mio avviso, dovrebbe dare un incarico professionale ad uno studio legale internazionale per stabilire le prassi e gli interlocutori da individuare presto per una vertenza internazionale con tanto di risarcimenti da avanzare subito senza riserva. Solo allora i tentennamenti, i bizantinismi interpretativi e i cavilli processuali saranno superati in fretta. Tutto in Campania sembra che ruoti attorno all’incasso milionario della fideiussione della società esportatrice, fermata da un tribunale amministrativo. Molti fanno finta di non ricordare che la vicenda è importante da risolvere perché si tratta di rifiuti tossici e cancerogeni.

Tunisia, la nuova terra ei fuochi

Ne va della vita di una popolazione inerme che ha subìto le iniziative di gente senza scrupoli che per soldi ha violato leggi severe internazionali, mortificandole gravemente, piegandole al proprio tornaconto. Nel frattempo tutti si nascondono dietro a scelte di prudenza, di utilità personale e di scudo al proprio deredano, ignorando i diritti di tanta gente e della popolazione tunisina che ne subisce le conseguenze.  Ecco perchè sollecito ancora De Luca a mettere in piedi un tavolo di competenze politiche e professionali per affrontare il problema ed evitare una terra dei fuochi campana in Tunisia. Anzi il Governatore della Campania può fare virtù di questa triste vicenda ed accompagnare in Tunisia capitali per sostenere un piano di costruzioni di Centrali per i rifiuti, magari con un accordo di partenariato con il Governo Tunisino. Sono pronto ad indicare la strada.

 

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