il Quotidiano di Salerno

direttore: Aldo Bianchini

San Matteo 2021: scontro in Curia ?

 

Aldo Bianchini

S.E. Mons. Andrea Bellandi, arcivescovo di Salerno

SALERNO – “Ma che cosa è successo in Curia ?”, questa è la domanda che in tanti si pongono, e pongono, dopo le prese di posizione della stampa, delle istituzioni e della chiesa ufficiale; perché, al di là delle prevedibili smentite, qualcosa di grosso è sicuramente successo nella “Curia dei tre pensieri” divisa com’è tra fede, politica e spartizione del potere.

Non è facile dire cosa sia successo, si possono solo azzardare delle ipotesi senza la possibilità di darle per certe con prove conclamate. Per rifare la storia degli accadimenti bisogna ritornare allo scorso mese di luglio quando l’arcivescovo in persona scese in campo per bloccare la concessione degli “spazi religiosi” alle varie fazioni politiche cittadine per la campagna elettorale ormai giunta al suo culmine. Una decisione drastica di Don Andrea Bellandi che colpì favorevolmente l’opinione pubblica in generale e la massa dei fedeli in particolare; insomma per la prima volta dall’arcidiocesi di Salerno partiva un messaggio forte e chiaro che tracciava una linea di demarcazione ben precisa tra fede e politica. Ed aveva suscitato scalpore perché al centro del messaggio c’era la candidata sindaco Elisabetta Barone, cattolica ortodossa, rea di aver utilizzato uno spazio religioso per un appuntamento della sua campagna elettorale, con la compiacente disponibilità di un parroco.

S.E.Mons. Luigi Moretti, già arcivescovo di Salerno. Ritratto in una foto storica nell'anno della guerra con i portatori di San Matteo

Ovviamente c’erano state anche prese di posizione che pur accettando le risoluzioni dell’arcivescovo mettevano a nudo alcuni imbarazzanti indecisioni della Chiesa salernitana; lo fece con forza l’avv. Salvatore Memoli (ispiratore della lista Salerno Insieme a sostegno della candidatura di Michele Sarno) del cui pensiero riporto qui, a stralcio, alcuni passaggi: “Non discuto le disposizioni dell’autorità ecclesiale, men che mai dell’arcivescovo di Salerno che ha impartito disposizioni ai suoi sacerdoti di Salerno di non concedere spazi per le assemblee a nessuna formazione  politica, per le elezioni amministrative prossime …  Per la Chiesa locale Elisabetta Barone è una garanzia, nonostante la sua tessera del PD. La sua storia personale ci dice che è espressione e figlia della Chiesa e possiede i numeri per stare in gioco … Elisabetta e chiunque altro dovrebbero poter utilizzare spazi aperti delle nostre strutture ecclesiali, senza essere confusi con un’opzione di gruppo espressione della Chiesa locale”. Questo il pensiero rispettabilissimo di Salvatore Memoli che ognuno ha il diritto di condividere o meno.

Dunque la storia che sembrava essere indirizzata sulla linea di pensiero dell’arcivescovo all’improvviso, dopo poco più di un mese, ha subito un rovesciamento totale con la richiesta da parte della Curia (con nota del portavoce don Alfonso D’Alessio) per l’utilizzo di Piazza della Concordia in un quadro di manifestazioni che resta poco comprensibile; difatti se l’anno scorso ci sono state notevoli restrizioni e i Santi sono partiti e rientrati in Duomo, non si capisce perché quest’anno la Curia intera sia stata pervasa da un’insofferenza inarrestabile verso le regole antipandemiche per dare sfogo alla sete di grandi ed affollate manifestazione che la popolazione non ha.

S.E.Mons. Gerardo Pierro - già arcivescovo di Salerno. Storiche le sue partite a scopone scientifico con Ciriaco De Mita

A me, come osservatore, sembra tutto una pantomima ben studiata in anticipo in ogni sua mossa: io chiedo Piazza della Concordia e il Comune suggerisce, invece, di utilizzare Piazza della Libertà che proprio la mattina del 21 settembre (come tutti già pensavamo e sapevamo da tempo) dovrebbe essere inaugurata con un connubio laico-religioso mai visto nella città di Salerno, ben oltre la politicizzazione degli eventi religiosi voluta dall’arcivescovo Pierro. La mia ricostruzione potrebbe essere, come probabilmente è, fantasiosa; sta di fatto, però, che qualche giorno dopo la richiesta di Piazza della Concordia firmata da Don Alfonso è arrivata l’offerta del Comune di Piazza della Libertà … tanto sostituire piazza con piazza non dovrebbe fare alcuna differenza.

Non è così; con questa riprogrammazione che non ha niente di “riforma progressista” si ritorna all’oscuro passato in cui le sei statue “Matteo, Giuseppe, Gregorio VII, Ante, Caio e Fortunato” erano costrette a sfilare dietro la politica, salvo poi a prendersi la prima scena soltanto in quei pochi minuti della storica corsa su per le scale del Duomo. E per dirla tutta senza infingimenti; invece del Pontificale assisteremo ad una “marcia trionfale” della politica e ad una “resa senza condizioni” del clero costretto a sfilare lì dove la politica vuole.

E ritorna la domanda “Ma che cosa è successo in Curia ?”; sicuramente una battaglia senza esclusione di colpi tra le tre linee di pensiero; una battaglia vinta dalla linea estremista che governa la Curia e che l’attento don Alfonso D’Alessio (anche lui verosimilmente sottomesso a questa linea) ha cercato di minimizzare attraverso intelligenti comunicati, senza riuscirci.

 

1 Commento

  1. Le notizie e i commenti in merito alla annunciata celebrazione della solenne Messa di San Matteo nella nuova. Piazza della Libertà, in coincidenza della sua inaugurazione e successiva apertura al pubblico, lasciano alquanto perplessi.
    Sembra addirittura paradossale che si possa eccepire sulla possibilità che la benedizione finale impartita dall’officiante, oltre che ai fedeli presenti, non possa essere intesa anche come un augurio benedicente per la piazza stessa, quale altro futuro luogo di frequentazione ricreativa dei cittadini.
    Del resto, funzioni religiose, anche se più semplici e concluse con la benedizione, sono consuete in tanti altri momenti: il varo di una nave, l’apertura al traffico di un tunnel o di un ponte o di una autostrada, l’inaugurazione di una fabbrica, eccetera.
    Infine, solo una riflessione e senza alcun intento polemico
    Probabilmente, se l’evento inaugurazione fosse stato incentrato sull’esibizione di noti artisti e cantanti in uno dei consueti megaconcerti, certe reazioni e le critiche sarebbero state più tiepide e i consensi più manifesti.

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