Elezioni 2021: il centrodestra copia il modello Salerno e perde

 

Aldo Bianchini

SALERNO – C’era un tempo in cui il centrodestra salernitano era assurto a modello nazionale con l’arrivo sulla scena di Mara Carfagna e Edmondo Cirielli.

I due baldi politici avevano avuto, di certo, un percorso agevolato in una città a prevalente inclinazione di destra; e sull’onda emozionale della stragrande vittoria di Berlusconi nel 2008, avevano conquistato in rapida successione, dopo il governo nazionale, la Regione Campania, la provincia di Salerno e numerosi comuni oltre a quasi tutte le grandi società miste e gli enti comunali e sovracomunali; per il completamento della filiera di comando mancava soltanto il Comune di Salerno.

E mentre si stavano attrezzando per la grande conclusiva conquista ecco l’inizio della crisi trasformatasi rapidamente in guerra fredda e poi in guerra calda, anzi caldissima, con attacchi brutali e senza esclusione di colpi.

Inevitabilmente l’elettore medio ha capito e piano piano li ha lasciati cuocere nel loro stesso brodo fino al punto che un ministro e un deputato-questore sono rimasti con le pive nel sacco e non hanno, praticamente, più rappresentanza in sede locale, nonostante continuino ad avere complessivamente (ma ancora per poco !!) quattro deputati e un senatore.

cirielli : carfagna = meloni : salvini

L’equazione è di una semplicità addirittura disarmante; ed è talmente comprensibile che si fa molta fatica soltanto a pensare che i due leader nazionali e i due locali abbiano difficoltà a capire dove sta l’errore madornale che ha portato alle due clamorose sconfitte.

Il minimo comune denominatore degli schiaffi presi a Roma come a Salerno sta tutto nell’evidente corsa a scippare all’altro il buon candidato a costo di mettere per se un candidato sconosciuto e/o scomodo; se si aggiunge poi il fatto che il candidato viene da diversi anni sempre scelto all’ultimo minuto utile, si capisce la genesi delle frittate.

Ma ormai è fatta e potrebbero ancora evitare la batosta micidiale delle politiche se smettessero di fare come i bambini litigiosi, l’un contro l’altra armati, e si sedessero ad un tavolo di concertazione per risolvere il pernicioso problema alla radice; esattamente il contrario di quello che ancora oggi, dopo dieci anni di guerriglia, non hanno saputo fare il questore della Camera e la ministra per il sud.

Assolutamente ridicola, e in linea purtroppo con le insensate analisi dei politologi e sondaggisti, la giustificazione dietro il paravento della diserzione degli elettori dai seggi.

 

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