PENNA (4): l’etica comportamentale ? … illustre sconosciuta, e la stampa tace e occulta.

 

Aldo Bianchini

SALERNO – In seguito a fatti nuovi sono costretto ad una ulteriore puntata fuori sacco prima di entrare, giornalisticamente, nel merito della devastante inchiesta giudiziaria che ha portato agli arresti domiciliari un magistrato (Roberto Penna) e quattro presunti sistemisti (Maria Gabriella Gallevi, avvocato e compagna di Penna – l’ex generale della guardia di finanza Fabrizio Lisi, e gli imprenditori Francesco Vorro ed Umberto Inverso) con l’accusa di corruzione per l’esercizio delle funzioni, atto contrario ai doveri d’ufficio e in atti giudiziari, oltre che induzione indebita a dare o promettere utilità.

Io non frequento la Procura della Repubblica e neppure il resto del Palazzo di Giustizia; non ne ho bisogno e difatti non ho mai chiesto a nessuno un qualsiasi atto giudiziario; insomma non ho mai pietito, non ho mai fatto anticamera, non ho mai cercato vie traverse per arrivare ai pm titolari delle inchieste; infine non ho mai fatto come i “bravi” di manzoniana memoria che pur di godere degli avanzi della tavola del signore aspettavano per ore e ore nell’anticamera di Don Rodrigo. Non ne ho bisogno, dicevo, perché ci sono tantissimi colleghi e colleghe (più colleghe, a dire il vero !!) che ricevono atti, confidenze, suggerimenti, veline per trasferire il tutto sui loro giornali con articoli a tutta pagina quando “il vecchio” decide che devono attaccare, in maniera ridimensionata quando  decide di andarci morbido e, infine, addirittura di nascondere in parte o tutte le carte (scucite dalla Procura, dagli avvocati, dai difensori o dalle forze dell’ordine ?).

Il caso Penna e il ruolo della stampa … Nel caso Penna non ci sono segreti istruttori … qui c’è la stampa che rivela alla magistratura”, scriveva Michelangelo Russo il 16 febbraio 2022;   ovvero come scriveva il 17 luglio 2021 “Una giustizia di riserva, Penna stia sereno … A Penna dico quindi di stare sereno, ed affrontare un momento di apparente difficoltà con la pazienza di cui i decenni di professione lo hanno di certo dotato”; troppe certezze per un ex magistrato che non dovrebbe avere più nulla a che fare con la Procura: abilità giornalistica o vero sistema distorto di informazione ?

Ma tutto questo io lo so benissimo, l’ho capito già a metà degli anni ’80 quando l’allora pm Claudio Tringali cinse d’assedio lo studio e l’abitazione dell’onnipotente Gaspare Russo e cominciai a trattare la cronaca giudiziaria come pane quotidiano;  ed utilizzo il lavoro dei bravi colleghi prendendo sempre con le pinze le loro rivelazioni; questo, ovviamente, almeno a Salerno si chiama “Sistema politico-giudiziario-giornalistico” del quale fanno parte quasi tutti i giornalisti in carriera de Il Mattino, leCronache.it, La Città, Corriere del Mezzogiorno, Quotidiano del Sud, ecc. ecc.

Qual è il fatto nuovo che mi ha indotto ad una ulteriore puntata fuori sacco ?, risposta semplice, ho finalmente ricevuto sempre fuori sacco due paginette tratte dalla montagna di intercettazioni telefoniche e ambientali inerenti un dialogo tra due personaggi molto importanti; il primo direttamente implicato nell’inchiesta, il secondo apparentemente fuori dal sistema che cerca, però, di influenzare, supportare e teleguidare i “cinque componenti il gruppo del sistema” (i nomi sono all’inizio di questo articolo.

Premessa importante da fare è che queste due paginette, pur essendo in possesso (forse fin da agosto 21) di tutti i giornalisti salernitani impegnati a seguire la vicenda giudiziaria di Penna non sono mai state pubblicate nella sua integrale versione. Ordini dall’alto del “sistema” ?; comunque sia è un fatto assolutamente vergognoso che rimarca le anomalie di quel sistema “politica-magistratura-stampa” che denuncio spesso fin dagli anni ’80.

Ma cosa si dicono e raccontano i due per telefono:

il primo: “Adesso ti dico, ti dico con sincerità … ho detto anche a Cannavale … gli unici abusi si fanno su Giovi Altimari e in città … e in città l’unico è ………”;

il secondo risponde: “ma …….. deve essere impiccato … no, no, bisogna intervenire … bravo vai avanti … ci risentiremo

Ho riportato le parole a stralcio (nella prossima puntata pubblicherò nomi e cognomi) dal contesto delle due paginette, ma sono parole reali e pesantissime, nonché vergognosamente indicative di un sistema marcio, un sistema grazie al quale un soggetto che non c’entra più con gli uffici della Procura si permette ancora il lusso di suggerire, di invogliare, di sostenere pur di realizzare il suo sogno di prima pagina (da magistrato, da giornalista, o da comune cittadino, poco importa) al fine di scompaginare l’assetto politico-giudiziario-amministrativo dal quale probabilmente è rimasto fuori.

Va anche precisato che nelle due paginette, almeno a mio sommario giudizio, non c’è nulla di penalmente rilevante a carico dei due personaggi; quello che è inquietante, schifoso, vergognoso è l’assoluta mancanza di etica comportamentale da parte dei due telefonisti che si consentono il lusso di sparlare anche del procuratore aggiunto Luigi Cannavale con termini sprezzanti sulla sua presunta inerzia operativa.

E i due telefonisti, purtroppo, non sono comuni cittadini ma rappresentanti ed ex rappresentanti delle istituzioni ai loro massimi livelli.

Alla prossima puntata.

 

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