Extracomunitari: l’utente chiama ma la Prefettura non risponde e … la regolarizzazione si allontana

 

Aldo Bianchini

La villa comunale di Sassano

SALERNO – Televisioni, giornali, settimanali (tutti di regime !!), ci riempiono i timpani con una martellante pubblicità in favore del Ministero dell’Interno e delle Prefetture per spiegare a tutti che lo “sportello unico per l’immigrazione” istituito in ogni Prefettura del Paese funziona in maniera meravigliosa, quasi da primato del mondo in materia.

Sembra quasi che la definizione delle pratiche di regolarizzazione dei badanti e delle badanti (destinata a sostituire le carenze dei servizi sanitari e sociali) siano lì appena dietro l’angolo in tutto il territorio nazionale; a Salerno sappiamo però che non è così: le regolarizzazioni non sono neppure dietro l’angolo.

Per colpa di chi ? Sicuramente di una Prefettura che non riesce ancora a disciplinare i servizi burocratico-amministrativi preposti alla bisogna, cadendo spesso nell’assurdo di decisioni contrastanti o di provvedimenti presi che non hanno un seguito e una conclusione.

Il caso che prendo in esame oggi riguarda la badante S. L. (ucraina) che vive e lavora a Sassano (paese del Vallo di Diano) dove assiste amorevolmente da qualche anno la signora V.T. ultraottantenne ed allettata.

Il figlio (già personaggio politico importante) della signora Vincenza, questo il nome di battesimo dell’assistita, ha completato da diverso tempo il farraginoso iter procedurale per la regolarizzazione della badante che, badate bene, ha già ottenuto tutti i visti necessari per la sua stabilizzazione ai fini residenziali ed assistenziali, ma la Prefettura non risponde.

Numerosi i solleciti inviati, via pec, alla Prefettura e addirittura direttamente al Prefetto; ma niente di niente; anche lui, il figlio, che le istituzioni le conosce benissimo è stato costretto a prendere di nuovo la tastiera del computer e ad inviare l’ennesima pec al Prefetto in persona. E’ già passato un mese ed ancora niente, anche il Prefetto si eclissa nei meandri della odiosa burocrazia.

E c’è di più; con regolare decreto a firma del vice prefetto Amantea era stato fissato l’incontro risolutivo tra le parti per il 16 giugno 2022, ma incredibile l’annuncio dei funzionari dello “sportello unico per l’immigrazione” in apertura di seduta: “Gli atti non sono più presenti sulla piattaforma”; difatti c’era stato un primo e lontano rigetto che, comunque, era stato largamente superato da un ssuccessivo decreto dello stesso Prefetto.

E allora il figlio della signora ultraottantenne riprende tutto dal principio e scrive visibilmente seccato nuovamente al Prefetto per segnalare le vergognose lungaggini di una pratica già completa e già risolta, ma che non riesce a trovare una dignitosa chiusura; e sono passati più di tre anni per questa lunga e penosa odissea.

Per chiarezza, senza violare alcuna privacy, è doveroso ricordare al Prefetto che il suo primo decreto (quello dell’iniziale rigetto) porta il seguente numero: P-SA/L/N/2020/102457 dell’11/01/2022, che è stato annullato dalla stessa Prefettura in autotutela amministrativa.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *