Luca Cascone e Piero De Luca: due rampolli a confronto.

 

da Antonio Cortese (docente)

 

Da sinistra: Luca Cascone e Piero De Luca

Eredi della politica di ieri, i due giovani politici sono i tra pochi degni di nota e cronaca campana.

 

Mentre però per “Vincenzo m’è padre a me!” il consigliere regionale di padre forzista si distingue meglio per lavoro profuso ed indipendenza intellettuale; Cascone infatti non solo  si é fatto strada con tutt’altra compagine politica senza vivere di luce paterna, ma da qualche anno rende conto agli elettori ed alla società lavori, interventi ed iniziative da palazzo santa Lucia. In questi giorni il figlio del governatore ha invece dichiarato e cercato di chiarire agli elettori nostrani che “la destra al sud é nemica..” con la stessa faccia tosta con cui si é fatto largo negli anni il consigliere delegato ai trasporti. Dovendo fare il classico commento in stile anchorman americano, non posso che propendere sulla bilancia per Cascone, anche perché lo conosco meglio e non è mai stato chiacchierato per vantaggi  di stampo baronale come per certi avanzi di carriera in ateneo un pochino troppo singolari agli occhi di tutti per il figlio di.

 

Che poi il Pd sia pieno di nepotismi non é la scoperta dell’acqua calda e Cascone in questo partito se non è una mosca bianca é almeno una mosca grigia. Il figlio di Vincenzo ha dichiarato poi che al sud il Pd sia stato l’unico partito che abbia lavorato, ma si tratta di una verità a bassa percentuale perché in tutto il territorio nazionale gli unici che lavorano politica reale e fattiva da oltre cinque anni sono i pentastellati, che hanno dimostrato al pubblico che il partito democratico é poco più di un partito di manutentori, burocrati, rappresentanti istituzionali, sicuramente con qualche merito e per fortuna difensori delle mura contro gli attacchi dei barbari teledipendenti  e veterosistema compiacenti.

 

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