Inghilterra: Ritrovata un’inestimabile Collezione di Brani Antichi

 

 

Il Manoscritto di Rook, in inglese Rook Manuscript, è un volume che raccoglie più di 1260 brani provenienti dalle isole britanniche, soprattutto dalle regioni settentrionali d’Inghilterra quali il Northumberland ed il Cumberland. Fu stilato da John Rook, polistrumentista ed antiquario di Waverton, Cumbria, ed è ancora oggi uno delle risorse più importanti per chi si avvicina alla musica antica e tradizionale della zona, specialmente a chi vuole imparare a suonare le Northumbrian Smallpipes, antico strumento del nord-est d’Inghilterra.

Non bisogna farsi però ingannare dal nome, si chiama “manoscritto” non in quanto letteralmente tale; questo tipo di documenti vengono così chiamati poiché raccolgono opere che possono provenire da opere risalenti anche a prima della stampa. Il Manoscritto di Rook include infatti brani di diversa provenienza geografica risalenti ad un arco temporale che va dal XII secolo fino al periodo napoleonico. Nel 1980 una versione incompleta era stata trascritta da una copia dell’originale, ma nessuno era ancora riuscito a reperire una copia della prima edizione risalente al 1840.

Grazie al rinomato polistrumentista, archivista e compositore Rob Say, originario dell’alta valle del fiume Tyne, è stata ritrovata una copia della prima stampa del Manoscritto di Rook, con tanto di copertina originale. Solo l’anno scorso Say aveva pubblicato una versione dell’opera con dettagliate note biografiche su John Rook e sul contesto socio-culturale in cui visse; avendo avuto successo in questa ricerca, si è dunque lanciato nell’impresa più difficile, reperire l’originale.

Il Manoscritto di Rook è di particolare importanza non solo per l’eccezionale raffinatezza delle composizioni e per la vastità del suo contenuto, molti infatti dei brani presentati nell’opera non sono registrati in nessun altro documento, ma anche perché dimostra l’unità stilistica e culturale delle isole britanniche dal punto di vista musicologico; l’ennesima prova di quanto i movimenti separatisti talvolta nati nell’arcipelago non hanno nessuna base etnoculturale ed antropologica.

 

Dott. Vincenzo Mele

 

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