Dove andate? Quanti siete?: Un latinos…

 

da Antonio Cortese (docente – giornalista)

Massimo Troisi e Roberto Benigni in "Non ci resta che piangere"

La nuova moneta sudamericana è prossima al conio dato l’accordo Brasile e Argentina. A dare l’annuncio dovrebbero essere il presidente dell’Argentina Alberto Fernández e quello del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva che nelle prossime saranno insieme a Buenos Aires per il vertice del Celac, la Comunità dei 33 Stati latinoamericani e dei Caraibi. L’obiettivo del è quello di rafforzare il commercio tra i due giganti del Sudamerica e di ridurre la dipendenza dal dollaro Usa.

 

Mentre il mondo si distrae tra varie crisi c’è chi si organizza e ne approfitta per rafforzarsi e difendersi dalle conseguenze nefaste dei governi protezionisti. Il “peso real” per gli scambi internazionali diveniva oramai un fardello al cambio, per le traslazioni sempre più numerose non solamente oltreoceano ma specie tra le due mega nazioni che non sopportano più sudditanza economica non tanto per presa posizione politica, ma per i numeri che vanno dal turismo all’agroalimentare, dalle industrie allo sviluppo in generale. Una crescita che i due paesi tradizionalmente “affamati” ma paradossalmente anche simbolo delle ultime emigrazioni da sogno dal secondo dopoguerra o prima ancora, non sarebbero altrimenti capaci di gestire. Il “Sur”, questo il nome concordato per la moneta unica delle americhe latine, semplificherà il recupero inflazionistico del Peso da una parte e permetterà dall’altra ai brasiliani un potere che va dall’export alla circolazione, evitando stagflazione  e abbassando, non certo da subito, il costo della vita.

 

I prezzi nei due paesi, facendo una media, sono simili a molte economie in sviluppo a noi “seconde” come Turchia o altri paesi mediorientali  o più ad est, dove il dollaro e l’euro non predominano del tutto. Sarà divenuto oramai difficile per ricchi e poveri, prendendo ad esempio i turisti facoltosi, scambiare dollari ed euro in paesi che intanto tra pagamenti elettronici e pos si accorgono di fastidiosi e difficili pratiche nel commerciare con tanti contanti troppo diversi tra loro, esclusivi in alcuni casi o sospetti in altri. In particolar modo i piccoli tagli, dai tassisti aeroportuali alle mance ai camerieri che all’estero sono di normale amministrazione come a via Veneto negli anni cinquanta, difficilmente vengono ancora accettati in euro e dollari perché le economie locali di questi paesi dipendono molto da scambi spiccioli. L’Argentina uscendo così dal vortice inflazionistico bypassa ad esempio ciò che hanno fatto in Turchia con Erdogan appesantendo la Lira o il tentativo per fortuna evitato in Italia della Lira Pesante. Il Brasile e gli altri paesi confinanti diminuirebbero inoltre l’atavico costo di quello che si potrebbe definire un “jet leg monetario”.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *