da Dr.Alberto Di Muria
Padula-I farmaci sartani sono medicinali antagonisti dei
recettori per l’
angiotensina II e vengono utilizzati come farmaci antipertensivi. Tuttavia, inibendo questi recettori si possono manifestare determinati effetti collaterali. Appartengono a questa classe di farmaci, principi attivi quali il losartan, il
valsartan, il
candesartan e l’
irbesartan.
Come accennato, i sartani esercitano la loro attività
antipertensiva attraverso l’antagonizzazione competitiva dei recettori di tipo AT1 per l’angiotensina II. Qualora questi recettori AT1 venissero attivati, infatti, indurrebbero vasocostrizione,
rimodellamento cardiovascolare e
ritenzione idrica, per sintesi e rilascio di
aldosterone e riassorbimento del
sodio. Attraverso il blocco dei recettori AT1, pertanto, i sartani inibiscono il
sistema renina-angiotensina direttamente a livello recettoriale. Si può quindi affermare che i sartani producono un’inibizione dell’attività dell’angiotensina II più selettiva rispetto agli ACE-inibitori. Inoltre, a differenza di questi ultimi, i sartani potenziano meno l’attività della
bradichinina, pertanto, non producono gli effetti collaterali associati a questo fenomeno, soprattutto la comparsa di tosse secca.
Alcuni effetti collaterali scatenati dai sartani sono simili a quelli provocati dagli ACE-inibitori e sono imputabili all’attenuazione del sistema renina-angiotensina indotto, appunto, da questi stessi farmaci. I più comuni effetti collaterali che possono manifestarsi in seguito all’utilizzo dei sartani, sono mal di testa, capogiri, vertigini, ipotensione ortostatica, nausea e vomito, debolezza, alterazione della funzionalità renale.
Generalmente, l’uso dei sartani è controindicato nei pazienti affetti da
patologie epatiche, da
diabete e da grave compromissione della funzionalità renale. Infine, a causa dei gravi effetti collaterali che possono provocare al
feto, l’utilizzo dei sartani è controindicato anche nelle donne in gravidanza, in particolar modo durante il secondo e il
terzo trimestre di gestazione. In maniera analoga, l’assunzione di sartani è controindicata anche per le madri che stanno
allattando al seno.