SALERNO – PIANO DI RIENTRO: PER FAVORE CAMBIATELO, PER IL BENE DELLA CITTA’

 

 

 

da Alfonso Malangone

(Ali per la Città)

 

 

SALERNO – Alla fine del 2024, il Disavanzo di Amministrazione da ripianare, di € 169,9milioni, dovrà essere ridotto a circa 100milioni a seguito del rimborso di rate per complessivi € 51.402.341,23. E’ scritto nella tabella allegata al contratto sottoscritto con il Governo (fonte: Comune). E, purtroppo, non potrà essere diversamente, perché l’Ente si è impegnato a: “prevedere ulteriori aumenti dell’addizionale comunale all’IRPEF…qualora le risorse derivanti dalle alienazioni patrimoniali e dalle altre misure inserite nel cronoprogramma non dovessero realizzarsi nelle quantificazioni previste” (fonte: contratto, art. 4/c pag. 4). I precedenti commenti sulle rate 2022 e 2023 hanno messo in evidenza fondate preoccupazioni. L’esame della rata 2024, che da sola deve assicurare € 25.196.984,16, dimostra che essere preoccupati è poco perché, se l’importo già spaventa, la sua composizione atterrisce.

In premessa, va detto che nulla cambia rispetto a quanto già previsto per il corrente anno con riferimento alle voci delle Entrate ordinarie. Quindi, gli aumenti per IMU, passi carrabili, mensa e trasporto scolastico, impianti sportivi, e per la riduzione degli interessi passivi, sono confermati nel totale di € 3.290.000,00. Per arrivare a € 25milioni, si aggiungono: 1 – addizionale Irpef per € 5.046.000; 2 – diritto di imbarco per € 750.000; 3 – maggiori accertamenti e riscossioni per € 1.560.000; 4 – risparmi sulle municipalizzate per € 2.265.000; 5 – ricavi da vendite immobiliari per € 12.185.984,15. E’ importante osservare che le Entrate da accertamenti e riscossioni, da municipalizzate e da vendite del Patrimonio rappresentano oltre il 60% del totale e che l’elevata incertezza di tali fonti assegna una egualmente elevata incertezza ai risultati attesi.

In particolare, appare sinceramente esagerata la previsione degli incassi immobiliari per i quali, relativamente all’intero triennio 2022-2024, è addirittura immaginato un introito di € 21.836.883,77. Tutto questo, benché gli ultimi bandi siano andati completamente deserti e, tra essi, anche quello per la gestione dell’Ostello della Gioventù che, certo, non c’entra con il rientro, ma evidenzia l’insufficiente interesse degli imprenditori/investitori nei confronti della Città.

Se, poi, si guarda ai ricavi da vendite fino al 2044, cioè per l’intera durata del rimborso, la tabella mostra davvero uno smisurato livello di ottimismo o immaginazione, a scelta. Secondo la previsione, le alienazioni complessive dovranno raggiungere la cifra astronomica di € 77.018.558,91, pari a circa la metà del Disavanzo che, si sa, è di € 169,9milioni. Il problema è che, a quanto è noto, l’importo è addirittura superiore ai valori del Patrimonio Disponibile secondo l’elenco aggiornato con la delibera di Giunta n. 254 del 19/07/2022 e quella di Consiglio n. 23 del successivo 26/07. Premesso che, nel Documento Unico di Programmazione-DUP 2022, la pagina del piano delle alienazioni è bianca (fonte: DUP, pag. 149), una irregolarità, più che una stranezza, la Tabella A delle delibere, che dovrebbe essere vigente, elenca n. 59 cespiti per un valore di € € 13.319.813,81, mentre la Tabella B, che pure dovrebbe essere vigente, espone n. 4 aree cosiddette Prog, cioè di riqualificazione, per ulteriori € 31.359.470,00, salvo errore. In totale, quindi, si potrebbero incassare € 44,7milioni se fosse realizzato il valore a base d’asta, di fatto poco credibile. E, quindi: “cosa vendiamo per la differenza: l’anima della Città”? Il corpo, infatti, l’abbiamo già perso dopo la cessione della massima parte di quello che le passate generazioni ci avevano messo a disposizione a supporto della vita. Non potevano certo pensare che avremmo fatto di tutto e di più per distruggerlo, come dimostrano i fatti.

Non interessa se il piano sia congruo o meno, se sia realistico o utopistico. Interessa che, se è sostenuto per circa il 50% da vendite aleatorie, addirittura per beni oggi ignoti, quelle somme dovranno comunque essere realizzate e, se insufficienti, corrisposte da tutti i cittadini. Così, è giusto chiedere ai responsabili: “che senso ha l’aver assunto l’impegno ad alienare beni per € 77,0milioni quando quelli disponibili attualmente sono solo pari a € 44,7”? E, ancora: “è possibile, a ‘pensar male’, che sia stato immaginato di trasferire ad altri la responsabilità dell’ulteriore aumento dei tributi, visto che i mancati incassi dovranno essere comunque compensati”? Del resto, nell’articolo 4/c del contratto, è citata – espressamente – l’ipotesi della insufficienza di risorse da alienazioni patrimoniali quando si poteva parlare genericamente solo di minori incassi. A meno che questa previsione non sia stata la modalità prescelta per coinvolgere, successivamente, beni comuni oggi non disponibili perché sottoposti a vincoli, come il Tribunale in centro Città, magari per farne un Residence, come qualcuno avrebbe già in mente. E, allora: “le previsioni sono state formulate applicando criteri volti alla tutela dei veri interessi della Comunità”? Sono tutte domande, non accuse. E, una risposta sarebbe gradita, proprio per la presenza di qualche approssimazione di troppo, detto in assoluta buona fede. Comunque, se fosse, vendite all’impazzata darebbero una bastonata mortale alla Città per la perdita di ‘Memorie’ che rappresentano la sua identità storico-culturale e ne dovrebbero esprimere la vocazione. Senza trascurare il rischio concreto di contribuire all’espansione di una crisi economica e sociale che ha già fortemente colpito le attività e le famiglie in presenza di una decrescita demografica che ha causato la perdita di oltre 9.000 residenti negli ultimi sei anni e la loro riduzione a 127.240 unità, al 31/10/2022, oggi al di sotto dei 127.000 (fonte: Istat).

Per tutto questo, rivedere il piano di rientro dovrebbe essere un obbligo nell’interesse della stessa Amministrazione, esposta al rischio di un possibile fallimento delle previsioni. Ma, soprattutto per il bene della Comunità, chiamata a integrare incassi almeno improbabili. Non sarebbe difficile, avendone la volontà.

Alfonso Malangone – Ali per la Città – 15/02/2023

 

P.S.: la ricostruzione è avvenuta sulla base di notizie disponibili in rete. Si fa salvo ogni errore.

 

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