il Quotidiano di Salerno

direttore: Aldo Bianchini

TOMMASO INDELLI: il principe della resistenza

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Dalla preistoria ad oggi l’umanità in ogni momento della sua esistenza ha registrato la presenza di “vincitori e vinti” in milioni di casi; io non sono uno storico e neppure un uomo di cultura ma ragionando sempre a mente fredda e cercando di posizionarmi nel mezzo tra vincitori e vinti ho scoperto una verità assoluta: sia i vincitori che i vinti commettono delle nefandezze, solo che i vincitori, proprio perché hanno vinto, riescono a coprire meglio i loro eccessi.

E pur essendo di sinistra, ed in particolare socialista, da sempre non mi sono mai lasciato catalogare nel pensiero unico di tutta quella pletora di associazioni, di sindacati e di partiti politici; e questo non vuol dire che non ci metto la faccia, lo faccio quotidianamente.

Questo lungo preambolo per dire che sono rimasto letteralmente basito (direbbe un uomo di cultura) ma non è così; io che non sono un uomo di cultura sono rimasto letteralmente schifato dal fatto vergognoso che ad un giovane uomo di cultura, Tommaso Indelli, sia stato impedito di presentare il 31 maggio scorso la sua ultima opera letteraria “Controstoria della Resistenza” presso la Libreria Imagine’s Book, sul corso Garibaldi di Salerno.

Capisco, ma non condivido, che la resistenza sia tuttora un tabù e, come la parità di genere, guai ad intaccarla anche minimamente come impone da circa un secolo il “pensiero unico” di una fantomatica sinistra che tantissimi ed irreversibili danni ha prodotto alla sinistra vera e progressista; ma da qui ad arrivare ad impedire (con arrogante protervia) la presentazione di un libro che tenta di fare un’analisi serena e indipendente del fenomeno della resistenza, davvero ce ne passa.

A citare i nomi dei personaggi e delle associazioni che con le loro proteste hanno prima minacciato e poi impedito che la presentazione avvenisse mi verrebbe l’orticaria; sarebbe come fare per loro una pubblicità gratuita e immeritata.

Ricordo che sulla “resistenza” cadde anche Giampaolo Pansa, sicuramente uomo di cultura di sinistra, che ebbe seri problemi di coscienza se rimanere imbrigliato nel cosiddetto ”pensiero unico”; ed ho detto tutto.

Sicuramente un uomo di cultura non dovrebbe mai lasciarsi imbrigliare; ma non tutti hanno gli attributi che distinsero allora la provocazione di Pansa ed oggi quella del giovane Tommaso Indelli il quale, almeno sulla carta, proviene da famiglie paterne e materne chiaramente di sinistra.

Addirittura nel suo carnet Tommaso Indelli può annotare una mamma che è stata a lungo consigliere comunale di sinistra e due zie (sempre di sinistra) che hanno rivestito e rivestono ruoli molto importanti nell’attuale amministrazione comunale di Salerno.

Solo per la cronaca è utile ricordare chi è il giovane uomo di cultura Tommaso Indelli:

Tommaso Indelli (Salerno, 1977). Ricercatore in Storia Medievale presso l’Università degli Studi di Salerno. Ha conseguito, a Pavia, il Dottorato di Ricerca in Diritto Romano e Cultura Giuridica Europea (XVIII ciclo), specializzandosi nella cultura giuridica della Tarda Antichità e dell’Europa medievale. Si occupa di ricerca e problematiche riguardanti le strutture e le forme di organizzazione del potere pubblico e statale nel Mezzogiorno medievale, longobardo e normanno (VI-XII sec.). Ha partecipato, in veste di relatore, a convegni internazionali ed è autore di contributi su riviste di settore. Tra le sue monografie: “Langobardìa. I Longobardi in Italia (secc.VI-XI)” (Padova 2013); “Il tramonto della Langobardìa minor. Longobardi, Saraceni e Normanni nel Mezzogiorno (IX-XI sec.)” (Salerno 2019); “La Giustizia nella “Longobardia meridionale tra norma e prassi” (Milano-Spoleto 2020).

 

 

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