La pipì della Meloni

 

da Salvatore Memoli (avvocato – giornalista)
Ha sdoganato la pipì. Sia benedetta la Meloni che nel bel mezzo di un’importante conferenza stampa, ha chiesto scusa a tutti e di corsa si è chiusa in bagno. Penso che da questo momento in poi tutti troveranno questa scusa per interrompere qualsiasi impegno e liberarsi. Non che prima non si facesse la pipì, certamente si trovavano i momenti ed altre parole giuste per dire che bisognava andare nel ‘luogo comodo’. I miei ricordi di persone che hanno trattenuto il più possibile senza dire niente e senza farsene accorgere sono tanti, alcuni anche divertenti. La Premier con il suo aplomb ha sparigliato le carte e si è sottratta da qualsiasi protocollo per raggiungere la toilette. Tre ore di domande e risposte hanno trattenuto le persone in una liturgia della democrazia che esige conoscere tutto, chiarire ogni cosa e rendere visibile tutto ciò che riguarda la vita politica italiana. Siccome la premiére dame  aveva dato forfait per due volte, la conferenza stampa d’inizio anno si prospettava lunga, barbosa ed insidiosa. Era necessario sacrificare tutto pur di offrire alla democrazia della comunicazione la prova che non ci si sottraeva a quel necessario massacro di rispondere a tutte le domande. Operazione che presupponeva che il
parterre si impegnasse a fare domande pressanti ed utili a far capire al popolo italiano tutti i risvolti di un vissuto politico che deve essere posto sotto gli occhi di tutti. Nessuno poteva immaginare che un incontro importante richiedesse tanto tempo ovvero era immaginabile che il numero elevato di giornalisti presenti ed accreditati avesse bisogno di essere ascoltato tuttavia la conferenza stampa si è protratta tanto tempo e per contro il livello di interrogazione dei giornalisti è stato pernicioso, fazioso e ripiegato sullo scontro politico. Nessun grande respiro intellettuale o da paradigma giornalistico di vaglia. Solo domandine, provocazioni, stupidario che serviva a riempire pagine d’inchiostro, fiato per microfoni e belle presenze televisive. Una lungaggine che sapeva di stanchezza, di consumo di energie da dedicare ad altro, chiacchiere al vento condite di falso bon ton. Sul più bello la Premier suona il campanello e se ne fugge in bagno. Una fuga benedetta non per sbere, forse per recuperare ossigeno dopo tanto inquinamento da pollaio di convenuti e convenevoli. Fermi tutti, la pipì non può aspettare! Anche la vescica di una signora Premier di un grande Paese industrializzato non ha retto ad un appuntamento ingiustificatamente lungo ed inutile! Lo avranno capito gli interroganti, oppure la pausa è servita soltanto a fargli riprendere fiato per ascoltare altre emissioni di altri effluvi di inutilità? Alcuni di questi giornalisti sono tanto vanesi da non rendersene conto che un protocollo civile e professionale esigerebbe un tempo limitato, un numero limitato d’interventi, meglio se sorteggiati, e soprattutto domande d’interesse generale che possono fare tutti i cittadini italiani. Il resto sono paturnie, esercizi di bella mostra logorroica, contumelie e pattume giornalistico. Sinceramente non riesco a capire perchè  la Premièr abbia consentito questa spettacolarizzazione dell’informazione, limitandola con un’organizzazione più fluida e più moderna della comunicazione e del rapporto con i mass média.
Per fortuna c’era la pipì a stoppare l’inedia di saccenti comunicatori che sembravano avere un solo scopo: mettere a disagio una signora!
E se la Premier si fosse servita della pipì per stabilire un piano diverso per livelli di cose importanti? La pipì avrebbe dato scacco matto ad un plotone di esecuzione senza pallottole.

 

 

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