Vallo di Diano: La paura di reagire


Antonio Citera
VALLO di DIANO – Poteri assoluti, e corsa ai numeri elettorali, impediscono la rinascita del nostro territorio che è vittima di una rassegnazione generale che sfocia nell’antipolitica, ed una forte propensione alla non reazione causata dalla paura di riconquistare la propria libertà. Il periodo in cui ci ritroviamo a vivere, ci costringe ad un auto trinceramento che impedisce l’espressione autentica di ognuno di noi. Mala politica, corruzione, criminalità organizzata,costituiscono un segmento  itinerante nel nostro quotidiano, che ci proietta verso uno stato di coma pietoso, una staticità diffusa, ci annulla la mente, contaminando i nostri stimoli, proiettandoli inconsciamente a pensare in maniera negativa. Un male diffuso che si ripercuote soprattutto sulle famiglie, incapaci di reagire dinanzi ad una crisi di valori dettata da politici venduti, collusi con l’interesse personale, che inneggiano al falso buonsenso, schiavizzando tutto e tutti. Siamo succubi di una mala-informazione che ci traghetta verso la riva prescelta, ci invade di propaganda ad hoc, alimentando  la non reazione. Il mondo ci appare circoscritto, immerso nei suoi problemi di natura economica, sociale, deficit pubblico, spread, quant’altro ,   i pochi, segnano l’andamento economico , ci impongono sacrifici, ci limitano la libertà.  Un circolo vizioso che viene alimentato dalla sintassi di un potere spesso invisibile, ma capace di imporsi con stile. Una paura diffusa che ci vede soccombere, vittime di un futuro che non c’è. Ma il nostro territorio in fondo conserva in se principi di sana educazione, che possono essere tramandati alle future generazioni semplicemente trovando in noi stessi  la forza  di reagire. Tutti però dobbiamo rimodulare il nostro percorso. La famiglia, la scuola, la società, le istituzioni quelle sane, hanno l’obbligo di riavviare il processo, salvare ciò che di positivo c’è in ognuno di noi. L’introduzione di nuove regole per rimarcare in maniera definitiva il valore della libertà, ricercare con forza il diritto ad un lavoro stabile.  Ripristinare quei valori che di fatto hanno accompagnato i sacrifici dei nostri “ vecchi”, prescindendo in maniera concreta da quella parte di persone, una minoranza per fortuna, che ci fa apparire tutto preconfezionato ad hoc. Risvegliare le coscienze dunque, rimarcare gli abusi, riprendersi il territorio, nel rispetto delle regole e con l’umiltà che da sempre ci contraddistingue. Bisogna trovare comportamenti e stili di vita che possano rendere felice, o quantomeno significativa l’esistenza nella nostra civiltà.  Imporre una politica diversa, fatta di coesione e non di senso di protagonismo, discostarsi dagli pseudo ideali che fantomatici precursori del potere hanno imposto con forza, armonizzare lo scambio di idee, per far spazio ad un ricambio generazionale , ricercare nuovi leader che ridiano speranza alla società, estranei ad un conflitto fatto di voti ad ogni costo, per un successo personale, ma bensì  alla ricerca dei veri mali sociali, per ridare lustro e futuro ai cittadini.

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