Gambino/24: lo strano intrigo … e Santilli resta in cella

Aldo Bianchini

PAGANI – L’inchiesta denominata “Linea d’ombra” non mi ha mai convinto. Mi sbaglierò ma fin dall’inizio ho avvertito, a pelle, una certa diffidenza verso il lavoro degli inquirenti. Una diffidenza dovuta probabilmente e soltanto alla fretta ed alla precipitazione dimostrata dagli stessi inquirenti, finanche dall’Arma dei Carabinieri tradizionalmente più cauta rispetto a vicende che dovranno ancora trovare la loro sedimentazione naturale in dibattimento. Anche il comunicato diramato nella tarda mattinata del 15 luglio 2011 mi apparve subito frettoloso, quasi come se volesse mettere le mani avanti e calamitare l’appoggio mediatico della stampa che vive di queste soffiate. Mi impressionò soprattutto il passaggio in cui si affermava che “il quadro probatorio raccolto dagli inquirenti in tutta Italia, con dichiarazioni delle vittime, intercettazioni telefoniche ed ambientali, registrazioni, documenti, è composto da prove incontrovertibili…..”; fu la parola “incontrovertibile” a procurarmi un senso di disagio, quasi come se la Benemerita volesse soffiare sull’inchiesta e prefigurare una condanna certa che è ancora di là da venire. Parliamo solo di indizi e di soffiate che fino a prova contraria assumono dignità di prova  soltanto a conclusione del giudizio di primo grado. Poi anche il passaggio finale del comunicato mi sorprese nel punto in cui diceva che “il provvedimento eseguito oggi non è affatto conclusivo delle indagini che, anzi, vanno avanti e potrebbero portare a sviluppi inattesi a breve”. Sono passati otto mesi da quel giorno e di “sviluppi inattesi a breve” io personalmente non ne ho ancora visti. Ma c’è di più. Qualche giorno fa, a margine della prima udienza processuale, esattamente il 29 febbraio scorso, ci ha messo del suo anche il pm Vincenzo Montemurro il quale (a quanto ho letto virgolettato su un giornale) avrebbe dichiarato “Io tendenzialmente amo vincere … penso che la società civile di Pagani abbia tanto da imparare da questo processo … c’è nuovo materiale agli atti perché sono stati registrati dei fenomeni di inquinamento probatorio che doverosamente l’ufficio ha inteso perseguire …”. Io non so se il pm Montemurro ha reso tali dichiarazioni, stento a crederci. Se, però, dovessero rispondere al vero, le stesse non mi piacciono e credo che un pm non possa neppure rilasciarle. Che bisogno c’è che un pm dica che lui è abituato a vincere, il pm non ha nemici o avversari ma ha soltanto il dovere di perseguire la possibile verità  andando alla “ricerca delle prove a carico ma anche di quelle eventualmente a discarico”. Il senso della legge è questo, se poi ognuno la vuole interpretare a modo suo si accomodi pure. Tanto, dopo aver distrutto delle vite, finisce sempre a tarallucci e vino. Ma quali potrebbero essere questi nuovi elementi, annunciati dall’Arma otto mesi fa e più o meno conclamati dal pm qualche giorno fa? Stando alle parole del pm che avrebbe parlato di “inquinamento probatorio” c’è da credere che la grande novità sia l’avviso di garanzia notificato alla dott.ssa Ivana Perongini, già direttore generale del comune di Pagani ed attualmente in servizio come segretario comunale. Se così è ci troviamo, a mio sommesso avviso, di fronte ad una bufala grande come una montagna. Non perché la Perongini non possa essere accusata di una qualsiasi cosa (e con i tempi che corrono c’è da avere molti timori!!), ma perché l’accusa di “subornazione” formulata dalla DDA di Salerno mi appare davvero fantascientifica e fuori dalla grazia di Dio. Pensare soltanto per un attimo come possa aver irretito gli eventuali testimoni una persona (la dott.ssa Perongini!!) che per cultura personale e per appartenenza familiare ha fatto del rispetto della legge la sua missione di vita mi sembra davvero assurdo. Oltretutto ci sono dubbi come montagne non sulla professionalità ma almeno sull’opportunità di nominare CTU di chiara appartenenza a quadri politici ben individuati, così come qualcuno già soffia sulla composizione stessa della corte. Sembrerebbe, difatti, che uno dei ctu della Procura sia stato candidato a Napoli nell’ultima tornata elettorale amministrativa nelle liste che facevano capo all’attuale sindaco De Magistris. Nel frattempo, contro ogni regola di civiltà giudiziaria, Giuseppe Santilli resta in carcere; è necessario forse il primo martire dell’inchiesta!! Alla prossima.

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