Un nuovo modello di fare impresa: il caso dell’Economia del Bene Comune. Intervista ad Harald Palla

Filippo Ispirato

Ritorniamo sull’argomento lavoro, alla luce soprattutto delle raccomandazioni di ieri dell’Ocse (l’organizzazione internazionale per la cooperazione e lo sviluppo economico) che ha sollecitato diversi paesi europei (Italia, Germania, Francia, Spagna, Belgio, Olanda, Portogallo, Slovenia e Belgio) a diminuire le protezioni nei confronti dei lavoratori dipendenti. L’idea di fondo è che la crescita sarà possibile solo attraverso una maggiore flessibilità del mercato del lavoro per rimanere competitivi sullo scenario internazionale e riuscire a reggere alla concorrenza dei paesi emergenti.

Il modello predominante attualmente nel mercato del lavoro prevede proprio minori tutele nei confronti dei lavoratori per incentivare le imprese che operano in Europa a rimanere ad investire nei nostri paesi ed evitare una trasmigrazione massiccia verso paesi economicamente convenienti.

In Austria, al contrario, è nata una nuova concezione dell’economia e del fare impresa: l’Economia del Bene Comune,  Gemeinwohl-Ökonomie in tedesco, ideata  da Christian Felber, docente di economia all’Università di Vienna ed imprenditore, i cui principi base non sono esclusivamente la massimizzazione del profitto e della concorrenza, ma anche e soprattutto il benessere comune di tutti i lavoratori all’interno dell’azienda, il coinvolgimento attivo e costruttivo di tutti nel raggiungimento degli obiettivi d’impresa,  il rispetto dei ruoli, la cura per la formazione continua dei dipendenti e le loro esigenze personali uniti al concetto di rispetto per l’ambiente e sostenibilità in senso lato. Sintetizzando la persona è al centro di tutto.

Potrebbe sembrare un qualcosa di astratto, utopistico e di difficile realizzazione ma statistiche alla mano questa filosofia d’azienda ha permesso di aumentare la produttività di ben il 30%. Questo movimento ha preso piede, oltre che in Austria, anche in Spagna, Germania e in Italia, in Alto Adige per la precisione.

 

Per approfondire la tematica  ho intervistato un imprenditore della provincia di Bolzano, Harald Palla, Amministratore della Elas srl, un’azienda attiva nel settore della consulenza del lavoro, dell’organizzazione aziendale e della formazione, dove da un paio di anni è stato avviato questo processo di gestione aziendale.

La Elas srl,  è stata vincitrice dell’edizione 2011 del premio “Miglior Posto di lavoro in Alto Adige” nella categoria imprese dai 20 ai 50 dipendenti.

1. Salve Harald, come siete entrati in contatto con Felber e con la rete dell’economia del Bene Comune?

 

Ho letto due libri di Christian Felber, “Neue Werte für die Wirtschaft: Eine Alternative zu Kommunismus und Kapitalismus“ (I nuovi valori per l’economia, un’alternativa al comunismo e al capitalismo) e “Die Gemeinwohl-Ökonomie: Das Wirtschaftsmodell der Zukunft” (L’economia del benessere: il modello economico del futuro) e devo dire che come concetto di economia é quello che noi in ELAS cerchiamo sempre di comunicare ai nostri clienti e quello che effettivamente viviamo; in particolare nella nostra cultura aziendale con i nostri dipendenti. Inoltre a Bressanone il “Terra Institut” http://www.terra-institute.eu ogni ogni anno a maggio organizza un convegno  dal titolo “think more about – giornate della sostenibilità”, dove l´anno scorso era presente Christian Felber a presentare il suo progetto e le sue idee. Da questa manifestazione il titolare del Terra Institut, Günther Reifer, ci ha chiesto se volevamo partecipare con un gruppo di altre ditte dell´Alto Adige  alla  creazione del bilancio economico secondo le idee di Felber.

 

2. Quando avete deciso di entrare nel progetto?  Quali sono i principi alla base della vostra azienda e la vostra filosofia lavorativa?

 

Abbiamo deciso da subito di partecipare all’iniziativa, perché la “Gemeinwohl-Ökonomie” contiene gli stessi principi e valori che già viviamo in azienda e specialmente per quanto riguarda i rapporti interpersonali sia con i nostri clienti/fornitori che, e questo in modo particolare, con i nostri dipendenti. Siamo certi che questi valori descritti si possono tranquillamente portare anche nel mondo dell’economia.  La cultura aziendale di ELAS è basata sulla fiducia, stima, sincerità, etica, morale e cooperazione. Siamo convinti che il successo aziendale deve essere ridefinito. Il successo non deve essere solo il ricavo monetario (utile di fine anno) ma  deve essere allargato ad una veduta complessiva dell´impresa, tenendo conto della dignità umana, ad una più equa distribuzione dei ricavi, responsabilità per i collaboratori e partecipazione e sviluppo degli stessi. L´uomo deve essere portato di nuovo al centro dell’attività aziendale e questo a vantaggio dell’intero sistema.

 

3. Quante aziende sono state già entrate a fare parte della rete in Trentino Alto Adige? E nel resto d’Italia?

 

Nel nostro gruppo di pionieri eravamo circa una ventina di ditte della zona, tra cui imprese edili, alberghi, piccole e medie aziende operanti nei servizi e nel  commercio. Quest’anno si è creato un secondo gruppo con all’incirca la stessa quantità di aziende. So che in alta Val Venosta anche  i comuni vogliono  creare un  loro gruppo; si allarga il raggio d’azione anche alla pubblica amministrazione.

Nel resto d´Italia a Verona hanno cominciato con delle iniziative mirate e anche lì si dovrebbe creare un “Energiefeld”,  ossia un gruppo di lavoro con aziende che aderiscono ai principi dell’economia del bene comune.

 

 

4. Siete stati premiati come azienda nel 2011 come miglior posto di lavoro in Alto Adige, un gran bella soddisfazione, quali sono stati e sono i vostri punti di forza?

 

Il punto di forza è sicuramente la formazione continua sia nell´ambito professionale ma anche a livello di sviluppo personale. Nel 2011 abbiamo fatto qualcosa come 2500 ore di formazione di cui metà professionale e l´altra metà di sviluppo personale. Nei corsi di sviluppo personale facciamo corsi di comunicazione, di gestione dei Teams, di gestione dei conflitti etc. Con tutti i dipendenti abbiamo anche elaborato le linee guide dell´azienda. Sette anni fa abbiamo creato un modulo di HR (risorse umane) con uno psicologo di Trieste, il Dott. Claudio Cozzutti. In questo modulo vengono sviluppate le competenze specifiche per ogni ruolo all’interno dell’azienda: competenze trasversali (conoscenza dell’azienda, approfondimento del bilinguismo, corsi di open minding), sociali (come la comunicazione, la gestione conflitti, organizzazione etc) e quelle puramente tecniche (conoscenza applicativi, conoscenza in materia tributaria e fiscale etc.). In base alle conoscenze possedute (e non alla quantità di cedolini elaborati) viene gestita la retribuzione base con in più un premio annuale, sempre in base all´andamento aziendale generale. L’ottanta percento dei nostri collaboratori sono donne. Il 30% di queste sono Part-time che, dopo la maternità, spesso non possono più lavorare a tempo pieno. Fino a quando il bambino non compie  i due anni possono fare il 20% del monte ore complessivo in telelavoro. Inoltre abbiamo un modello improntato alla flessibilità, ognuno può gestirsi in maniera autonoma ma responsabile le sue ore di lavoro nel corso della giornata. Diamo molta attenzione anche ai suggerimenti da parte di ogni lavoratore in azienda sui processi seguiti. Tre anni fa, ad esempio, su loro richiesta, abbiamo creato un sistema di classificazione dei clienti e del lavoro più efficiente. Con questo sistema vengono conteggiati i cedolini fatti da ogni collaboratore e creato una quantità virtuale di cedolini in base a diversi criteri come: grandezza della ditta, Ccnl applicato, qualità dell´interlocutore, quantità di richieste etc.), così riusciamo a dividere meglio e soprattutto più correttamente il lavoro da svolgere. Non ricorriamo a  contratti a tempo determinato e abbiamo un mensa gratis per tutti i dipendenti. Inoltre, ogni tre mesi, viene a trovarci una psicologa/mediatrice dove ogni dipendente può prendere un appuntamento per gestire e/o risolvere i suoi problemi anche di natura privata. Almeno una volta all’anno viene fatto un colloquio tra il dipendenti e il loro diretto responsabile sul clima aziendale.

Abbiamo un applicativo gestionale CRM (si chiama Consolidate) dove tutti i dipendenti hanno accesso a tutte le informazioni aziendali per gestire meglio il loro lavoro; una vera e propria banca dati del sapere.

5. Avete cura anche dell’ambiente circostante? In che modo?

 

Abbiamo poche possibilità per gestire l´ambiente circostante, visto che ci occupiamo di consulenza del lavoro. Ma dove possibile facciamo del nostro meglio:  chi viene al lavoro in auto, ad esempio, deve pagare un abbonamento come contributo, che servirà da incentivo ad utilizzare i mezzi pubblici.

Inoltre forniamo gratuitamente ai nostri clienti la possibilità di mettere sul sito le buste paga per i loro dipendenti; così non devono necessariamente stampare tutto su carta.

Acquistiamo la carta direttamente da un fornitore della provincia, idem per il materiale d’ufficio che non viene mai acquistato online dall’estero, proprio per favorire l’economia locale.

 

 

 

One thought on “Un nuovo modello di fare impresa: il caso dell’Economia del Bene Comune. Intervista ad Harald Palla

  1. Gentile Signor Harald,
    mi chiamo Gloria Gavioli, sono italiana ma mi sono trasferita in Costa Rica con mio marito piú di
    18 anni fa per vivere una vita qualitativamente migliore. Insieme gestiamo il nostro piccolo Hotel ,”ESCAPE CARIBEÑO” CERCANDO DI APPLICARE, istintivamente, gli stessi criteri che sono cosí ben esposti e suggeriti nella Economia del bene comune.
    Tramite un amico sono venuta a conoscenza di questo nuovo modo di gestire le varie strutture, esattamente quello che noi abbiamo sempre desiderato per noi e per tutte le persone che vivono in questo nostro meraviglioso mondo , tanto maltrattato e sfruttato senza nessun criterio.
    Mi piacerebbe moltissimo poter far parte del vostro gruppo e desidererei tanto che mi aiutasse a realizzare questo “sogno” certa che molti altri qui, aderirebbero con entusiasmo alla vostra iniziativa.
    Ho provato a scrivere Al Dott. Christian Felber circa un mese fa ma non ho ottenuto risposta, spero che, questa volta , qualcuno raccolga il mio appello e si metta in contatto con me.
    La ringrazio anticipatamente per la sua cortesia e Le auguro un 2013 ricco di benessere e serenitá .
    Cordiali saluti
    Gloria Gavioli

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *