LIBERAZIONE:Celebrazioni 25 Aprile, Cirielli, “Episodi inqualificabili che offendono i caduti e la democrazia”

Da
uff.stampa Provincia

SALERNO – «Quanto accaduto in Piazza Vittorio Veneto a Salerno, in occasione delle celebrazioni del 25 aprile, è una vergogna, oltre che un’offesa a quanti hanno lottato e sono caduti per la riconquista della libertà del popolo italiano ed il ripristino dei valori della democrazia». Lo dichiara il presidente della Provincia di Salerno, on. Edmondo Cirielli. «Si tratta di un episodio inqualificabile – spiega – che testimonia come ancora nel nostro Paese vi siano componenti
politiche intolleranti ed antidemocratiche che tuttora impediscono di festeggiare la Liberazione, patrimonio storico e politico dell’intera Nazione, in modo condiviso. Tant’è che la loro anacronistica furia ideologica ha impedito all’assessore provinciale, Antonio Fasolino, socialista riformista, sincero democratico e antifascista, di pronunciare la sua allocuzione in rappresentanza della Provincia di Salerno».«Ciò – continua il presidente Cirielli – dimostra la validità del nostro manifesto celebrativo, in cui vengono esaltati i valori della libertà e della democrazia e condannato in maniera netta il nazifascismo, ma dove viene affermata la convinzione, come ha scritto il Presidente della Repubblica,  che “non ci si debba chiudere in rappresentazioni idilliache e mitiche della Resistenza, in particolare del movimento partigiano, come non se ne debbano tacere i limiti e le ombre”. È un fatto che i comunisti non si battevano per la libertà e la democrazia, ma per l’instaurazione di una dittatura sovietica».«D’altra parte –prosegue Cirielli- come ha scritto Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera di oggi “la Resistenza fu fatta da uomini e gli uomini commettono errori, talvolta crimini… ha avuto le sue pagine nere e per troppo tempo se ne è parlato troppo poco».«Ad ogni modo – conclude – devo con rammarico constatare come non solo da parte della CGIL, ma anche dal Pd non ci sia una presa di distanza chiara ed inequivocabile da queste forme
di estrema intolleranza e faziosità, nonché di una lettura più equilibrata e compiuta, oltre che obiettiva, di quel processo storico che ha portato alla liberazione dell’Italia».

 

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