AGIRE/4: come il quotidiano nazionale “Avvenire”

Aldo Bianchini

PONTECAGNANO – Mi piace ritornare a parlare dell’incontro “La spiritualità dell’animatore della comunicazione e della cultura” tenutosi nel Seminario Metropolitano “Giovanni Paolo II” di Pontecagnano il 27 marzo 2012. Mi corre l’obbligo di plaudire all’ottima organizzazione dell’evento ed alla brillante conduzione dello stesso da parte di don Alfonso D’Alessio, parte integrante dell’Ufficio per le Comunicazioni Sociali retto da don Nello Senatore. Fatto questo doveroso plauso devo però anche dire, come è nel mio costume, che il predetto Ufficio (non so fino a che punto scientemente!!) non ha dato all’avvenimento il giusto risalto pubblico e mediatico ed ha  perso un’altra delle classiche occasioni per stringere gli spazi esistenti tra il clero e i fedeli nell’ottica di quel progetto “Portaparola” presentato nel corso dell’incontro. La presenza di Fabio Ungaro non doveva servire soltanto a pietire la vendita di più copie del quotidiano nazionale cattolico Avvenire ma doveva essere “funzionalizzata” dall’Ufficio per le Comunicazioni Sociali alla risoluzione dei problemi interni della stessa Curia. Mi riferisco ai problemi con il variegato gruppo di informazione (Tv, radio, settimanale, web della Diocesi di Salerno) ed ai problemi con il gruppo dei cosiddetti “animatori della comunicazione” che dovrebbe fungere da  collante tra il clero e i fedeli. Se è vero come è vero che “la comunicazione si fa in due” (lo ha detto anche l’arcivescovo Moretti) nel senso che uno da e l’altro riceve e viceversa, è anche vero che la comunicazione non s’inventa dalla mattina alla sera. Spesso si confonde l’informatore con il comunicatore e si spaccia per comunicatore chi appare in televisione o scrive sui giornali e da delle notizie con chi, invece, deve svolgere il reale ruolo di comunicatore, anche a contatto diretto con la gente. Contatto che i giornali e le televisioni hanno stravolto, semplicemente perché non lo posseggono. Per farla breve, e per dirla alla Moretti, i mezzi di comunicazione di oggi cadono sempre nella trappola dell’essere oggetto e non soggetto, cioè si pongono come strumenti di potere e mai come strumenti di servizio. Capisco che la cosa è difficile da realizzare ma è necessario raccogliere il messaggio di mons. Moretti che in materia mi è apparso davvero ferrato oltre ogni più rosea immaginazione. Basta pensare soltanto al fatto, meglio dire al dato, che è emerso dall’incontro del 27 marzo scorso. In provincia di Salerno il quotidiano nazionale “Avvenire” vende soltanto 179 copie mediamente al giorno. Un fallimento totale, senza giustificazione alcuna, se si pensa che sempre in provincia di Salerno operano ben 717 sacerdoti (508 secolari e 209 religiosi), vale a dire che ogni giorno 538 preti non acquistano Avvenire. Ha fatto bene Ungaro a sollecitare l’attenzione dello stesso arcivescovo nella sua qualità di “coeditore” del quotidiano cattolico in quanto le centinaia di diocesi italiane sono tutte direttamente interessate al progetto di comunicazione-informazione a livello nazionale. In Italia ci sono 16 regioni ecclesiastiche, 42 province, 40 arcidiocesi, 155 diocesi, 2 prelature e 6 abbazie. Se ogni sacerdote acquistasse almeno una copia di Avvenire al giorno la crisi si avvierebbe verso la risoluzione. La spiegazione del flop sta appunto nel fatto che anche l’organo d’informazione ufficiale del Vaticano si pone come oggetto e mai come soggetto di comunicazione che, ripeto, si fa in due. Basterebbe superare questo scoglio per superare tutti i problemi di gestione di costi dei mezzi d’informazione. Ci vogliono elementi e soggetti dotati di quel “quid” necessario che non si inventa e difficilmente si costruisce. In caso contrario meglio chiudere. Seguirò con molta attenzione l’evolversi della situazione di Agire così come quella di Telediocesi perché, al di là delle convinzioni personali, la perdita di posti di lavoro è una iattura per tutti.

7 thoughts on “AGIRE/4: come il quotidiano nazionale “Avvenire”

  1. Mi sembra che moretti noni si sia mai interessato un granchè dei lavoratori. caro direttore mi sembra che lei si sia molto ammorbidito nei confronti del nuovo Arcivescovo. È lo stesso che disse ció che è successo prima del 12 settembre non mi interessa. mi sembra che dei licenziamenti in diocesi ci siano già stati, tranne che per i rinviati a giudizio (leggi Lorenzo Grimaldi). Cosa ne pensa?

  2. pare di tutta evidenza che il direttore veda Moretti da un’altro punto di vista.Forse qualcosa sfugge a noi lettori, ma è davvero strano, per non dire incapibile, questa inversione di rotta.
    Direttore ci dica è stato folgorato sulla via di damasco?
    come mai non ha più parlato del Tribunale Ecclesiastico se pur relativamente alla condanna di Lorenzo Grimaldi, il cancelliere inamovibile.

  3. Cari Luca e Michele, come siete banali (per non dire altro!!). Ma secondo voi quante altre volte il direttore deve parlare del cancelliere dopo averlo fatto decine e decine di volte. Quello è un processo conclusosi, ricordatevelo, dinnanzi al Giudice di Pace e non è stato più, quindi, un processo penale. Cosa dire allora del diretto interessato, avv. Francesco Casale, che dopo la sentenza si è addirittura riavvicinato al Cancelliere … forse per ottenere finalmente gli incarichi ? Cari Michele e Luca, fate domande di altro tipo, così non sarete banali.

  4. caro Paolo se tu che sei proprio squallido perchè fai finta di non sapere che dietro la storia del Cancelliere ci sono gli annullamenti dei matrimoni dietro dazione di denaro. cosa di più grave per un tribunale ecclesiastico. ed i licenziamenti? per Casale hai ragione peró se tanto mi da tanto allora il dott. bianchini sarà il prossimo direttore di Telediocesi?

  5. se vero è che l’avv. Casale si è riavvicinato al cancelliere Grimaldi, dopo tutto quello che ha detto sul Grimaldi, non ho più nulla da meravigliarmi. Devo dar ragione a chi mi disse: se Casale avesse avuto magari delle briciole mai e poi mai avrebbe denunciato GRimaldi.

  6. sò per certo che l’avv. Casale si è rivolto alle IENE a che facessero un servizio su Grimaldi cancelliere condannato, ora leggo che fanno merenda insieme. Casale sei uno squallore

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