“IL FALLIMENTO DEL SUD IN UN DOCUMENTARIO DI D’AMBROSIO”

Antonio Citera

Lunedì 14 maggio alle ore 19, nella sede provinciale del Pd in via Manzo a Salerno, verrà proiettato “Mezzogiorno le ragioni di un fallimento”: un film documentario di Andrea D’Ambrosio girato qualche anno fa e prodotto da Studio Roma 70, Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico col patrocinio del comune di Giffoni Valle Piana.  Un percorso nella memoria che parte dalle lotte contadine nel Sud del 1949 fino ai primi anni 80; un’analisi del Mezzogiorno ed in particolare della Campania affidata alle parole di Abdon Alinovi già parlamentare del PCI e presidente della Commissione Antimafia. Ci sono, inoltre, gli interventi di Salvatore Paolino, sindaco di Capaccio-Paestum nel 49, di Giuseppe Manzione, ex sindaco di Eboli, e di Tommaso Biamonte, parlamentare del PCI. Le lotte per l’emancipazione delle classi popolari sono al centro del film documentario. Le immagini di archivio mostrano i contadini che si ribellano, le tabacchine che lavorano nei grossi tabacchifici dell’epoca, la visita di Giorgio Amendola ed Emilio Sereni al teatro Augusteo a Salerno, l’arretratezza del Cilento e del Vallo di Diano, lo strapotere di una certa classe politica. Così come scorrono le angherie ai danni dei contadini dell’Agro Nocerino che vedevano il pomodoro diventare oro solo quando passava nelle mani dell’intermediario camorrista. Al centro del film di D’Ambrosio ci sono le giornate di Battipaglia, nel 1969, con la polizia che spara ed uccide Carmine Citro e Teresa Ricciardi. Una analisi lucida e puntuale sul fallimento della politica nel sud Italia. “La scelta di presentare e proiettare questo film nella sede provinciale del Partito Democratico- afferma Gina Fusco del Forum Cultura PD- parte dall’idea di trasformare un luogo della politica in senso stretto in uno spazio di condivisione di arte, cultura, memoria storica. Ringrazio Andrea D’Ambrosio, che con il suo eccezionale talento ha raccontato la lotta per l’emancipazione delle classi popolari, per aver voluto condividere con noi questo appuntamento e spero che si tratti della prima di una lunga serie di sperimentazioni ”. “Ringrazio molto Nicola Landolfi, uomo colto e amante della settima arte-dichiara il regista- che ha ripescato questo mio documentario di qualche anno fa. È un film che dimostra come il sud sia diventato degrado e fallimento a causa di una politica insana e miope. E’ un omaggio ai braccianti e agli operai che hanno sacrificato la loro vita per un tozzo di pane. Potrei definirmi comunista “per istinto di conservazione” come ha affermato un grande intellettuale come Pasolini e oggi la sinistra per ritornare a vincere deve rivolgere il suo sguardo a quei volti, a quelle facce che hanno cambiato pelle ma sono vivi. E così può fare muro al dilagare di una destra qualunquista che molto spesso tollera, anche nella nostra provincia, politici indagati e sindaci che usano il comune come il proprio salotto di casa e cercano il potere a tutti costi attraverso intrighi e tresche, finendo divorati dalla propria ingordigia come nel Macbeth di Shakespeare. Corrado Alvaro scrittore che amo molto, nato nella Calabria delle ndrine scrisse una cosa che per me è vangelo: “La disperazione più grande che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere rettamente sia inutile”.

 

 

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