Due parole sulla celiachia

 

Giovanna Senatore 

Maggio è stato il mese della prima campagna nazionale di informazione dedicata alla celiachia e alla sensibilità al glutine, promossa da DS, gluten free, con il supporto scientifico del Dr. Schär Institute, il patrocinio dell’Associazione Italiana di Dietetica e di Nutrizione Clinica (ADI) e dell‘Associazione Italiana Gastroenterologi & Endoscopisti Digestivi Ospedalieri (AIGO).La celiachia è un’intolleranza permanente al glutine (una proteina), che può svilupparsi in momenti particolari della vita, come una gravidanza, un intervento chirurgico, un’infezione virale o altre occasioni di stress acuto (non prima, però, dello svezzamento) in soggetti predisposti geneticamente. Come tutte le proteine, il glutine, all’interno dell’organismo, viene scisso in aminoacidi, dagli enzimi digestivi, per essere assorbito; il problema è che il corpo umano non possiede tutti gli enzimi necessari per la sua digestione, per cui rimangono dei residui nell’intestino che, in condizioni normali, vengono esaminati ed eliminati dal nostro sistema immunitario mentre in chi presenta l’intolleranza, si ha una reazione immunitaria anomala che provoca un’infiammazione dell’intestino con alterazioni morfologiche dei villi intestinali (appiattimento) ed una permanente intolleranza. I villi hanno la funzione di assorbire vitamine, minerali e altri nutrimenti dal cibo, l’infiammazione li rende incapaci di svolgere la loro funzione determinando una carenza che può essere piuttosto grave specialmente nei bambini, che hanno bisogno di una nutrizione appropriata per svilupparsi e crescere. Per diagnosticare la celiachia non ci si può basare esclusivamente sui sintomi, in quanto non sono specifici, si può accusare una diarrea, una perdita di peso, stanchezza, mal di pancia, nei bambini vomito e arresto della crescita; a volte si osservano sintomi extraintestinali come l’anemia, l’osteoporosi, l’amenorrea, il deficit di vitamine e sali minerali e altre ancora si riscontrano sintomi tipici di altre patologie come la dermatite erpetiforme, il diabete, le tiroiditi, la stomatite aftosa, le allergie. Ecco perché, se c’è familiarità con la celiachia e/o riscontriamo qualche sintomo che non riusciamo a spiegare, può essere necessario sottoporsi ad esami diagnostici che rivelano la presenza di alcuni anticorpi come l’antigliadina (AGA IgA e IgG), antiendimisio (EmA), l’ antitransglutaminasi (TGA) e l’antiactina. Se il risultato degli esami è positivo si effettua una biopsia intestinale, viene prelevato un minuscolo frammento di mucosa intestinale che osservato al microscopio evidenzia, nel caso di celiachia, l’atrofia dei villi: ciò dà conferma della diagnosi. Una volta diagnosticata basta adottare una dieta priva di glutine per ottenere la scomparsa completa dei sintomi osservati e il ritorno alla normalità della mucosa dell’intestino tenue. Eliminando il glutine dalla dieta non si hanno carenze nutrizionale, essa non è una proteina indispensabile per il nostro organismo, il suo unico ruolo è quello di conferire elasticità all’impasto preparato con la farina di grano, ma in sua assenza gli alimenti risultano meno collosi e più digeribili. In conclusione la celiachia non è una malattia, infatti non si cura con farmaci ma semplicemente prevedendo nella dieta alimenti diversi da quelli a cui siamo abituatima che già erano presenti sulle tavole dei nostri progenitori e che, ancora oggi, moltiabitanti della terra li usano in maniera predominante come il riso, il mais, il granosaraceno, il miglio, l’amaranto e la quinoa.

 

 

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