CELANO: “Siamo stanchi dei pianti dei coccodrilli”

 

 

Da Roberto Celano

SALERNO – Chi strumentalizza i lavoratori speculando sul loro disagio per interessi differenti da quelli di una comunità è solo un miserabile ed un vigliacco. Ciò certifica, inoltre, la precarietà dei posti di lavoro provenienti dalla cementificazione selvaggia della zona più bella della città.Di questo passo potremmo finire per difendere anche attività criminali e camorristiche per il solo fatto che possano dare opportunità lavorative! Paghi, piuttosto, il Sindaco le imprese che da anni sono impegnate nella “estenuante” realizzazione di opere pubbliche interminabili, senza distrarre fondi ad esse destinate, provenienti da altri Enti, per pagare altro. Le inadempienze e le continue omissioni dell’Amministrazione, infatti, costringono tante imprese a chiudere battenti ed a licenziare i dipendenti.Dica qualcosa sulle responsabilità della “vicenda Amato”, con conseguente perdita di opportunità occupazionali, e ci racconti la storia dei lavoratori della Standard e dei lavoratori che ancora attendono di essere occupati nel Sea Park o magari nel Polo Informatico. E ci dica quali e quanti impegni nei loro confronti sono stati disattesi.Solo oggi appare commuoversi di fronte al disagio dei più deboli, come se ci fossero disoccupati di serie A e di serie B! Solo oggi si sofferma di fronte al disagio dei più deboli, ma guarda caso ancora non ha pagato i contributi alloggiativi 2010, i contributi per l’affido familiare, i buoni libro e le borse di studio, tutti fondi già percepiti dalla Regione Campania e destinati ai più deboli.Siamo stanchi dei pianti dei coccodrilli! In altro modo e con altre idee si può creare sviluppo e vera occupazione.Per noi, invece, nella zona più bella di Salerno, dovrebbero realizzarsi opere in grado di favorire lo sviluppo della città. Più volte abbiamo proposto la realizzazione di un grande acquario sul mare (del tipo di Genova) in grado di “trattenere” in città i croceristi, di attrarre flussi turistici, di valorizzare il centro storico, di creare ricchezza e vere opportunità di lavoro duraturo e non precario e temporaneo.L’alternativa non è tra il Crescent e le chiancarelle, bensì tra un’idea di città volta a tutelare interessi privatistici, la cementificazione selvaggia anche su aree demaniali, anche attraverso l’utilizzo indiscriminato e talvolta spregiudicato delle risorse pubbliche, ed un’idea di città tesa a tutelare gli interessi della collettività, del diritto di tutti a vivere in condizioni di normalità, in un ambiente non devastato da scelte scellerate e, soprattutto, indirizzato al vero sviluppo produttivo della città, con serie ripercussioni istituzionali.ario sul mare (del tipo di Genova) in grado di trattenere in città i crocieristi, di attrarre flussi turistici, di valorizzare il centro storico, di creare ricchezza e veri posti di lavoro duraturi e non precari e temporanei! Il paragone non può essere tra il Crescent e le chiancarelle

One thought on “CELANO: “Siamo stanchi dei pianti dei coccodrilli”

  1. ‎Qualche anno fa, quando ero ancora il segretario generale della CGIL di Salerno, denunciai una infiltrazione camorristica, compiuta attraverso un subappalto, in un cantiere della Salerno – Reggio Calabria.
    La società era di proprietà di Iovino, recentemente oggetto, per l’ennesima volta, di un provvedimento giudiziario.
    Dopo la mia denuncia, Prefettura, Forze inquirenti ed investigative si precipitarono sul cantiere ottenendo la rescissione contrattuale della medesima società.
    La Todini, azienda appaltatrice molto celebre, immediatamente licenziò i lavoratori.
    Ma questo è il meno: il Prefetto, a una mia sollecitazione di convocare un incontro per tentare di risolvere la problematica occupazionale, tenne a dirmi, più o meno testualmente, che bisognava prendere atto che la lotta alla camorra produce disoccupazione.
    Dopo quella affermazione pretesi e ottenni che mi fosse revocata immediatamente la scorta che mi avevano assegnato, per la sicurezza personale e della mia famiglia, sottolineando al Prefetto che non era lo Stato che lui interpretava che poteva ispirarmi la giusta fiducia per accettare le sue misure di sicurezza alla mia persona.
    Aggiunsi: mi difendono meglio i miei compagni della CGIL.
    Adesso sulla vicenda della sospensiva del Consiglio di Stato sulla realizzazione del Crescent sento le stesse teorie, dal Sindaco di Salerno e da un coro sorprendente di “yes man”, per criticare e avversare la legittima, e per me condivisibile, sentenza.
    Quando in una fase come questa, di acuta crisi sociale, si utilizzano i lavoratori come strumento di altri obiettivi inconfessabili si commette un crimine morale.
    Peraltro, sarebbe facile per molti ricordare quale sia stato, in vent’anni, il massacro sociale, di posti di lavoro persi, di ingressi del Comune sbarrati a ogni confronto con l’ausilio delle Forze dell’ordine, a causa delle decisioni e del fanatismo inconcludenti del primo cittadino, per risparmiarsi l’eco ridicolo e poco convincente che si sente in questi giorni.
    Sono vicino a tutte le forze, Italia Nostra in primis, che, a proprie spese e con il contributo spassionato e generoso di tanti cittadini, hanno portato avanti una battaglia di civiltà, benefica per l’intera comunità salernitana, e che spero vincano definitivamente.
    Come mi sento molto vicino alla categoria degli edili, la quale deve rammentare alle Istituzioni, con la lotta che è sempre stata capace di sviluppare, che non si possono mettere in contrasto legalità e lavoro e che i lavoratori non possono essere costretti a scegliere tra due simboli chiari di una società civile, democratica ed eticamente corretta.

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