MONTE SAN GIACOMO : LO STORICO COLITTI PRESENTA IL SUO ULTIMO SAGGIO “IL TAMBURO DEL DIAVOLO”

Michele D’Alessio

MONTE SAN GIACOMO – Giovedì 25 Ottobre con inizio alle ore 17:00 presso la sala convegno dell’antico Palazzo Marone del centro storico di Monte San Giacomo, lo storico e ricercatore Professore Giuseppe Colitti, ha presentato per la prima volta, il suo ultimo saggio storico “Il tamburo del diavolo” con sottotitolo Miti e culture del mondo dei pastori. Il libro è una vera opera storica che riporta e raccoglie le testimonianze di pastori e contadini dal 1971 ad oggi, del Vallo di Diano e Cilento, dichiarazioni e commenti derivanti dalle 2300 ore di fonte orale, che l’autore ha raccolto in un archivio sonoro, unico in Campania, da far invidia anche alla Soprintendenza della Campania. Dopo i Saluti istituzionale e calorosi del padrone di casa e dalla Comunità Montana l’Architetto Raffaele Accetta, al numeroso e autorevole pubblico di metà settimana,  sono interventi i Professori Carmine Donzelli,editore del Saggio, Goffredo Fofi, Alessandro Portelli (autore della Prefazione del libro)  hanno presentato “Il tamburo del diavolo”, che secondo loro, è colorita immagine usata dai pastori del Cilento, il fragore del tuono, che porta la tempesta e oscura il sole. Questo libro, fin dal titolo, vuole essere dunque uno straordinario omaggio ai pastori, e insieme un rigoroso e ricchissimo studio antropologico del loro mondo. Frutto di una ricerca intrapresa da quarant’anni, evoca, per il suo respiro, il grande antecedente del lavoro sui contadini e il mondo magico di Ernesto De Martino. La letteratura ha idealizzato la vita del pastore, elevandola a condizione idilliaca. Nei pascoli solitari delle montagne non giungevano i rumori e i contrasti della città. Ma si può ancora immaginare, nella convulsione attuale dei centri urbani, com’era la vita di un pastore? A narrarla, in questo volume, sono gli stessi protagonisti, per lo più del Vallo di Diano, ma anche delle aree vicine, Cilento e Basilicata. I racconti, registrati a partire dagli anni settanta, sono espressione diretta della collettività pastorale. Non pochi, tra i testimoni interpellati, erano nati nell’Ottocento e conoscevano bene le tradizioni degli avi, al di là delle proprie esperienze di vita. Non si può entrare nel vissuto quotidiano del pastore senza tener conto dell’alone di mistero che lo circondava: ecco perché una parte importante del libro è dedicata al suo mondo magico. Dal mito si passa, nei racconti dei testimoni, alle tappe di un vero e proprio percorso di iniziazione alla vita pastorale, che viene intrapreso fin dalla tenera età; un’iniziazione tanto più dura quanto più si va indietro nel ricordo delle precedenti generazioni. Qual è il senso del recupero di queste memorie? Prima di tutto un bisogno profondo di ricerca della più remota identità dei luoghi. È un mondo a se tutto da scoprire. Le conclusione sono state affidate all’autore Giuseppe Colitti che ha ringraziato tutti coloro che in oltre 40 anni hanno dato la loro testimonianza  sulle tradizioni e la vita pastorale e contadina del Vallo e Cilento, riportando, anche aneddoti ed episodi del libro, confortato e sostenuto anche dell’altro storico di Polla nonchè giornalista Geppino D’Amico, che ha, magistralmente e perfettamente, coordinato i lavori della presentazione.

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