Cina: pericolo bolla immobiliare?

Filippo Ispirato

E’ già da diversi mesi che, secondo alcuni studiosi ed esperti del settore, il grande paese asiatico si stia incamminando verso una bolla nel comparto immobiliare.

Questo per un pericoloso mix tra:

•                     l’aumento vertiginoso del prezzo degli immobili in tutto il paese, con punte nelle metropoli di Pechino, Shangai e Guangzhou. Questo fenomeno si è acutizzato dopo il 1998, anno in cui il primo ministro di allora Zhu Rongji ed il Governo cinese incentivarono la diffusione del concetto di proprietà privata e l’acquisto della prima casa

•                     l’eccessivo peso delle rate pagate dai cinesi per i mutui contratti rispetto alla retribuzione percepita

E’ stato coniato un nuovo termine per indicare i cittadini indebitati, Fang Nu, che letteralmente significa schiavi della casa, per indicare la fetta consistente della classe media cinese che si stima abbia bisogno di gran parte della loro vita per pagare il mutuo per l’acquisto della loro casa.

Mediamente la percentuale dello stipendio utilizzata per il pagamento del prestito contratto per l’acquisto della casa si aggira attorno al 50% e  la durata del mutuo si aggiorna attorno ai 40 anni.

La situazione che si presenta sembra allarmante e viene tenuta costantemente monitorata dagli esperti del settore in quanto, se si dovesse registrare un crollo del prezzo degli immobili ed in caso di un eventuale rallentamento del sistema economico del gigante asiatico, si potrebbe avere una crisi simile a quella che abbiamo assistito negli Stati Uniti attorno alla prima metà degli anni 2000 e culminata nel 2008 con il crollo dei mutui subprime.

Ci sono alcune differenze che, al momento, fanno ben sperare:

–                   non ci sono molti strumenti derivati e cartolarizzazioni legati ai mutui del paese asiatico

–                   rispetto agli americani, che si sono fatti finanziare spesso anche il 100% del valore d’acquisto dell’immobile, i cinesi nella maggior parte dei casi hanno versato, al momento dell’acquisto, un acconto molto elevato, attorno al 50%, sull’importo totale necessario all’acquisto. Tant’è che al momento il tasso di insolvenza si mantiene ancora molto basso, attorno allo 0,2% sul totale erogato.

A parte queste considerazioni andrà effettuata dal Governo e dal sistema bancario e creditizio cinese  un’attenta valutazione e monitorizzazione dei rischi in quanto, a causa delle sue dimensioni, in caso di crisi del sistema si potrebbero avere pesanti ripercussioni su tutto il sistema finanziario globale.

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