Salernitana-Nocerina: ma il Comitato di Sicurezza non ha colpe ?

Aldo Bianchini

SALERNO – Premetto di non essere un esperto di calcio ma ho l’età e l’esperienza giuste per dire la mia anche nel mondo dell’informazione sportiva in cui, più che negli altri ambiti sociali, esiste l’appiattimento di una stampa sempre più spenta sulle posizioni degli “ultras” di qualsiasi squadra ed a qualsiasi latitudine, da Milano a Canicattì. Ci si sta arrovellando con tematiche di tipo filosofico, con richiami storici fino alla mitica Poppea di Nerone o addirittura con aristotelici discorsi semantici per non dire la verità che è una sola: la partita, se proprio doveva essere giocata, andava disputata a porte chiuse per tutti. Punto. Ha perfettamente ragione, quindi, il sindaco di Nocera Inferiore “Manlio Torquato” quando, nella strenua difesa della sua città, dice che la partita doveva essere giocata a porte chiuse per tutti, che la Lega non doveva inserire le due squadre nello stesso girone e che mai e poi mai doveva essere brutalmente impedita ad una città (ovvero alla sua tifoseria) di muoversi per accompagnare la squadra del cuore. Sono perfettamente in linea con la posizione del sindaco Torquato che ha smascherato senza se e senza mai gli errori e le evidenti responsabilità, anche se non le ha denunciate tutte ed apertamente. L’errore più grande, comunque, resta quello commesso da un disattento “Comitato di sicurezza” incardinato presso la Prefettura di Salerno che, nel cambiamento di rotta rispetto a quella prevista, non doveva assolutamente trasformare una partita a porte aperte in una partita a porte chiuse solo per una tifoseria; si possono chiudere specifici settori dello stadio, questo si, ma senza mai far riferimento alle città di provenienza delle squadre (ospiti o ospitanti che siano, Torino docet !!). Sarebbe come chiudere con le classiche “Forche caudine” (qui il riferimento storico ci azzecca !!) le vie di comunicazione tra due città. Sembra incredibile che un fatto del genere possa accadere, ma è accaduto a Salerno. E se è vero come è vero che l’attività informativa (senza intelligence !!) dava segnali di seria preoccupazione, tanto è vero che gli stessi segnali erano stati eclatati in maniera quasi da burlesque dal Comune di Salerno con la chiusura della pseudo metropolitana, bisognava andare in un’unica direzione: sospensione dell’incontro o partita a porte chiuse per tutti. Mi chiedo come si fa a non capire una cosa così elementare, eppure al tavolo del Comitato siedono personaggi di tutto rispetto in fatto di “ordine pubblico”, a meno di pensare che hanno tutti ubbidito ad un ordine superiore che voleva l’ingresso di pubblico salernitano e stampa nel catino dell’Arechi per raccontare una vergogna che poi si sarebbe consumata esattamente così come si è consumata. Veramente assurdo, ma è accaduto. E ora tutti a scagliarsi contro la Lega, anche notabili e parlamentari, che farebbero meglio a zittire perché sanno benissimo dove ricercare le responsabilità ma preferiscono far finta di niente tanto il capro espiatorio della Lega è lontano ed evanescente. Finanche il capo della Procura nocerina, dott. Gianfranco Izzo, ha giustamente posto subito dei paletti affermando che tra la tifoseria nocerina e la malavita organizzata c’era e c’è un abisso incolmabile, pur rassicurando tutti sulla rigidità e sulla trasparenza dell’inchiesta volta alla ricerca delle responsabilità. Ma anche in questo caso è facile accusare la “camorra” tanto è lontana ed anche evanescente, proprio come la Lega. Ma la stampa va, ovviamente, oltre andando a braccetto con gli ultras perché senza di loro (è bene ricordarlo a tutti !!) le interviste non si fanno e i calciatori non parlano facilmente; soltanto gli ultras (anche quei pochi di chiaro stampo delinquenziale) garantiscono la connessione mediatica calciatori-stampa-tifosi, in alcuni casi a tutto discapito delle società sportive che conoscono benissimo, uno per uno, tutti gli ultras che vivono o vivacchiano alle spalle delle stesse società a Salerno e a Nocera così come a Milano e Canicattì. E allora cosa vogliamo ? Vorremmo soltanto che chi è preposto ad “assicurare la sicurezza” lo faccia per davvero senza distrazioni o falsi e frettolosi convincimenti. Così come è stato fatto a Salerno, chiudendo le porte in faccia ad un’intera città, non si fa altro che inasprire i toni di un sano campanilismo che dovrebbe, invece, se ben pilotato favorire la crescita dei rapporti a tutto vantaggio della sicurezza di tutti. A Nocera Inferiore non ci sono mostri, ci sono soltanto pochi delinquenti, esattamente come ci sono a Salerno; prima di farli apparire sugli schermi televisivi (per tacito interesse !!) o di farli parlare sui giornali (per esplicito interesse !!) sarebbe cosa buona e giusta selezionarli ed esorcizzarli per un bel po’ dai rumors del sistema mediatico; Tanto sono conosciuti da tutti. Per fare questo, però, ci vorrebbe l’accordo tra tutti i direttori delle testate giornalistiche salernitane che fin dai tempi tristissimi del “treno dei tifosi in fiamme” ho cercato di far capire; ma fanno come le scimmiette della Garzanti: io non vedo, io non sento, io non parlo.

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