ERGON: riparte l’inchiesta … Zambrotti dal PM a caccia della talpa

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Poco più di un mese fa, in un articolo del 14 novembre scorso, avevo parlato di una talpa esistente nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria “Ergon” condotta dal pm antimafia di Salerno dott. Vincenzo Montemurro. Avevo anche detto che l’inchiesta non era affatto chiusa e che la stessa  quanto prima sarebbe ritornata nel centro dell’attenzione generale. Il fatto che fosse passato del tempo da quando la Procura di Sala Consilina aveva fermato le indagini per investire la DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) di Salerno non andava affatto interpretato come una perdita di profilo dell’inchiesta ma soltanto col fatto che bisognava condurre e concludere alcuni accertamenti rigorosamente riservati. Molti in questi due anni hanno storto il muso pensando che l’inchiesta si fosse arenata come tante altre. Non è stato così e la notizia è venuta fuori all’improvviso. Giovedì mattina 12 dicembre 2013 è stato convocato presso la DDA di Salerno, dinanzi al pm Montemurro, il personaggio di spicco dell’intero Vallo di Diano e cioè Enrico Zambrotti. Quest’ultimo, difatti, è stato presidente, direttore generale, amministratore, consigliere insomma il fac-totum di tante operazioni economiche-amministrative-politiche e finanziarie della zona attraverso una miriade di società che hanno fatto la storia del Vallo di Diano negli ultimi trent’anni tra ombre e misteri ma anche azioni di una intelligenza politica senza precedenti. Molti anni fa Enrico Zambrotti veniva indicato come un “Tarzan” nella giungla di decine e decine di società che, come scatole cinesi, si intersecavano tra loro e si annullavano a vicenda. Insomma Enrico Zambrotti è stato sempre al centro dell’attenzione generale, come una vera e propria nave scuola per tanti altri politici di piccolo e medio cabotaggio. E’ stato ed è, Zambrotti, un personaggio al di sopra delle righe: Zambrotti, sempre Zambrotti, fortissimamente Zambrotti. Dopo oltre un quinquennio di “quiete giudiziaria” ecco arrivare improvvisamente la sveglia per tutti; fino al punto che giovedì mattina nei corridoi del palazzo di giustizia non si parlava d’altro che della presenza del mitico Enrico Zambrotti nella stanza del pm Montemurro al terzo piano. Tutti a chiedere: perché ed in quale veste ? E’ presto detto, dalle poche indiscrezioni emerse dalle maglie strettissime del riserbo istruttorio, sembra che Zambrotti sia stato convocato dal pm in qualità di “persona informata sui fatti”. E quali fatti ? mi ha chiesto più di un collega, ben sapendo del mio interessamento sul caso Ergon. Non mi è stato facile rispondere in assenza di notizie certe e verificabili. Sembrerebbe, però, che Zambrotti (nella veste di direttore generale del Consorzio Centro Sportivo Meridionale – Ecometa) sia stato sentito sulla veridicità della contabilità approvata della Ergon e sulle spese ritenute non del tutto confacenti all’interesse ed agli scopi istituzionali del Consorzio e della stessa Ergon  che è una sua promanazione. In pratica se qualcuno ha sbagliato va punito, ma bisogna anche capire perché i controlli non hanno funzionato; ed è su questo aspetto molto importante che il pm Montemurro avrebbe aperto il suo interrogatorio durato poco più di due ore. All’uscita il personaggio informato sui fatti si è subito eclissato nei corridoi affollati ed è stato ampiamente coperto da alcuni suoi fedelissimi. Ma quali sarebbero queste cosiddette “spese pazze”. La documentazione raccolta dalla Procura di Sala Consilina e trasmessa a Salerno era segnatamente corposa e riguardava diversi filoni di indagine, si passava dalle denunce anonime alla denunce della nuova dirigenza, dagli abusi di potere alle spese folli della vecchia gestione, con ipotesi di infiltrazioni malavitose. In uno dei carteggi più particolari erano stati allegati anche diversi scontrini di alcuni supermercati del valdiano nei quali personaggi da identificare avevano acquistato merce varia e beni gastronomici che certamente non erano di pertinenza della Ergon. Roba da far impallidire anche i consiglieri della regione Lazio che in fatto di spese folli hanno dimostrato di non essere secondi a nessuno. Ma ci sarebbero anche presunti “contributi fittizi” elargiti in favore di manifestazioni culturali ed a singole iniziative giornalistiche. Nel precedente articolo avevo anche anticipato che il fascicolo processuale era stato affidato alla Guardia di Finanza di Salerno che in poco tempo avrebbe già effettuato un ottimo lavoro di controllo e riscontro. Manca la talpa, della quale ho ampiamente parlato. E la domanda viene spontanea: “Ma nel colloquio tra Zambrotti e Montemurro si è parlato anche della famosa talpa ?”. Top-secret, non è trapelata la benché minima indiscrezione al riguardo; bisognerà attendere tempi migliori. Ma ci sarebbe qualcosa in più; sembra, difatti, che una tranche del fascicolo inerente l’aggressione subita da Zambrotti dinanzi la sede del Consorzio la mattina del 25 ottobre 2012, quando fu seriamente ferito al capo con una mazza da baseball. Anche da questa inchiesta potrebbero esserci eclatanti sorprese.

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