Sanità. Annunziata come Renzi: “ rottamare è meglio che curare”

 

Antonio Citera

 

PADULA – Il Vallo di Diano sta vivendo l’ennesimo dramma sociale, dopo la soppressione del tribunale di Sala Consilina che ha chiuso i battenti grazie al non impegno della politica, tocca ora alla sanità, o per meglio dire a quello che ne rimane. Sotto l’occhio del ciclone da anni oramai è l’ospedale di Polla, un presidio che fino a qualche anno fa era un fiore all’occhiello di una provincia oscurata dal potere assoluto di poche persone. Un nosocomio all’avanguardia, un punto di riferimento per tutti coloro che necessitavano di cure sanitarie, un’oasi felice insomma. Oggi cade a pezzi e non rispecchia affatto la sua funzione, medici che fuggono, infermieri “strafottenti“ personale ai minimi termini e chi più ne ha ne metta. Una disfatta forse annunciata ma non prevista. Oggi si cercano i colpevoli e qualcuno punta il dito e accusa senza mezzi termini pur di lambire la ribalta personale. È il caso del presidente della Conferenza dei sindaci dell’Asl Salerno Sergio Annunziata che all’improvviso, dopo anni di silenzio si sveglia dal letargo e spara a zero contro tutto e contro tutti. A farne le spese è stato il direttore sanitario Antonio Nunzio Babino che dopo una lunga  gestione “è stato costretto” ad abbandonare la nave “per subentrato limite di età”. Andrà in pensione il prossimo primo aprile e chi lo sostituirà ci dice Annunziata  “sarà una persona capace, giovane e intraprendente”. Scoperto il male trovata la cura quindi, da oggi tutto cambierà e finalmente la sanità nel Vallo di Diano ritornerà agli antichi splendori. Il risveglio di Annunziata dunque potrebbe sortire gli effetti da sempre desiderati. Politico di razza, Annunziata, vicino al Premier Renzi, nella sua carriera amministrativa (è stato sindaco di Atena Lucana)   ha sempre osannato quei principi comuni che purtroppo  hanno fatto del Vallo di Diano il colabrodo della Campania. Oggi si recrimina e si urla al cambiamento usando il metodo “rottamazione“, spalmando le colpe a questo o a quel personaggio senza però intaccare quell’equilibrio sottile che, manipola gli assetti  del comprensorio da almeno venti anni. Rottamare ma non curare ovviamente, perché le cure costano e, nel caso specifico il prezzo da pagare sarebbe molto alto. Bisognerebbe estirpare il vero male che risiede nei ruoli politici e istituzionali, bisognerebbe resettare e cominciare da zero, annientando il marcio che da anni “comanda“ incontrollatamente. Bisognerebbe far questo prima di tutto, poi, si potrebbe parlare di rinascita e di cambiamento, perché si sa, cambiando l’ordine degli addendi, purtroppo, il risultato non cambia.

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