Spending review. Ora tocca alla Chiesa: a rischio molte Diocesi.

 

Da Antonio Citera

 

ROMA – In principio erano solo voci ma, oggi pare proprio che anche il Vaticano prendendo spunto dall’esempio Italia voglia applicare la spendin review per contenere i costi della sua economia interna. La decisione pare sia venuta da Papa Francesco in persona. Una necessità, dettata dall’esigenza di tagliare il di più, il superfluo, nell’ambito di una crisi economico-spirituale che ha colpito anche lo Stato Pontificio. Secondo quanto si apprende, pare che i primi tagli saranno effettuati in Lombardia per poi proseguire in  Emilia-Romagna, alta Toscana, basso Lazio, basso Piemonte, Marche, Umbria e Campania. Tagli drastici che non terrebbero conto della storia delle singole Diocesi, della loro anzianità e via cantando ma, solo e soltanto dell’efficienza vista anche sotto il profilo economico. Oltre al blocco delle assunzioni a tempo indeterminato, redistribuzione degli impiegati, tagli di alcuni privilegi ecc., pare che l’azione della spending review si concentrerà essenzialmente sull’accorpamento delle Diocesi che secondo quanto emerge dagli ambienti Vaticani sono in surplus rispetto alle reali “necessità” dei fedeli. In Italia infatti, si contano ben 226 Diocesi e,  secondo gli esperti  ne basterebbero meno della metà. Per quanto riguarda i criteri di soppressione si terrà conto del numero di abitanti, dell’estensione territoriale e di particolari tradizioni di radicamento religioso. Ancora non si fanno nomi ma, a essere soppresse secondo quando si apprende saranno le Diocesi di periferia. Una strategia che paragonata al mondo laico – Italico copierebbe in parte i criteri adottati per la revisione della geografia giudiziaria che lo scorso 13 settembre ha soppresso quasi 1000 uffici giudiziari in tutto lo stivale con effetti devastanti sull’equilibrio della giustizia ma soprattutto,  ha arrecato seri disagi ai cittadini sempre più impoveriti dei diritti essenziali.

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