TORRI METELLIANE – CITTA’ REGIA: LE RAGIONI DI UNA PROTESTA.

 

 

 da Antonella Palumbo Dino Di Marino

E’ nostra intenzione, speriamo una volta per tutte, fare luce sui reali motivi per i quali abbiamo messo in scena la protesta in occasione della “Disfida dei Trombonieri”. Motivi che sono notissimi alle persone e alle Istituzioni che “devono sapere”, ma forse meno noti a tutta la cittadinanza. Abbiamo il timore che la gente legga questa protesta come una mera “presa di posizione” contro i Trombonieri e del loro ostracismo a farci entrare in campo. E tantomeno, non siamo persone con una smoderata voglia di visibilità ed esibizionismo come qualcuno ha affermato, tant’è che per noi il giorno della disfida allo stadio Lamberti potrebbe (e forse dovrebbe) essere uno scenario dedicato esclusivamente ai  gruppi trombonieri, elementi unici in Italia.

 La realtà  è che, dopo anni di fiato sprecato, fiumi di parole, false promesse e innumerevoli riunioni, dove abbiamo ampiamente e civilmente esternato a chi di dovere il nostro malessere, le nostre difficoltà causate da carenze strutturali ed organizzative e le nostre perplessità su come viene (mal)gestito questo enorme potenziale che è il movimento folcloristico cavese, abbiamo deciso di voltare pagina e dire BASTA! e non da quest’anno.

 Tutti hanno dimenticato infatti che noi, già l’anno scorso, abbiamo attuato una protesta, rifiutandoci di  partecipare alla “settimana rinascimentale” e rinunciando quindi alla soddisfazione di esibirci davanti alla nostra gente, pur di essere coerenti con quelli che sono i nostri principali obiettivi:

fare sano associazionismo e dare il nostro contributo affinché gli sforzi e la passione di ogni singolo socio, non vengano vanificati, umiliati e mortificati da altri tipi di interessi e dallo scorretto modo con cui si tenta di gestire questa articolata e complicata macchina qual è diventato il movimento folcloristico Cavese, una ricchezza sprecata, ancora tutta da valorizzare, e ciò che è successo in occasione della “disfida” non è altro che la testimonianza di tutto questo:

Il sig.Paolo Apicella presidente dell’A.T.S.C. (Asoociazione Trombonieri Sbandieratori e Cavalieri) impedendoci di entrare in campo insieme agli altri gruppi, ci comunicò senza mezzi termini che “alla sua manifestazione poteva partecipare solo chi voleva lui”. Fin qui tutto bene, se non fosse per il fatto che,

punto primo-  questa manifestazione è  stata riconosciuta, sotto esplicita richiesta della stessa associazione, come “momento  più significativo della storia e del folklore cittadino”, ed inoltre, così come recita il regolamento comunale, è alla stessa amministrazione comunale demandato il compito di disciplinare la suddetta  manifestazione,

punto secondo- la manifestazione integrata nella “settimana rinascimentale” è completamente organizzata con soldi pubblici!

Ebbene, in tre anni sono stati investiti più di 150 000,00 €;

come e da chi sono stati gestiti?  quali sono stati i risultati di questo investimento?

Dov’è l’inizio di questa grande svolta o del grande salto di qualità prospettatoci l’anno scorso e, prima ancora due anni fa e, prima ancora tre anni fa e così via?      Che cosa significa  “salto di qualità”?

forse significa far sfilare 300 volte in una settimana i gruppi di sbandieratori e trombonieri,  

mentre poi durante l’anno dobbiamo essere braccati da polizia, vigili urbani e concittadini intolleranti perché diamo fastidio quando ci esercitiamo con gli strumenti?

Ma chi dovrebbe risolvere questi problemi, quel  “piccolo” ma abile “essere invisibile”, mai presente alle innumerevoli riunioni al Comune, ma poi sempre lì in prima fila ad ostentare la sua arroganza e a recuperare fondi speculando sulla passione di centinaia di persone?

Come mai ogni qual volta un amministratore comunale, come in questo caso il sindaco Marco Galdi, cerca di cambiare tale andazzo, lo stesso ne rimane pesantemente  “scottato”?

Ritornando ai soldi mal spesi, è una fesseria se diciamo che facendo una media, negli ultimi dieci anni sono stati spesi per lo meno 500 000,00 €  pari ad un miliardo di vecchie lire?

 

E con tanti soldi non si riesce nemmeno ad organizzare un servizio di accoglienza in tribuna, visto che quando, domenica, ci siamo lì sistemati abbiamo trovato  cancelli aperti e nessun addetto, hostess o steward ad indicarci i posti riservati e quelli liberi, tantomeno quelli dei bambini down?

 Ma tra l’altro, ci siamo già dimenticati del caos dell’anno scorso causato dalla stessa incapacità organizzativa?

E’ possibile poi che, non trovando giustificazioni a cotale disorganizzazione, ci si aggrappa ad uno squallido tentativo di strumentalizzione della vicenda dei bambini down, per buttare fango sulla nostra legittima e sottolineiamo civile  protesta?

E poi, perché nonostante le nostre assicurazioni sul fatto che la protesta si sarebbe limitata alla fase iniziale senza poi disturbare la gara dei trombonieri, non si dava inizio alla stessa?

Perché ai trombonieri bloccati fuori dal campo gli veniva comunicato che i due gruppi contestatari avevamo occupato la pista del campo?

Perché ci veniva detto che non potevamo stare sugli spalti con i nostri costumi?

n

Ed infine, constatato il fatto che le responsabilità organizzative le ha il comune e che tra l’altro si accolla tutti gli oneri economici utilizzando tanti soldoni pubblici, quindi anche quelli delle Torri Metelliane e dei Città Regia, il sindaco aveva tutte le credenziali per poter decidere, in uno slancio di generosità (come accaduto), a far entrare in campo i due sodalizi, perché questa brusca marcia indietro rimproverando poi i due “ingenui” gruppi di aver frainteso quanto da lui detto?

 Non vi sembra il tutto un po’ contorto? non vi sembra che tale confusione non fa altro che avvalorare la protesta che noi, da anni, stiamo portando avanti  ma puntualmente viene ignorata, compresa quella dell’anno scorso, forse era necessario una protesta di questo tipo per farsi ascoltare?…

Ci sono tante realtà in Italia come Ascoli Ferrara, Faenza, Asti ecc.dove l’organizzazione, la qualità, la capacità, la progettualità, la serietà e le strutture abbondano nella gestione delle proprie manifestazioni storico-folcloristiche,

 

queste sono le cose che da anni stiamo chiedendo, altro che giro di campo!

perché queste sono le cose che determinano il “salto di qualità”,  che portano cultura, economia ed immagine positiva della città

e finché queste cose rimarranno solo un nostro sogno, noi saremo lì a protestare affinché questo sogno si realizzi!

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