SALERNO – “Maledetta la fretta” disse la lumaca, ovvero <<la gatta per fare in fretta fece i figli ciechi>>. Due antichi detti napoletani che rispecchiano perfettamente ciò che negli ultimi giorni è accaduto intorno alla minacciata vicenda dell’accorpamento dell’Autorità Portuale di Salerno a quella di Napoli. C’è stato finanche qualche quotidiano importante che, nella fretta di anticipare gli altri, venerdì mattina (cioè a dieci ore dal Consiglio dei Ministri) ha titolato a tutta pagina: “”Sblocca-Italia, Salerno resta fuori”” e come sottotitolo “”Ecco la bozza: niente fondi per le opere e c’è la beffa dell’accorpamento con il porto Napoli””. Niente di più sbagliato, ovviamente. Non c’è niente da fare, quando i giornali e i giornalisti si incapricciano è difficile farli smontare dalle loro posizioni che non discendono da uno studio accurato dei fatti e delle circostanze ma soltanto dalla fretta di fare prima degli altri. Ed eccoli serviti. Non solo l’Autorità Portuale di Salerno non è stata accorpata a Napoli (ed è l’unica decisione che è stata rinviata in materia di portualità) ma c’è anche il regalino di una trentina di milioni di euro per l’aeroporto di Salerno-Pontecagnano. Come se la storia non insegnasse niente a giornali e giornalisti, da sempre chi entra in CdM come Papa ne esce semplicemente Cardinale; tutto qui, è storia, non lo dico io. Bastava aspettare qualche ora e sabato mattina non ci sarebbe stato bisogno (per quel giornale di cui al titolo sopraindicato) di nascondersi e di nascondere le notizie come se fossero scivolate normalmente. Ovviamente tutto questo non vuole dire ancora assolutamente niente; la battaglia per evitare l’accorpamento di Salerno a Napoli è ancora lunga e difficile, ma non si può non evidenziare che una grossa breccia è stata aperta nell’animo, più che nella mente, di ministri e governo che hanno forse finalmente capito che il porto di Salerno e la sua governance costituiscono un gioiello e un modello nazionale da non sprecare facilmente nei meandri della burocrazia; sarebbe, forse, auspicabile una fusione come aveva già suggerito lo steso ministro Lupi. Con la fusione tutto verrebbe messo in discussione e finanche la presunta leader schip partenopea potrebbe essere messa in dubbio su un tavolo di concertazione alla pari. Dispiace molto che i parlamentari PD, Fulvio Bonavitacola e Tino Iannuzzi, hanno saputo soltanto gridare a voce alta che è giunto il momento adesso di nominare il presidente dell’Autorità portuale di Napoli. Avrebbero fatto meglio a tacere, a mio opinabile avviso; più Napoli continua a rimanere nel caos e più Salerno ha concrete possibilità di sopravvivenza e, più concretamente, di assumere la guida dell’intera portualità. Anche perché proprio nelle ore in cui a Roma il governo nazionale decideva per il rinvio della questione Salerno-Napoli il presidente dell’Autorità Portuale di Salerno, Andrea Annunziata, si trovava a New York per una serie di riunioni con le massime autorità portuali americane e mondiali al fine di programmare e promozionare l’attività intra e retro portuale salernitana. Dalle splendide terrazze della <<Brooklyn Heights Promenade>>, di fronte all’incantevole scenario di Manhattan gremito di grattacieli, lo sguardo del paziente ed inossidabile manager della nostra portualità avrà sicuramente spaziato in lungo e in largo puntando decisamente verso l’alto attraverso il pieno riconoscimento delle sue qualità organizzative e delle enormi potenzialità che il porto di Salerno può ancora esprimere in campo globale e non soltanto nazionale. Altro che <<Sblocca Annunziata>> da parte del governo nazionale, qui siamo di fronte ad un personaggio che giunto, semmai anche per caso, alla guida della nostra portualità sta dando ampia dimostrazione sul fatto che il <<suo modello organizzativo>> è un modello vincente da prendere ad esempio anche per gli altri porti del nostro Paese. E se, per il momento, l’accorpamento con Napoli è stato sventato, ci vorrà ancora tanta pazienza e tanta managerialità per mantenere la nostra autonomia e indipendenza. Dobbiamo stare attenti, soprattutto, a mettere il presidente Annunziata nelle condizioni ideali per lavorare ancora meglio, al di sopra di tutto e di tutti.
direttore: Aldo Bianchini